sabato 31 ottobre 2015

31 ottobre - PUGLIA: "Reddito di dignità" - lo Slai Cobas scrive ad Emiliano



AL PRESIDENTE REGIONE PUGLIA, MICHELE EMILIANO
all'Assessore al Lavoro, Sebastiano Leo

Alla Dr.ssa Titti De Simone


epc al Sindaco, Stefano Comune Taranto
All'Assessore al lavoro, Francesco Cosa


OGGETTO: LEGGE SUL "REDDITO DIDIGNITA'" IN PUGLIA - necessarie modifiche - richiesta incontro

Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto e l'organizzazione Disoccupati Organizzati hanno letto con attenzione il testo della Legge per l'introduzione in Puglia del "Reddito di dignità".
Noi siamo chiaramente favorevoli ad una misura che - come accade in vari paesi della UE - dia finalmente un sostegno economico in attesa del lavoro ai disoccupati e a chi ha perso il lavoro ed è privo di ammortizzatori sociali. Nel merito, però, riteniamo che i criteri del "reddito di dignità" che codesta Regione ha stabilito non siano ancora quelli che possano costituire un effettivo sostegno a tutti i disoccupati.
- Si tratta di una misura di reddito molto basso, che chiamarlo di "dignità" sembra un eufemismo: il massimo sarebbero 600 euro ma devi essere una famiglia di 5 persone. Vale a dire poco più di 100 euro al mese a persona. Per le altre famiglie il "reddito di dignità" andrebbe proporzionalmente ridotto. E facendo un pò di conti, a una famiglia con 2 persone andrebbero meno di 250 euro, con cui, è evidente, non si riuscirebbe neanche a mangiare. In questo modo più che "reddito di dignità", si può chiamare di "elemosina"
- Viene ristretta enormemente la platea dei beneficiari: solo famiglie che non superano i 3000 euro. Quindi, basta che un componente della famiglia faccia dei lavoretti, che non avrebbe diritto al reddito. .
- Viene riferito alle "famiglie", non a tutti i disoccupati. Un provvedimento, quindi, che da un lato si presenta di fatto "ideologico-politico", di affermazione della famiglia e della famiglia tradizionale con uomo, donna, figli; dall'altro è estremamente penalizzante per giovani, donne che vogliono andare via dalla famiglia, acquisire un'indipendenza, ma che proprio per la mancanza di lavoro o reddito non possono farlo.
- Per le donne, poi si presenta doppiamente penalizzante, lì dove, invece, un reddito collegato alla persona e non alla famiglia permetterebbe a molte donne di liberarsi di situazioni familiari fortemente oppressive o anche violente.

Quindi, così com'è attualmente questa legge non risponde alla rivendicazione generale dei disoccupati e delle disoccupate.


La scrivente OS e i Disoccupati Organizzati di Taranto, chiedono pertanto che vengano apportate in particolare le seguenti 2 modifiche:
1. il reddito sia per tutti i disoccupati, per tutti coloro a cui viene negato il lavoro o sono stati licenziati, senza condizione e sbarramenti - pertanto slegato dalla condizione familiare e dal reddito familiare, ma legato solo al reddito della singola persona
2. la misura del reddito, pur mantenendola di 600 euro, sia uguale per tutti i disoccupati.

Inoltre, chiediamo che i tempi di realizzazione di questa misura siano molto brevi (a Taranto, ogni giorno che passa, la situazione diventa sempre più drammatica); in netta controtendenza con i lunghissimi tempi che stanno avendo i "cantieri di cittadinanza" o "garanzia giovani".
PER QUANTO SOPRA, SI CHIEDE UN INCONTRO NEL PIU' BREVE TEMPO POSSIBILE AL PRESIDENTE EMILIANO.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
DISOCCUPATI ORGANIZZATI

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