martedì 11 agosto 2015

10 agosto - PISA: Settore edile, le storie dei lavoratori dallo sportello Cobas



Pisa “Nel settore edile, dal 2008 ad oggi, si sono persi in Toscana 30 mila pari al 40% della forza lavoro. Una buona parte di questi lavoratori si arrabatta con il nero anche perchè le tasse per gli autonomi sono troppo alte se pensiamo che non tengono conto degli effettivi incassi. Ad inizio agosto allo sportello dei Cobas si sono presentati lavoratori e lavoratrici, vi raccontiamo senza omissioni le loro storie - Abdul 34 anni viene dal Marocco , in Italia da quasi 10 anni assunto per alcuni anni regolarmente da azienda artigiana poi licenziato per il mancato finanziamento delle banche. Abudl lavora nei campi, in pochi anni la paga al nero è passata da 7\8 euro a 5 euro, tutte sotto il sole. In una giornata puoi lavorare 7 ore per una paga che arriva a 35 euro senza contributi infortunistici e previdenziali e con una bottiglietta di acqua da mezzo litro, il cappello lo acquisti da un ambulante, la pausa pranzo è ovviamente a tuo carico e per risparmiare il panino te lo porti da casa. Ma non lavori tutti i giorni, se ti va bene sono 3 giorni a settimana.. Il caporalato non esiste a Pisa? Non diremmo . Gli italiani non sono ben visti perchè i padroni (italiani) hanno paura di denunce all’ispettorato del lavoro mentre i migranti lavorano a qualunque prezzo e senza fare storie. Non sono mancati problemi tra noi- dice Abdul- soprattutto in caso di malori c’era chi non voleva portare il collega di lavoro in ospedale. Per chi è sopravvissuto ai barconi l’idea della morte non è lontana ma ti accompagna ogni giorno. Il datore di lavoro dice di non chiamare il 118 ma di portare lontano dai campi chi accusa malori per il caldo solo a quel punto chiamare soccorso. Abbiamo una cassetta di pronto soccorso solo dopo proteste e acqua di rubinetto per rinfrescarsi. _ Dug ,27 anni, viene dal Senegal, vende accendini una giornata intera per racimolare 20 euro . Ci racconta che stanno in 4 in una camera con i letti a castello e ciascuno paga 150 euro. Ogni mese manda in Africa 100 euro, ci sono giorni in cui non mangia.
I vigili urbani sequestrano la nostra merce abusiva, per questo nascono attriti perchè perdere la merce significa non avere reddito…. _ Marta, 49 anni, una vita tra ristoranti e sagre ci racconta la sua storia. In 3 anni siamo passati da 8\10 euro all’ora a 5\6, io ho 25 anni di esperienza in sala e in cucina ma non vado oltre le 7 euro all’ora. Ho avuto un infarto e per tre mesi sono stata senza lavorare, al ritorno il mio posto era stato preso da un apprendista di 20 anni pagato la metà. Questa situazione è nota a tutte le associazioni di commercianti, qualcuno che tuona contro la contraffazione delle merci in tv e sui giornali si dimentica di pagare i contributi previdenziali ai suoi dipendenti. A Pisa perfino le consegne della pizza a domicilio avvengono al ribasso, quest’anno sono stata fortunata e per 11 ore di lavoro porto a casa 1100 euro , sei giorni lavorativi e il settimo mezza giornata, giusto per avere tempo di lavare i panni e rimettere la casa in ordine. - Giovanni ha 59 anni, troppo giovane per la pensione ma troppo vecchio per lavorare. E’ stato mulettista, edile, artigiano ma alla fine si ritrova con una pensione di invalidità e costretto a chiedere aiuto alla figlia commessa in un negozio, la sola fonte di reddito in casa. HA venduto macchina e motorino, viaggia a piedi e per due anni ha consegnato volantini pubblicitari fino a quando il diabete lo ha bloccato a letto con le dita di un piede amputate. Ho quasi 30 anni di contributi ma la pensione non c’è e io sono ridotto sul lastrico con una moglie casalinga che rammenda vestiti per 3 \4 euro all’ora. Questa vi sembra vita? A me francamente no” Fonte: Cobas Pisa

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