mercoledì 27 maggio 2015

26 maggio - Sindacato unico e Fascismo Sindacale: Due facce della stessa medaglia......

.....da una parte la Cigl della Camusso che grida "al lupo, al lupo", quando sono i primi sostenitori di questa dittatura, con l'accordo del 10 gennaio 2014. Poi vi sono gli opportunisti, per essere leggeri, di USB, che tramite Tomaselli ricordano che in questo paese vi sono ancora tanti antifascisti, e poi si vedeno "costretti" a firmare l'accordo del 10 gennaio dopo la bocciatura del loro ricorso. Unica definizione: IGNOBILI!



Sindacato unico, Camusso: “Concezione che esiste solo nei regimi totalitari”
La replica di Cgil, Cisl e Uil al sogno del premier: "Una concezione che è concettualmente sbagliata perché presuppone che la totalità di orientamenti e la rappresentanza di tutti i soggetti, anche diversi, che vi sono nel mondo del lavoro, vengano inclusi in un pensiero unico"
di F. Q. | 23 maggio 2015 



 “Penso che il tema del sindacato sia quello del sindacato unitario. Il sindacato unico è invece una concezione che esiste solo nei regimi totalitari“. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha così replicato al premier Matteo Renzi dai microfoni del Giornale radio Rai. “Mi piacerebbe arrivare un giorno al sindacato unico, ad una legge sulla rappresentanza sindacale e non più a sigle su sigle su sigle”, aveva detto il presidente del Consiglio venerdì sera davanti alle telecamere di Bersaglio Mobile. “Una concezione che è concettualmente sbagliata perché presuppone che la totalità di orientamenti e la rappresentanza di tutti i soggetti, anche diversi, che vi sono nel mondo del lavoro, vengano inclusi in un pensiero unico che non fa parte della modernità”, secondo Camusso. “Sembra che voglia far prevalere il modello dell’uomo solo al comando e che intenda esportare questa sua idea anche nel mondo del lavoro e del sociale”, concorda il  leader Uil, Carmelo Barbagallo ribadendo che Renzi “dimentica, forse, che esperienze del genere sono, nella maggior parte dei casi, in Paesi totalitari”. L’Italia non ha bisogno di un sindacato unico ma di sindacati responsabili e riformatori“, è stata invece la replica del leader Cisl, Annamaria Furlan: “Non serve a niente alzare polveroni o buttare benzina sul fuoco. Piuttosto il governo si occupi dei problemi veri” a partire da crescita e lavoro. Sindacati responsabili e riformatori, ha in dettaglio detto Furlan, “capaci come ha fatto sempre la Cisl nella sua storia di guidare le trasformazioni del Paese con una linea partecipativa e non antagonistica, assumendosi le responsabilità con la politica di concertazione e con accordi sindacali innovativi a livello nazionale, territoriale ed aziendale. Questo è quello di cui ha bisogno il nostro Paese”. A proposito del tema della rappresentanza sindacale, poi, “noi abbiamo siglato un accordo insieme a Cgil e Uil e le associazioni imprenditoriali che regola in maniera chiara sia la validazione degli accordi sia la rappresentatività del sindacato, cosa che avviene già anche nel settore pubblico. Non serve a niente alzare polveroni o buttare benzina sul fuoco su questo tema. Piuttosto il Governo si occupi dei problemi veri del Paese a cominciare dalla questione della crescita, del sostegno ai redditi più bassi e degli investimenti per creare posti di lavoro per i giovani e dare una prospettiva occupazionale a quanti purtroppo si trovano senza lavoro”.



La Cassazione boccia il ricorso Usb sul 10 gennaio. Una firma obbligata
Domenica, 24 Maggio 2015

La delibera del Consiglio Nazionale Confederale della Usb sull'accordo del 10 gennaio 2014
Roma, 23/05/2015
Il Consiglio nazionale dell'Unione Sindacale di Base, riunito a Roma il 23 maggio 2015, a fronte della sentenza emessa dal Tribunale di Roma che ha rigettato il ricorso legale nei confronti dell'accordo del 10 gennaio 2014 sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria e prendendo atto della pressante richiesta di migliaia lavoratori, iscritti e delegati sindacali USB di non abbandonare il presidio sindacale nelle fabbriche e nei posti di lavoro, è costretto a dare formale adesione all'accordo del 10 gennaio. Da oltre un anno infatti le liste della nostra Organizzazione sindacale vengono sistematicamente respinte in occasione del rinnovo di ogni elezione delle RSU, producendo conseguenze gravissime ai lavoratori interessati ed una inaccettabile sottrazione di democrazia. Una valutazione ed una decisione per noi pesante che viene dopo lotte e mobilitazioni contro i contenuti di quell'accordo che continuiamo a considerare assolutamente negativo e dopo una battaglia legale durata oltre un anno. Un accordo i cui effetti continueremo comunque a contrastare sui posti di lavoro e in tutte le sedi che riterremo opportune. Non cambia quindi la nostra valutazione assolutamente negativa sull'Accordo del 10 gennaio e la sentenza del 20 maggio sembra quasi una beffa. A 45 anni esatti da quel 20 maggio 1970 che vide la nascita dello Statuto dei Lavoratori si consuma, con la legittimazione della Magistratura, una ulteriore pesante sconfitta del mondo del lavoro che ci riporta indietro di decenni e che si colloca in un riassetto autoritario della società sia a livello Italiano che Europeo. Praticamente quasi tutti i sindacati italiani hanno aderito all'accordo del 10 Gennaio subito dopo la sua definizione ed altre li hanno seguiti dopo poco tempo: noi abbiamo percorso la strada della contrapposizione sindacale e legale non tanto per l'USB, quanto per difendere tutti i lavoratori, il Sindacato con la S maiuscola e il diritto del lavoro. Abbiamo perso una battaglia. Costretti, a viso aperto, a sottoscrivere un accordo che non condividiamo, ma fortemente convinti della necessità, ora ancor più importante, di costruire un'alternativa sindacale a Cgil, Cisl e Uil, un'alternativa sindacale che faccia dell'indipendenza, della democrazia e della pratica del conflitto sociale, la base del proprio operato. Il consiglio nazionale impegna quindi tutta l’organizzazione a proseguire nella battaglia per la democrazia nei luoghi di lavoro e per pretendere dal Parlamento la riassunzione delle proprie responsabilità politiche e prerogative legislative, in questo caso scippate da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, e conseguentemente emanare una legge democratica sulla rappresentanza e rappresentatività nei luoghi di lavoro ponendo fine al monopolio della rappresentanza sindacale. Per questi motivi il Consiglio nazionale dell'Unione Sindacale di Base conferisce mandato all'Esecutivo nazionale di inviare, valutando tempi e modalità, l'adesione formale all'Accordo del 10 Gennaio ed impegna l'intera Organizzazione ad uno sforzo senza precedenti finalizzato allo sviluppo dell’iniziativa sindacale e alla crescita del sindacato attraverso la campagna straordinaria di adesioni ad USB, oggi obiettivo ancor più importante per la costruzione di quella alternativa sindacale ormai indispensabile alle lavoratrici ed ai lavoratori di questo paese. 
Approvato a maggioranza (tre voti contrari)


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