martedì 8 marzo 2016

8 marzo - Al porto di Genova la Cgil è preoccupata per la pace sociale, mentre rivendica l'accordo "virtuoso" che taglia i posti di lavoro



Revoca fondi alla Culmv, la Cgil: "Pace sociale a rischio"
Attesa per la decisione del Comitato portuale
massimo minella


07 marzo 2016
Il porto di Genova sull'orlo di una crisi di nervi. Di più, a rischio tensione e conflittualità. La possibile revoca da parte del comitato portuale della delibera che a dicembre ha assegnato alla Culmv 3,5 milioni di euro in cambio di una riduzione dell'organico del 5% rischia di pregiudicare quella pace sociale che negli ultimi otto anni ha permesso allo scalo di crescere.

Il comitato portuale è convocato domattina. L’ammiraglio Giovanni Pettorino, dal 20 novembre commissario dell’authority dopo l’addio anticipato di Luigi Merlo, chiede un nuovo pronunciamento del comitato, dopo che il collegio dei revisori ha contestato la delibera approvata a dicembre. Pettorino in quel periodo era già alla guida di Palazzo San Giorgio, ma quella delibera era il frutto di un lavoro durato quasi un anno e portato avanti dal suo predecessore. In realtà, la delibera altro non era che l’applicazione di un accordo sancito da una legge che prevedeva interventi a favore delle compagnie attraverso il riconoscimento di una quota derivante dalle tasse portuali. In cambio, però, le compagnie erano chiamate a ridurre il loro organico in una percentuale definita di 5 punti. Così è stato per Genova, 5 per cento il primo anno, 5 il secondo (in realtà il totale è del 10,3% quindi superiore). Proprio la Culmv aveva presentato il suo piano al termine di un lungo lavoro di esame e di verifica firmato dalla società di revisione Deloitte. Tutto a posto, quindi? Niente affatto, perché i revisori hanno contestato la delibera di dicembre, inducendo ora Pettorino a una scelta quasi del tutto inedita nella vita di San Giorgio quale la convocazione di un comitato straordinario. “Io credo che in situazioni come queste sia giusto esaminare e riesaminare nel dettaglio tutti i passaggi che hanno condotto a quella delibera – spiega il segretario della Camera del Lavoro di Genova Ivano Bosco – In questo caso, però, non può sfuggirci il fatto che proprio la Compagnia ha avviato da anni un percorso virtuoso di riduzione dell’organico accompagnato però da un piano di formazione continua per i suoi soci, interamente a suo carico. Ed è proprio per la professionalità e la flessibilità offerte dalla Culmv che i terminalisti possono continuare a crescere e a investire senza caricarsi di costi fissi eccessivi”. Un appello molto diretto a far prevalere l’impianto che sta consentendo al porto di creare ricchezza e lavoro, quello di Bosco. “Non è pensabile rimettere in discussione la pace sociale – aggiunge – Assistiamo a continue contestazioni dell’operato dell’autorità portuale. Iniziative di cui certo non discutiamo la legittimità, ma che ci lasciano oggettivamente un po’ sorpresi e amareggiati”. Proprio mentre esplodeva la più grave crisi economica dal ’29 a oggi, infatti, il porto ha continuato in questi anni a macinare traffici. Merito di un piano di investimenti privati che ha riversato sulle banchine genovesi centinaia di milioni, ma anche di un apporto fondamentale della componente-lavoro. Sotto la regia dell’autorità portuale, privati e compagnie hanno sancito un patto operativo che ha permesso allo scalo di crescere e di consolidare rapporti commerciali con le compagnie armatoriali che ora potrebbero essere ulteriormente implementati. Tutto, però, dipende dalla tenuta dell’attuale organizzazione del lavoro. Proprio attingendo al bacino di professionalità della Culmv, i terminalisti possono fare fronte ai picchi di traffico, nelle festività, nei turni notturni, a supporto della loro organizzazione. Ormai i soci di San Benigno sono arrivati a una flessibilità che arriva a otto differenti turni di lavoro, un’offerta che rappresenta l’unica barriera alla precarietà, come ha spiegato nei giorni scorsi a Repubblica il console della Compagnia Unica Antonio Benvenuti. “Il piano Deloitte ha indicato misure molto chiare per il futuro delle compagnie e i contributi negli ultimi due anni sono arrivati solo dopo la certificazione della riduzione degli organici del 5 per cento – ha aggiunto Benvenuti – Siamo pronti a mettere nuovamente a disposizione tutti i numeri che ci riguardano, non abbiamo segreti per nessuno. Ma non è possibile ogni volta sentirsi rimessi in discussione”.

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