venerdì 11 settembre 2015

11 settembre - Limena (PD): Operai sfigurati dalla smerigliatrice



Rischia il giudizio il titolare della ditta: lavorava in subappalto per opere del Mose di Cristina Genesin


10 settembre 2015 


LIMENA. Una ditta che lavora in subappalto. Che utilizza macchinari non in regola. Che organizza il lavoro dei dipendenti senza alcun controllo per evitare eventuali incidenti sempre dietro l’angolo. Anzi, che viola le norme in materia di sicurezza. Ecco che allora, immancabilmente, quegli incidenti accadono addirittura a distanza di appena 24 giorni l’uno dall’altro. Identica la dinamica e pure la gravità. A rimetterci non è stato il responsabile dell’impresa ma due operai: l’uno (romeno, classe 1986 con residenza a Spinea nel Veneziano) si ritrova con il volto devastato a causa di una frattura ossea facciale («con deformazione permamente del viso per gli esiti cicatriziali al volto e per l’infossamento della piramide nasale»); all’altro (un italiano 50enne residente a Ficarolo nel Rodigino) è “esploso” l’occhio sinistro («...il lavoratore riportava fratture multiple dell’orbita sinistra con scoppio del bulbo oculare nonché perdita del bulbo e della sua funzione visiva e della funzione stereoscopica bioculare»). Ora rischia di finire a processo il datore di lavoro nonché legale rappresentante della ditta L.M. Montaggi e Costruzioni srl, Enrico Polacchini, 61 anni di Ostiglia (Mantova). Il pubblico ministero padovano Francesco Tonon ha chiuso l’indagine e si prepara a sollecitare il giudizio a carico del titolare dell’impresa, contestando non solo il reato di lesioni colpose gravissime (con l’aggravante di averle commesse violando le norme relative alla prevenzione degli infortuni sul lavoro) ma anche di non aver adottato le misure necessarie affinché le attrezzature di lavoro fossero utilizzate in conformità alle istruzioni d’uso indicate dal fabbricante e di non aver svolto una formazione specifica agli operai. I fatti si verificano l’ 8 novembre e il 2 dicembre 2014 nell’area della ditta di carpenteria M.A. srl con sede a Limena in via del Santo che aveva affidato in subappalto a L.M. Montaggi e Costruzioni la “molatura” di cassoni destinati a costituire le dighe mobili del Mose. Per quell’operazione i due operai utilizzano smerigliatrici non a norma: il carter (l’attrezzo che racchiude il disco per la molatura) è risultato modificato. In pratica il disco, più grande rispetto a quello originale, si inceppa spesso cosicché, mancando una impugnatura supplementare, la smerigliatrice rimbalza. Ecco che, a seguito del contraccolpo, in entrambi i casi l’attrezzo è piombato sul viso dei due lavoratori, segnando per sempre le loro esistenze.



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