mercoledì 14 settembre 2016

14 settembre - Cementir Taranto: e ora i tagli! I sindacati confederali complici



ma Cgil, cisl, uil hanno voluto credere alle falsità dell'azienda
martedì 20 riunione Slai Cobas sc via Rintone 22 Taranto ore 18 347-1102638

(Da Sole 24 Ore) - "L'annuncio dei licenziamenti - dicono i sindacati confederali - arriva alla vigilia della scadenza dell'accordo sui contratti di solidarietà sottoscritto il 14 settembre 2015.
Tra gli impegni assunti da Cementir un anno fa con le organizzazioni sindacali c'era non solo la presentazione del piano di investimento per lo stabilimento di Taranto per il 2016, ma anche la possibilità di rinnovare il contratto di solidarietà in virtù della proroga della concessione d'uso del quarto sporgente e della calata numero 4 da parte dell'Autorità portuale".

Lo Slai cobas, i lavoratori che coraggiosamente avevano costituito il Cobas in fabbrica, fatto varie iniziative, denunce, esposti, che erano anche riusciti a presentarsi alle Rsu, mancando di un pelo l'elezione del delegato perchè a pari voti con la cisl, gli altri sindacati avevano votato per il delegato cisl; lo Slai Cobas in pochi mesi ha fatto tanto, nonostante pressioni, minacce non tanto velate dell'azienda, e le manovre dei sindacati confederali; e aveva sempre denunciato che senza opposizione forte, indipendente dai sindacati confederali, la fine era nota. Ma ci si è trovati davanti anche l'assoluta inconcludenza della prefettura e dell'Ispettorato del Lavoro che è stata di fatto una copertura dei veri piani della Cementir. 

Nello stesso tempo la maggior parte dei lavoratori non ha avuto coraggio. Chi ha lottato è rimasto da solo. Uno degli operai del cobas più attivi nella lotta, Renato, è anche morto per colpa della Cementir, dimostrando tragicamente come fossero vere anche le denunce dello Slai Cobas sulla mancanza di sicurezza e attacco alla salute.
Mentre cgil, cisl, uil firmavano cassintegrazione e poi contratti di solidarietà che, era già chiaro, dovevano portare inevitabilmente ai licenziamenti, gli operai cobas avevano denunciato la legittimità della cigs, quando il gruppo Caltagirone – proprietario della Cementir – dichiarava degli utili sempre maggiori.
Avevano denunciato che in realtà la Cementir puntava sull'estero per fare più profitti, ridimensionando o pensando di chiudere impianti italiani.
Denunciavano come gli interventi di ristrutturazione, per cui l'azienda otteneva cig, non erano stati effettuati, poiché l’azienda era intenzionata fin dall’inizio a dichiarare esuberi cambiando in corso d’opera la motivazione della richiesta di cigs.
Denunciavano che mentre c'era la cassintegrazione si continuavano a dare lavorazioni in appalto, che potevano invece essere fatte dagli stessi operai Cementir.
E ORA? LA PAROLA E L'AZIONE SPETTA AGLI OPERAI!

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