venerdì 23 settembre 2016

22 settembre - Triste primato e a pagare sono per primi gli operai: Piemonte prima regione italiana con più casi di tumore alla vescica



21/09/2016
noemi penna
torino
Piemonte maglia nera nei tumori alla vescica. Con 20.577 pazienti e 550 morti l’anno, nella nostra regione questa malattia ha addirittura un'incidenza del 15% superiore al resto d'Italia. Sicuramente uno dei fattori risiede nella popolazione più anziana rispetto alla media nazionale. Ma non bisogna dimenticare che questo tipo di tumore è spesso una malattia professionale, che colpisce lavoratori esposti a sostanze chimiche, come coloranti o derivati delle lavorazioni del petrolio.   
LE CAUSE  
Sebbene da tempo siano stati presi provvedimenti protettivi per i lavoratori a rischio, è possibile che oggi si vedano ancora gli effetti delle esposizioni professionali del passato in una regione come il Piemonte sede di industrie di vernici e dei derivati della gomma.  Altro importante fattore di rischio rimane il fumo di sigaretta, che si stima sia responsabile di almeno il 60% di tutti i tumori della vescica. 

TECNICHE "LIVE"  
Il tema verrà trattato da domani alle Molinette, con un convegno sulle tecniche chirurgiche robotiche più innovative, presieduto dai professori Paolo Gontero e Bruno Frea della Città della Salute di Torino. Esperti da tutto il mondo si confronteranno su uno degli aspetti più innovativi della sua cura: l’intervento di asportazione della vescica eseguito con tecnica robotica.  In diretta dall’Università di Miami e dalle sale operatorie delle Molinette saranno effettuati interventi di asportazione e ricostruzione della vescica con una tecnica chirurgica considerata oggi la più innovativa e sofisticata per debellare uno dei tumori più subdoli ed invalidanti.  
SINTOMI NON RICONOSCIBILI  
Il termine "killer silenzioso" ben si addice al tumore della vescica, se si pensa che il sintomo più frequente (la presenza di sangue nelle urine) raramente si associa a dolore. In altri casi invece l’esordio è ancora più subdolo, con sintomi quali i bruciori nell’urinare, facilmente confusi con una banale cistite. Il 70% dei pazienti con tumore alla vescica riesce a conservare intatta la propria con una buona sopravvivenza, ma al prezzo di terapie spesso mal tollerate e controlli invasivi che si protraggono per anni. Nel restante 30% invece la malattia è molto pericolosa per la vita e solo un intervento tempestivo di asportazione radicale della vescica stessa può ridurre il rischio di morte. A ciò si aggiunge l’impatto talvolta devastante, in cui si renda necessario derivare le urine mediante un sacchetto. 

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