giovedì 8 giugno 2017

7 giugno - da tarantocontro: Ilva Taranto la tregua prima della tempesta?



Occorre respingere il decreto. 
Occorre pretendere che per difendere l'occupazione di tutti vi sia riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, sia il pensionamento a 25 anni di lavoro - rivendicazioni che in una fabbrica siderurgica (comunque a rischio salute) sono logiche e legittime;
Occorre dire No ai contratti peggiorativi di assunzione, all'insegna del jobs act;
Occorre la bonifica subito delle aree più inquinanti e la copertura dei parchi minerali.

Tra gli operai che vogliono sottrarsi al gioco al massacro e impugnare l’arma della lotta di
classe, dell’unità di classe, dell’organizzazione di classe, ora è tempo di farlo fino a risultati veri.
In questa lotta, la querelle tra bloccare o non bloccare le strade è assurda e inutile.
Per gli abitanti di Taranto quello che è inaccettabile è che addirittura le bonifiche, prima di tutto la copertura dei parchi minerali, vengano rinviate al 2023. Uno o più giorni di blocco valgono bene se riescono a impedire ancora 6 anni di malattia e morti!
Occorre mettere in campo tutta la forza possibile degli operai, sia bloccando dentro la fabbrica che fuori la città. Gli operai devono far proprie le ragioni degli abitanti di Taranto e unire il NO ai licenziamenti al NO al rinvio delle bonifiche. E sia chiaro che chi invece di lottare in ogni modo per questo, dice No ai blocchi sbaglia e fa più o meno inconsapevolmente il gioco di padroni e governo
Occorre se necessario portare a Roma la protesta di operai e masse popolari unite


Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto – via Rintone 22 – slaicobasta@gmail.com 347-5301704.

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