giovedì 29 ottobre 2015

29 ottobre - Un coordinamento internazionale operai dell'auto. Pubblichiamo e allo stesso facciamo chiarezza



ma è bene chiarire e informare che questo coordinamento esiste da anni e fa capo ai tedeschi del MLPD, un partito ‘ml’ che ha sempre usato le lotte operaie

per fini elettorali, conquistando sempre e comunque numeri da prefisso telefonico

non è con questi documenti e questa linea che si costruisce il coordinamento internazionale classista combattivo e internazionalista degli operai delle fabbriche automobilistiche

Slai Cobas per il sindacato di classe – coordinamento nazionale




Noi, operai dell’automobile, ci assumiamo la responsabilità del nostro futuro!
Oggi, dopo 17 anni di proficuo lavoro congiunto, possiamo dire con orgoglio: è arrivata l’ora della fondazione di un “Coordinamento Internazionale degli operai dell’automobile”. Questa unione si rende sempre più necessaria a livello mondiale tra operai e operaie dell’automobile e del comparto fornitori, in sintonia con le nostre famiglie e i nostri collaboratori. Le grandi multinazionali dell’automobile aspirano al massimo profitto scaricandone i costi sugli operai e sull’ambiente. Essi ricattano li, distruggono i posti di lavoro, riducono i salari e aumentano i ritmi di lavoro. Approfittano della fase di crisi per intensificare lo sfruttamento, per ridurre o annullare i diritti sindacali e nel fare ciò scaricano il peso della crisi sulle spalle degli operai. In differenti paesi abbiamo sviluppato molte lotte e scioperi, al fine di far fronte a questa situazione e difendere il diritto degli operai ad organizzarsi, tutelare i posti di lavoro e i salari. Vogliamo socializzare le nostre esperienze e conoscenze, rafforzare la nostra capacità organizzativa e promuovere e coordinare le lotte a livello internazionale. Ci sosteniamo a vicenda per mezzo di azioni di solidarietà e di protesta, proclamando scioperi di solidarietà e di lotta contro le misure anti-sciopero, sviluppando campagne di solidarietà e giornate di azione solidale coordinate internazionalmente. Per questo abbiamo deciso di costruire strutture di coordinamento a livello nazionale, regionale e continentale. Queste strutture non si pongono in alcun modo l’obiettivo di rimpiazzare l’azione dei sindacati o dei partiti operai, ma hanno lo scopo di sostenerne e completarne l’azione. Dal 1998, il forte legame di solidarietà internazionale mostrato dagli operai dell’automobile di differenti stabilimenti, consorzi e paesi, si è via via rafforzato nel corso di ben sette Conferenze internazionali dei lavoratori dell’automobile. Queste conferenze si sono trasformate nei punti più alti di un percorso fondato sulla reciproca fiducia, sull’amicizia e sulla ferma convinzione che uniti possiamo cambiare lo stato di cose presente. Tutto ciò, insieme allo scambio di informazioni e pubblicazioni, attività di solidarietà, delegazioni e giornate di azione comune, ha contribuito alla riuscita delle lotte del movimento operaio a livello mondiale:
  • nelle lotte contro la chiusura di stabilimenti come nel caso di Opel/Bochum in Germania, GM/San Jose dos Campos in Brasile, Ford/Genk in Belgio, Peugeot/Aulnay in Francia;
  • nelle ampie campagne di protesta e di solidarietà contro i licenziamenti e la criminalizzazione dei dirigenti sindacali alla Toyota nelle Filippine, nella lotta dei lavoratori sottopagati alla Suzuki-Maruti in India e per i lavoratori aggrediti e licenziati alla GM in Colombia o in Ssangyong in Corea;
  • nella lotta congiunta negli stabilimenti di diversi consorzi come nel 2014 in Sudafrica, nel gennaio 2015 in Brasile e nel maggio 2015 a Bursa in Turchia.
Tutte queste lotte furono precedute dalla decisione di non lasciarsi ricattare, di non accettare la presunta tesi della “mancanza di alternative” e di andare invece all’offensiva. Ancor più importante degli esiti immediati della lotta, ciò che ha avuto maggior impatto per le prospettive future è stata la crescente coscienza internazionalista di classe e la capacità organizzativa dei lavoratori coinvolti e di tutto il movimento operaio. Siamo orgogliosi del fatto che il nostro movimento sta guadagnando sempre più un profilo definito e una sempre maggiore importanza sociale. Allo stesso tempo, continua ad essere oggigiorno difficile l’unione dei lavoratori dell’automobile a livello mondiale. Subiamo quotidianamente un bombardamento mediatico teso alla manipolazione delle coscienze. I grandi gruppi e i governi diffondono la menzogna che la distruzione di posti di lavoro sia socialmente sostenibile, ammortizzano le contraddizioni attraverso incentivi alla riduzione della giornata lavorativa o attraverso forme particolari di indennità, approfittano della nostra preoccupazione per la tutela dell’ambiente e la usano strumentalmente per tagliare posti di lavoro, ricattandoci in tutti i paesi con la scusa della concorrenza proveniente degli altri luoghi di produzione, o ancora tentano di “comprarsi” i nostri posti di lavoro per mezzo di indennizzi affinché non dichiariamo battaglia. In tutte queste operazioni i padroni sono appoggiati molte volte da dirigenti sindacali sottomessi alla logica dei profitti e subalterni alle dinamiche di concorrenza tra i singoli gruppi industriali. I vari governi fanno ogni forma di concessioni ed esenzioni fiscali ai monopoli internazionali dell’auto e smantellano le leggi a protezione dei lavoratori e dell’ambiente, al fine di favorire le imprese e peggiorare le condizioni di lavoro. Solo se noi operai ci ribelliamo a queste scelte possiamo porre fine a questa presunta “comunanza di interessi”. Le nostre richieste salariali sono considerate esagerate. Dobbiamo affrontare violenti attacchi anti-proletari o un tartassamento psicologico massiccio, diretto in particolare contro quelle forze che non si piegano al dominio del capitale. Le imprese perseguitano i lavoratori e le lavoratrici che osano rivendicare i loro diritti sul lavoro e lottano per la organizzazione della classe operaia, arrivando spesso a una repressione aperta delle organizzazioni sindacali e finanche all’assassinio dei sindacalisti come accaduto in Colombia. Vogliono farci credere che siamo soli e isolati, come una sagoma che lotta contro un avversario troppo potente. Effettivamente noi operai dell’automobile ci troviamo di fronte a un avversario potente. Però non siamo indifesi! La nostra forza si dispiega con una coerenza e una capacità organizzativa che vanno ben oltre le frontiere nazionali. I radicali cambiamenti della produzione industriale non ci hanno portato a risolvere i problemi dell’umanità. Al contrario, hanno acutizzato la crisi! Noi, operai delle imprese automobilistiche e dei fornitori, lavoriamo internazionalmente gomito a gomito in molti paesi, nonostante ci costringano a una sempre maggiore competizione. Noi lavoratori creiamo prodotti di valore nonostante la gran parte di noi non può comprarli. Molte famiglie vivono in condizioni di povertà al limite della sopravvivenza, in parte anche perché i giovani vengono costretti alla disoccupazione e al lavoro sottopagato. Siamo specialisti di un modo di produzione altamente sviluppato, e ciononostante ci rendiamo conto che tutto ciò si ripercuote contro di noi sotto le catene delle relazioni capitalistiche, poiché si traduce nella distruzione dell’unità dell’essere umano con la natura circostante. L’obiettivo dei consorzi dell’automobile di aumentare la produzione annuale a 100 milioni di veicoli puntando sui combustibili fossili e trasportando un flusso sempre più grande di merci su strada, porta oggettivamente al collasso del clima mondiale. Gli stessi gruppi che distruggono i posti di lavoro sono quelli che mettono deliberatamente a rischio di distruzione le basi fondamentali di vita dell’umanità, col pericolo di una catastrofe ambientale. Sempre meno persone possono e vogliono adeguarsi al fatto che gli stanno rubando il futuro, in particolare ai giovani. Mentre le imprese e il capitale fanno i loro affari in tutti gli angoli del mondo, si nega agli operai e al popolo il diritto di emigrare, e ciò ha portato a tragedie soprattutto nei paesi poveri. Nel mondo intero, vi sono lavoratori e lavoratrici che lottano contro lo sfruttamento capitalista, contro lo sfruttamento infantile, contro l’oppressione particolare delle donne, le discriminazioni e il sessismo, le masse popolari lottano per evitare che il peso della crisi si scarichi sulle loro spalle, contro la distruzione dell’ambiente e contro le guerre reazionarie, contro le discriminazioni di razza, origine o identità sessuale. Noi, operai dell’automobile siamo una parte importante delle centinaia di milioni di lavoratori dell’industria. Noi faremo di tutto per trasformarci in una forza superiore contro il capitale finanziario internazionale che oggi domina l’economia, la politica mondiale e gli apparati statali di oppressione. Facciamo un appello a tutti gli operai, donne e uomini, dell’automobile e ai solidali con le loro lotte, a diventare membri del coordinamento internazionale attraverso la firma della risoluzione iniziale.
Lottiamo:
  • per prestare solidarietà alla lotta degli operai nell’industria automobilistica. Portiamo dichiarazioni di solidarietà nelle assemblee dei lavoratori e organizziamo azioni solidali con tutti coloro che lottano contro lo sfruttamento nei consorzi automobilistici.
  • Per organizzare campagne contro l’oppressione dei lavoratori e delle lavoratrici che sono colpiti da licenziamenti, persecuzioni, arresti e altre misure che mirano a tappargli la bocca. Gli operai combattivi devono sapere che possono confidare nell’appoggio internazionale e che gli attacchi delle aziende saranno denunciati internazionalmente! Difendiamo il diritto di libera organizzazione dei lavoratori.
  • Per concentrare azioni e giornate di lotta concordate internazionalmente nel periodo di tempo che va dalla giornata mondiale della sicurezza sul lavoro il 28 di aprile e il primo maggio, giornata internazionale di lotta della classe operaia, per dare così la nostra forza unitaria internazionale.
  • Nelle sue sedi centrali, le aziende elaborano piani e fissano obiettivi per la chiusura delle fabbriche, il trasferimento della produzione in paesi con basso costo del lavoro e l’aumento dello sfruttamento. Per fare ciò mettono in concorrenza i lavoratori e le lavoratrici, gli uni contro gli altri, all’interno dei singoli gruppi. E’ per questo che il coordinamento all’interno dei rispettivi gruppi internazionali è di importanza cruciale.
  • Organizzeremo iniziative per ridurre la giornata lavorativa ed eliminare il lavoro sottopagato e a termine, come strumento fondamentale nella lotta contro lo sfruttamento e la disoccupazione. Cerchiamo la collaborazione con altri operai, organizzazioni e movimenti combattivi.
  • Promuoveremo l’organizzazione degli operai con una solida base nelle singole imprese. Siamo consapevoli che le condizioni oggettive sono differenti in ogni paese e in ogni impresa. Sosteniamo il rafforzamento dei sindacati come organizzazioni di lotta per migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli operai e promuoviamo l’unità sindacale su una base combattiva. Non ci limitiamo a una lotta per il miglioramento dei salari e delle condizioni di lavoro ma rivendichiamo una vita prospera, dignitosa e salutare per tutti, in armonia con la natura: una società senza sfruttamento ne oppressione, perché un altro mondo è possibile. Questa è la nostra prospettiva, per la quale lottiamo ben al di la delle frontiere nazionali, al fine di superare tutti gli ostacoli con perseveranza e determinazione.
  • La IAC (Conferenza internazionale degli operai dell’automobile) rifiuta categoricamente e ovunque il TPP, il TTIP, il TISA e gli altri trattati internazionali che rappresentano una minaccia globale per i lavoratori e per gli operai dell’automobile , e lotterà in tutti i paesi del mondo contro i cosiddetti “accordi di libero commercio”.
  • Noi operai ed operaie partecipanti siamo al fianco di tutti i popoli oppressi e sfruttati.
In vista della seconda Conferenza internazionale degli operai dell’automobile nel 2019 svilupperemo una fase di ampia diffusione dei lavori della conferenza, al fine di creare strutture di coordinamento e conquistare molti nuovi membri nei vari continenti.
I nostri principi di cooperazione sono i seguenti:
  • Tutti i membri rafforzano questo movimento compatibilmente con le loro possibilità. Essi decidono liberamente di assumerne i compiti e di farlo in maniera affidabile.
  • Si applicherà il carattere non partitico e di apertura ideologica, con uguaglianza di diritti per ogni partecipante.
  • L’indipendenza finanziaria e il contributo di tutti i partecipanti al finanziamento rappresentano la base della nostra autonomia.
  • Una cultura basata sul confronto democratico e orizzontale, basata sul mutuo rispetto e l’esimersi da attacchi contro altri membri, rafforza la nostra unione.
  • Sono esclusi coloro che propugnano idee fasciste, razziste, sessiste, fanatico-religiose e omofobe.
  • Eleggeremo un gruppo internazionale di coordinamento per la realizzazione dei compiti concordati. Questo gruppo rendiconterà il suo lavoro nella seconda Conferenza Internazionale degli operai dell’automobile nel corso dell’assemblea dei delegati.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!
Operai dell’automobile, prendiamo il futuro nelle nostre mani!
I delegati alla I Conferenza internazionale degli operai dell’automobile
Sindelfingen, 17/10/2015
NOI OPERAI DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICACONFERENZA MONDIALE DEGLI OPERAI DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA


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