sabato 18 marzo 2017

18 marzo - La lotta per la Salute e Sicurezza paga: reintegrata lavoratrice



Reintegrata delegata sindacale licenziata da Publiambiente
Ieri 15 Marzo il Tribunale del Lavoro di Firenze si è pronunciato contro Publiambiente che nel Marzo 2014 aveva licenziato la nostra Dirigente sindacale presente in azienda. Roberta, delegata Usb, che si era battuta contro il consociativismo della dirigenza che, sprezzante dei consensi anche tra coloro che dovrebbero tutelare i lavoratori, grazie a mani che lavano altre mani (sporche), ha sempre discriminato e favorito su logiche di consenso. Roberta che ha sempre sindacalmente denunciato tutte le situazioni di non sicurezza degli automezzi e degli impianti, in un settore come quello dell’igiene ambientale dove alti sono gli infortuni e le malattie professionali generate dal tipo di lavoro, lavoro duro e a contatto con elementi inquinanti molto pericolosi per la salute.

Roberta che al rientro dopo aver fatto un figlio si propone di svolgere mansioni anche diverse, anche in sedi diverse di lavoro, per poter conciliare il lavoro e le esigenze aziendali con l’allattamento. Ma l’azienda nega qualsiasi impiego e la costringe a ferie imposte per incapacità di gestione delle risorse umane da parte di Publiambiente. Viene quindi costretta a aumentare le ore lavorate riducendo i giorni ma aumentando l’orario di lavoro e costringendola a tornare a casa dai figli alle 22, rimettendoci lei 4 ore di allattamento previste dalla normativa. L’azione di rivendicazione prosegue anche con opera del Giudice Pari Opportunità di Pistoia che cerca di far ragionare l’azienda e farla conformare all’ambiente di diritti che un azienda pubblica che opera nel settore pubblico con 300 lavoratori deve avere nel 21° secolo in Italia nei confronti delle lavoratrici. Niente da fare. Anzi addirittura iniziano le ritorsioni contro chi si batte per i diritti dei lavoratori e delle donne lavoratrici, tanto che gli vengono imposti gli automezzi in condizioni di sicurezza e igiene peggiori del cantiere. Arrivando perfino a costringerla a lavorare su un automezzo con ratti presenti in cabina e condizioni igieniche devastanti per una giovane madre in allattamento. La Usb denuncia la situazione ad ASL che infatti ferma l’automezzo ed emana una sanzione amministrativa pesante alla Publiambiente e scrive un esposto alla Procura della Repubblica di Pistoia, la quale apre un fascicolo. Publiambiente continua l’opera di ritorsione verso i delegati e verso Usb tanto che, nelle elezioni RSU, dove azienda e sindacati confederali trovano una convergenza di interessi determinano l’esclusione di Usb dalle elezioni RSU con motivazioni inventate per l’occasione. Arriva poi la perdita di un appalto per la gestione della raccolta dei rifiuti di Pieve a Nievole (PT), occasione propizia per azienda e sindacati compiacenti, dato che in cambio della compiacenza molti di loro si ritagliano posticini di lavoro puliti e per niente faticosi. La prima, Publiambiente, era contrariata per l’arrivo dell’USB, un sindacato di base che sin dal suo ingresso ha intrapreso azioni di tutela dei lavoratori, tutti i lavoratori, mai promosse dagli altri sindacati in tanti anni. I secondi, i sindacati compiacenti, hanno visto con insofferenza l’arrivo di un nuovo sindacato che lotta, con rischio di erosione dei propri consensi. La convergenza di interessi determinò un verbale di accordo in cui azienda e sindacati individuavano nella delegata Usb Roberta il soggetto da licenziare anche se non assegnata all’appalto “specifico”. Allora Usb scrisse e fece appello alle forze politiche ed ai rappresentanti dei cittadini, quelle istituzioni che detengono la proprietà di Publiambiente, azienda pubblica. Oggi continuiamo a scrivere e fare appello a tutte le istituzioni democratiche rappresentative affinché i diritti delle lavoratrici e lavoratori e dei cittadini siano riconosciuti senza dover ricorrere in Tribunale e senza dover penalizzare chi fa onestamente il suo lavoro, da cittadino, da lavoratrice donna e mamma. Il tribunale del Lavoro di Firenze ha scritto una sentenza storica decidendo il reintegro immediato della lavoratrice, riconoscendo il fattore di discriminazione sindacale, condannando la nuova società ALIA spa nata dalla fusione di Publiambiente e Quadrifoglio al pagamento di enormi spese processuali, naturalmente soldi dei cittadini e non di chi ha sbagliato!
La nuova società appena nata riceve il giorno dopo la sua nascita una condanna per licenziamento discriminatorio sindacale. Un bel record.

Nessun commento:

Posta un commento