domenica 22 maggio 2016

22 maggio - Solo 5 anni per Merlino, il padrone dell'Eureco (la Thyssen milanese). Ma non è certa la sua entrata nelle patrie galere. Calpestata la sete di Giustizia degli operai morti e dei loro familiari



Eureco, titolare condannato in Cassazione: 5 anni di reclusione
Fu davvero la tragedia della “Thyssen milanese”. Quattro operai bruciati vivi, altri tre feriti gravemente, un’esplosione che squarciò il silenzio di Paderno Dugnano
di MARIO CONSANI


Milano, 21 maggio 2016 - Quella fu davvero la tragedia della “Thyssen milanese”. Quattro operai bruciati vivi, altri tre feriti gravemente, un’esplosione che squarciò il silenzio di Paderno Dugnano, anticamera della metropoli. Successe cinque anni e mezzo fa all’Eureco, una fabbrica che stoccava rifiuti urbani anche pericolosi.
L’altra sera la Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Giovanni Merlino, oggi 65 anni, titolare dell’azienda dove il rogo distrusse vite e lavoro. Dunque è definitiva la pena di 5 anni di reclusione per omicidio plurimo colposo inflitta all’imprenditore in primo grado con rito abbreviato e confermata in appello.
E ora Merlino, che all’epoca trascorse sei mesi agli arresti domiciliari, rischia di finire in carcere. L’esplosione che provocò l’incendio, scrisse il giudice Antonella Bertoja nelle motivazioni della prima condanna, fu provocata dalle miscelazioni non autorizzate a cui il titolare dell’Eureco sottoponeva i rifiuti pericolosi manipolati dagli operai in violazione delle norme di sicurezza. A morire dopo giorni di agonia con il corpo devastato dalle ustioni furono Harun Zeqiri, 44 anni, Sergio Scapolan, 63, Salvatore Catalano, 55 e Leonard Shehu, 37. Altri tre dipendenti rimasero feriti in modo grave. «Merlino - scrisse il giudice - svolgeva la gestione dei rifiuti in modo totalmente illegale, con netta, evidente prevalenza del fine di lucro». Quanto al mancato rispetto della norme di sicurezza sul lavoro, «il quadro complessivo di sistematiche violazioni ascrivibile a Merlino è di assoluta gravità», osservava Bertoja. E anche quando si trattava di semplici contravvenzioni, «sono state ravvisate nella forma dolosa proprio in quanto deliberatamente, si direbbe “scientificamente” poste in essere in vista di un unico determinato scopo, il profitto».
Alle parti civili costituite nel giudizio, familiari e parenti delle vittime e dei feriti, alcuni difesi dall’avvocato Luigi Mariani, il gup Bertoja assegnò risarcimenti provvisori tra i 30 mila e i 200 mila euro. Danno simbolico di 48 mila (un euro per abitante) liquidato al comune di Paderno Dugnano, con l’avvocato Federico Bonzi. Ma le assicurazioni hanno saldato il conto solo per due dei morti, dipendenti Eureco, non per gli altri due, assunti tramite una cooperativa, le cui famiglie attendono ancora. Merlino non ebbe le attenuanti generiche, perché «già in passato - notò il giudice - presso Eureco vi erano stati incendi di piccole o medie dimensioni», così che l’imputato «era stato posto nelle condizioni di avere una diretta percezione della effettiva esistenza e dell’elevato e concreto pericolo che nella sua società, ai suoi lavoratori, accadesse proprio quello che poi in realtà è accaduto».
mario.consani@ilgiorno.net
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