mercoledì 27 gennaio 2016

26 gennaio - Ancora sul processo Amianto/Olivetti: l'accusa degl'inquirenti e un commento da proletari comunisti

dal blog



Ieri è ripreso il dibattimento presso il tribunale di Ivrea. I giudici vogliono ascoltare i due unici sopravvissuti con urgenza prima che muoiano!
“Com’è possibile” si chiede il giornalista nell’articolo pubblicato ieri dall’edizione nazionale del quotidiano La Repubblica “che proprio in quella fabbrica modello, in quel luogo guardato dalla sinistra come il faro del capitalismo dal volto umano, com’è possibile che proprio lì ci si sia potuti ammalare di amianto?” 
“Una prima risposta” dice il giornalista “prova a darla Federico Bellono, segretario della Fiom, che a Ivrea è nato e cresciuto: “Ci siamo cullati nell’idea della differenza, che qui una cosa del genere non sarebbe potuta accadere. E adesso che è accaduta c’è la tendenza a non parlarne troppo”. Già questa risposta dice chiaramente come la pensano i sindacalisti alla Bellono sul capitalismo, sui padroni, ma ancora più esplicita è la risposta che dà Alberto Mancini della Uilm: “Abbiamo sempre gestito la Olivetti insieme: azienda, sindacati e Comune. Sfilarsi adesso e costituirsi parte civile conto i dirigenti sarebbe ipocrita”. Quindi pienamente e consapevolmente corresponsabili (come all’Ilva di Taranto…) e che per questo dovrebbero stare sul banco degli imputati e invece…
L’unica “coerenza” del responsabile della Uilm sta nel fatto che, al contrario della Fiom, loro non si costituiscono parte civile!
  • -          L’Inail ha individuato 14 malati di mesotelioma e ha denunciato i verti Olivetti dagli anni ’70 ai ‘90
  • -          A ottobre 2015 sono stati rinviati a giudizio 18 tra presidenti e amministratori delegati
  • -          L’11 gennaio è partito il processo. Sfileranno, oltre ali imputati, 134 testimoni in 23 udienze
  • Amianto, 85 tra morti e malati in 15 anni
    Processo Olivetti, gli inquirenti: “Questo è soltanto l’inizio”. In molti edifici la bonifica non è ancora stata avviata

    26/01/2016
    giampiero maggio
    IVREa

    Purtroppo, è soltanto l’inizio. I 14 casi, di cui 12 vittime, e i due sopravvissuti alle polveri e alle fibre di amianto, sono soltanto una parte dei lavoratori ex Olivetti che hanno perso la loro battaglia contro il mesotelioma pleurico o un cancro al polmone. Il picco delle morti, come in più occasioni è stato sottolineato dagli inquirenti e dai consulenti della Procura di Ivrea, è previsto tra il 2017 e il 2020. Non solo. Secondo indagini supplementari richieste dalla Procura, eseguite nel corso degli ultimi due anni e depositate agli atti del processo, l’amianto, in moltissimi edifici ex Olivetti (tra questi anche Palazzo Uffici uno), non è ancora stato eliminato e in alcuni casi presenta livelli preoccupanti.   
    Il lavoro dello Spresal  
    In 15 anni, dal 2000 ad oggi le vittime accertate, tra morti e ammalati, sono 85. Lo spiega, dal banco dei testimoni, nel corso della seconda udienza del processo Olivetti, Silvana Cerutti, medico e dirigente Spresal dell’Asl To4. E’ lei che ha seguito, passo dopo passo, l’intera inchiesta. Una mole di lavoro enorme, il suo, e che ora si trova sul tavolo del giudice, Elena Stoppini, chiamata a giudicare la posizione di 17 imputati, tra ex manager ed ex dirigenti dell’azienda, accusati di omicidio colposo in concorso e lesioni colpose in concorso. Eccole, le cifre che spaventano. «I primissimi casi sono stati riscontrati nel 2000 – spiega Cerutti -. Poi, negli anni successivi, tra il 2001 ed il 2003: 9 mesoteliomi, più due casi di cancro ai polmoni tra lavoratori che avevano avuto diverse mansioni in diversi stabilimenti. Successivamente, altri casi, tra il 2004 ed il 2015: 28 mesoteliomi, 35 casi di cancro maligni e 7 di tipo benigno. In totale 85 persone».   
    Olivetti bis ed Olivetti ter  
    Solo una parte di quelle 85 storie di ex lavoratori è confluita nel processo che è in corso. La Procura, infatti, sta chiudendo le indagini relative ad altre vittime e altri ammalati tra gli ex dipendenti dell’azienda. Sul tavolo del procuratore capo, Giuseppe Ferrando, e del mini pool di magistrati costitutito da Laura Longo e Francesca Traverso, ci sono altri due fascicoli denominati “Olivetti bis” e “Olivetti ter”. All’interno ci sono le storie di decine di ex lavoratori che sono stati a contatto con le fibre d’amianto, dal talco contaminato da tremolite, all’asbesto presente nelle strutture. Per il momento le accuse sono a carico di ignoti. A breve, però, la Procura chiuderà le indagini e individuerà gli indagati seguendo lo stesso principio adottato nel corso del processo in corso.   
    Le indagini  
    La documentazione dei pm è corposa. Ci sono testimonianze dirette, tra ex lavoratori e famigliari delle vittime, dipendenti e migliaia di carte ottenute spulciando negli archivi storici della Olivetti. Cerutti, dal banco dei testimoni, ha ripercorso le fasi di 15 anni di indagini. Ha citato documenti relativi al talco contaminato e alle infrastrutture e agli stabilimenti in cui i lavoratori sono venuti a contatto con l’asbesto. Dall’udienza emergono passaggi noti dell’inchiesta, come lo scambio di corrispondenza tra l’Olivetti e il Politecnico sulla pericolosità del talco; ma anche passaggi nuovi, relativi alla centrale termica, dove il via vai di lavoratori è stato continuo fino al 2005. «Qui – dice Cerutti – abbiamo trovato strutture e parti in amianto degradate». Come in molti cunicoli di molti stabilimenti dismessi.  



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