sabato 22 agosto 2015

21 agosto - Sulle Stragi nei campi in Puglia, ma non solo, dallo Slai Cobas sc di Taranto: sul bracciante in coma,denunciamo le dichiarazioni del sindaco di S. Giorgio J.




CADONO GIU' COME LE ACINELLE!
E' IL 4° BRACCIANTE IN PUGLIA
CRIMINALI PADRONI, I LORO CAPORALI, ISTITUZIONI E ORGANI DEL NON CONTROLLO
LE SQUALLIDE DICHIARAZIONI DEL SINDACO DI S. GIORGIO J.

E' tuttora ricoverato in coma nel reparto di rianimazione dell’ospedale "San Carlo" di Potenza il bracciante di 42 anni, Arcangelo De Marco, di San Giorgio Jonico (Taranto), colpito da un malore nelle campagne di Andria, il 5 agosto scorso, mentre lavorava all’acinellatura dell’uva.
Il bracciante stava lavorando nella stessa zona di campagna, fra Andria e Canosa di Puglia, nel nord-barese, in cui lo scorso mese è morta per un malore un'altra bracciante di San Giorgio Jonico, Paola Clemente, di 49 anni. Arcangelo lavorava per la stessa agenzia interinale per cui lavorava Paola.
La Cgil teme che “in quelle campagne si usino fitofarmaci pericolosi che fanno sentire male gli operai”.
Nell'arco dell'ultimo mese altri braccianti sono morti: due extracomunitari e Paola, morti letteralmente di fatica, con orari di lavoro spesso estenuanti, anche 12-13 ore al giorno (più quelle di viaggio), con una paga che superava di poco i due euro l'ora per le donne e immigrati. Dei soldi che prendono una parte devono darla al caporale.
Lavoravano, come tanti braccianti, o curvi a raccogliere pomodori o con le braccia e la testa sempre alzate, sotto tendoni spesso coperti di spessi teli di plastica che portano le temperatura di questa estate afosa anche a 50 gradi e che racchiudono le esalazioni dei fitofarmaci che vengono normalmente utilizzati nelle campagne.

Ancora una volta dobbiamo parlare di morti annunciate, in cui gli assassini e i corresponsabili hanno nomi e cognomi, ma ancora nessuno è stato arrestato.
- I padroni agricoltori o grandi commercianti che impongono condizioni di lavoro sempre più da schiavismo;
- i caporalati veri "kapò/dittatori" che decidono chi deve o non deve andare a lavorare, che si fanno pagare dai braccianti, e che dalle donne a volte pretendono insieme al denaro anche prestazioni sessuali;
- gli organi di controllo che non fanno affatto i controlli dovuti, e che quando li fanno sono di una schifosa superficialità (limitandosi a quello che possono dichiarare sotto ricatto lavorativo, i braccianti durante le ispezioni);
- le Istituzioni: la Regione Puglia che in questo periodo si limita a fare incontri con le associazioni datoriali, ecc; e che agisce sempre post;
- la stessa Magistratura che solo su denuncia dopo settimane, dopo che i braccianti morti sono già stati sepolti in fretta e furia, dispone l'autopsia (come per Paola).

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe, nel dare la sua solidarietà al bracciante Arcangelo De Marco e sperare fortemente che si salvi, e nel preparare a settembre una iniziativa sulla condizione dei braccianti, sia italiani che immigrati, denuncia con forza, come oggettivamente complici di questa gravissima situazione che ha visto gi? 4 morti nel giro di un mese, le dichiarazioni rese dal SINDACO DEL COMUNE DI S. GIORGIO J. (TA) IN CUI VIVEVA PAOLA E ABITA ARCANGELO.

Le squallide e non veritiere affermazioni di questo Sindaco alla stampa: "qui non si parla di caporalato... non c'è lavoro nero. Le aziende sono serie e lavorano da anni. Le condizioni in campagna si sa quali sono, se poi è lontano dal paese ci vogliono due ore ad andare e due ore a tornare; quest'anno c'è stata anche un'estate caldissima per cui lavorare in campagna è pesante. Però la Puglia è piena di tendoni non è che li stiamo inventando adesso. Sicuramente con il caldo che ha fatto qualcuno è venuto meno. Quello che mi sento di dire e che c'è una grande difficoltà quest'anno legata al caldo e magari qualche ragazzo si è sentito pure male...".
rivelano un atteggiamento ignobile, per cui con il caldo sarebbe normale che le morti vadano messe in conto...
mentre il resto “aziende, caporali, agenzie interinali” andrebbe tutto bene...
Un atteggiamento che invece di guardare alle responsabilità, ai mancati interventi delle stesse Istituzioni locali e degli organi di controllo di fronte alle condizioni di lavoro da moderno schiavismo che stanno portando a morte per fatica e sfruttamento, vuole normalizzare la situazione, facendola passare per inevitabile, in cui l’unico ad essere condannato sarebbe “il caldo”...

Queste incredibili affermazioni sono di fatto complici di questa grave realtà dei braccianti in Puglia.
E CI CHIEDIAMO: MA QUALI LEGAMI INTERESSATI HA QUESTO SINDACO CON AGRICOLTORI, AGENZIE INTERINALI, CAPORALI...?


Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto

Calderazzi Margherita (3475301704)


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