giovedì 21 gennaio 2016

21 gennaio - CONTINUA L'AZIONE DI ATTACCO ALL'UNITA' DEI LAVORATORI DEL SI.COBAS

Abbiamo pubblicamente  chiesto conto alla loro organizzazione per il vergognoso comportamento dei delegati ed iscritti al sicobas al magazzino kamila di Brignano (in allegato)

Di crumiri,  filo aziendalisti,  e di manovalanza per le intimidazioni della cooperativa contro i lavoratori in sciopero.

Il loro silenzio vuole evidentemente dire che  conoscono e accettano.

E oggi al terzo giorno di  sciopero al magazzino kamila di brignano per la difesa del posto di lavoro e contro sanzioni e licenziamenti repressivi , la cooperativa si fa forte contro il blocco grazie alla loro vergognosa e meschina azione di crumiraggio.

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26 dicembre - Sulla, brutta, situazione nella Logistica di Brignano, per fare chiarezza, dallo Slai Cobas sc-Bergamo


DUE LINEE SINDACALI NEL MAGAZZINO LOGISTICO DI BRIGNANO - L'AZIONE DI ATTACCO ALL'UNITA' DEI LAVORATORI DEL SI.COBAS - 

Non sappiamo se il sindacato Si.Cobas è al corrente di cosa fanno i loro delegati e iscritti nel magazzino di Brignano, ma pensiamo sarebbe il caso di porsi il problema di verificarlo.


 DUE LINEE SINDACALI NEL MAGAZZINO LOGISTICO DI BRIGNANO

Venerdì 18 dicembre viene effettuata nel magazzino un'ispezione congiunta di
ASL-DTL-guardia di finanza, a seguito delle mobilitazioni dello slai cobas s.c., tra cui l'esposto-denuncia presentato il 1 dicembre da oltre 70 lavoratori sulle condizioni di lavoro e sicurezza che chiede l'intervento urgente degli organi competenti.
I nostri delegati sindacali riconoscono gli ispettori, dato che si erano presentati ai loro uffici per spiegare la gravità della situazione e sollecitarne l'intervento, e si mettono subito a disposizione per fornire tutti gli elementi e guidare l'ispezione assieme ai lavoratori che li affiancano nelle zone a rischio sicurezza. A questo punto sono i capi e capetti della cooperativa che vanno a chiamare in loro aiuto i rappresentanti sindacali del Si.cobas, che durante tutta l'ispezione cercano di coprire, minimizzare, far passare per normale in un magazzino logistico, evidenti situazioni fuori da ogni norma di sicurezza (tra cui porte di emergenza bloccate, carichi sospesi mal posizionati, viabilità e carrelli inadeguati, bagni e mensa vergognosi, etc.).

MA LA QUESTIONE E' PIU' GENERALE

A fronte di un cambio di proprietà i lavoratori chiedono garanzie sul posto di lavoro. 
A differenza dei lavoratori tenuti sotto controllo dai confederali, non aspettano rassegnati di vedere che fine faranno, ma si mobilitano per ottenere risposte e difendere il posto di lavoro. Dal momento che in questo settore, l'avvicendarsi delle cooperative è spesso usato per eliminare i lavoratori scomodi (sindacalizzati, o consumati dal lavoro).
In questa importante lotta, segnata dal blocco totale del magazzino il 28 ottobre, oltre al fronte padronale, il sindacato deve affrontare e combattere spinte interne opportuniste tra i lavoratori, come quelle di chi cerca una soluzione individuale e boicotta le iniziative sindacali, incrinando il fronte interno al solo scopo di garantirsi come affidabili agli occhi della cooperativa. Cooperativa che aumenta le minaccie di lasciare a casa quelli con la tessera dello Slai/cobas sc.

E' in questo contesto che si inserisce l'azione del Si.cobas, che incurante della battaglia in corso non esita a reclutare la parte opportunista dei lavoratori (che si erano uniti agli altri lavoratori dello slai cobas sc solo dopo aver fatto i crumiri durante lo sciopero vittorioso del 2011) per avere una base di iscritti ed entrare nel magazzino (a far cosa visto che non stanno lottando?).
In particolare utilizzando due lavoratori che erano stati diffidati ed allontanati dal nostro sindacato perchè si erano resi protagonisti, aizzati e sotto gli occhi dei responsabili di cooperativa e consorzio, di minacce fisiche contro un nostro delegato. Della pattuglia filo aziendale entra poi a far parte un nostro ex delegato, appena dimesso a furor di popolo dai lavoratori in assemblea per la sua azione di pompiere/intrallazzone. Questi entra al volo nel nuovo gruppo del Si.cobas, cercando in tutti i modi di convincere gli amici a seguirlo, ma soprattutto, da delegato, giustificando la realtà delle pesanti condizioni di lavoro agli occhi di ASL e DTL durante l'ispezione (fino ad arrivare a motivare i lucchetti presenti su di una porta di emergenza, con i - presunti - furti nel magazzino).

L'AZIONE DEL SINDACATO DI CLASSE

Quindi, due sindacati e due azioni differenti. Da due mesi gli operai dello Slai Cobas sc quotidianamente si mobilitano e scioperano, mentre il gruppo del Si.cobas, non partecipa, e compie vere azioni di crumiraggio durante gli scioperi. Contemporaneamente, incurante, continua la sua azione sotterranea di tesseramento, con le disdette che arrivano direttamente dai fax della cooperativa, che naturalmente ha tutto l'interesse a dividere i lavoratori in lotta, indebolirne la forza e la rappresentatività nel magazzino. 

Cooperativa che concede piena agibilità quotidiana ai delegati del Si.cobas per fare questo sporco lavoro. Mentre scatena una guerra aperta quotidiana, nei confronti dei lavoratori che lottano e scioperano. Soprusi e minacce, contestazioni disciplinari false verso i delegati, in particolare dopo il 1° dicembre, quando durante uno sciopero di 4 ore i lavoratori e lo slai cobas sc portano un'esposto-denuncia sulle condizioni di lavoro alla DTL di Bergamo, denunciando orari di lavoro infiniti, condizioni di lavoro a cottimo, rischio sicurezza, mentre i delegati del Si.cobas chiamano amici e parenti per sostituire i lavoratori in sciopero. Una vera e propria azione di crumiraggio contro la lotta in corso, che sta ancora continuando.
Infatti li 24 dicembre allo sciopero e manifestazione, i lavoratori si sono divisi in due: una parte combattiva in lotta con lo Slai Cobas sc, una parte a garantire la produzione per la cooperativa e i padroni dei supermercati, con in testa delegati e iscritti al Si.cobas.

Una brutta situazione che manifesta per la prima volta nel 2011 e si può ricostruire dai comunicati usciti in quel periodo. 
e che ora ritorna, sotto una nuova forma, ma ugualmente pericolosa per una mobilitazione, che andrebbe condivisa, sostenuta, portata in tutti i magazzini. Perché è una lotta necessaria contro queste condizioni di lavoro bestiali, e contro il perenne ricatto per posto di lavoro, in forza del CCNL, che consente, nei cambi appalto, alle cooperative subentranti, di sostituire e licenziare i lavoratori, quando il lavoro invece c'è.






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