giovedì 30 luglio 2015

30 luglio - Sciopero, il governo insiste che intende abolirlo



Delrio "nomina" Sacconi e Ichino come plenipotenziari in Parlamento!

Governo sempre più determinato a rivedere dalle fondamenta il diritto di sciopero. Così determinato che tutto quello che accade nella pubblica amministrazione, fino agli enti locali, viene strumentalizzato come un argomento a favore di una stretta ulteriore. E così il neoministro delle Infrastrutture Graziano Delrio passa il suo tempo a “monitorare” le proteste al sito archeologico di Pompei, piuttosto che all’Atac. Il quadro che ne trae così come quello del presidente del Consiglio Renzi, è impietoso, per lui. "Una cosa e' chiedere un contratto collettivo che non venga rinnovato ogni dieci anni senza dover aspettare la Corte costituzionale, un'altra e' timbrare il cartellino e poi non lavorare come il contratto impone. Chi non rispetta le regole non sta protestando ma sta facendo un atto di sabotaggio, di spregio verso il bene pubblico. Con loro si deve essere molto duri, nessuna timidezza". Insomma, non pago di aver praticamente annullato gli scioperi a Milano con la scusa dell’Expo ora si scaglia contro tutto, il resto degli altri settori, e tutti, i lavoratori: per proclamare una astensione dal lavoro, laddove sarà ancora possibile considerato che tutto verrà “spammato” attraverso la definizione di “servizio pubblico essenziale” ci vorrà il referendum. Non ha fretta l’ex braccio destro di Renzi. Aspetta la legge. E nomina come suoi plenipotenziari, pensate un po’, due “paladini” della difesa dei diritti dei lavoratori Ichino e Sacconi. In un intervista comparsa oggi sul Corriere della Sera sfoga tutto il suo odio di classe contro i lavoratori e mostra i denti a chi intende portare avanti le sue rivendicazioni attraverso una qualche forma di mobilitazione. Ma ancora non basta, a quanto pare. Una causalità la contemporanea espulsione dalla Cisl del delegato a capo della rivolta a Pompei? Roma e a Pompei che c'azzeccano? "Possono sembrare molto diversi fra loro. Ma hanno anche qualcosa che le mette sullo stesso piano, sono beni comuni, appartengono alla collettivita'. E quindi credo sia giusto far rientrare la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali". In questa prospettiva il cosiddetto “sciopero selvaggio” (che non lo è nei fatti) diventa inammissibile, anche se Delrio non ritiene opportuno un intervento diretto del governo su questa delicata materia: "Lo sciopero e' un diritto tutelato dalla Costituzione e quindi credo sia meglio evitare un intervento diretto del governo. In Parlamento ci sono gia' diverse proposte di legge, come quella dei senatori Maurizio Sacconi e Pietro Ichino, ad esempio, e c'e' anche una proposta di iniziativa popolare". Proposte in cui si ammette lo sciopero solo se proclamato dal 50% piu' uno dei lavoratori e per Delrio si deve partire da qui, come anche "sono convinto- dice- che il referendum preventivo fra i lavoratori sia una buona idea"

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