martedì 26 maggio 2015

26 maggio - Incontro tra le Procure di Milano e Taranto - la richiesta di patteggiamento dell'Ilva è ora in forse, ma le motivazioni sono negative, legate ai "buchi" della nuova legge sugli "ecoreati"



Nell'incontro i Procuratori hanno analizzato i "risultati della nuova indagine aperta a Milano dopo lo stato di insolvenza dell'Ilva, per "bancarotta fraudolenta" da parte dei Riva che avrebbero distratto grossi fondi, si parla di centinaia di milioni di euro, usando fatture false.
L'altro argomento è stata la richiesta di "patteggiamento" presentata dai legali dell'Ilva spa nel processo Ilva. Ora, questa richiesta pare che possa essere ritirata nella prossima udienza del 28 maggio.
Noi saremmo contenti - su questo, ricordiamo, abbiamo fatto una lettera aperta ai PM di Taranto, perchè in questo modo l'Ilva si tirerebbe fuori con una multa dal processo e le parti civili non potrebbero più avere dalla società i risarcimenti.
Ma la motivazione del passo indietro dei commissari dell'Ilva e del governo avrebbe solo ragioni ignobili.
Come riporta Il Fatto Quotidiano: "...In una riunione tenuta martedì 19 maggio tra il ministro Federica Guidi e la struttura commissariale guidata da Piero Gnudi, presente Paola Severino in veste di consulente legale del commissario, si è deciso appunto di frenare sul patteggiamento, perchè la nuova legge sugli ecoreati potrebbe avere un impatto sul processo in corso a Taranto essendo ritenuta più “favorevole al reo” rispetto al reato di “disastro innominato” per cui l’azienda, la famiglia Riva e altri vengono perseguiti a Taranto". "Trovano così una prima conferma i timori finora non ufficiali della Procura e del Tribunale della città pugliese sugli effetti che la nuova legge sugli ecoreati potrebbe avere sul maxi-processo Ilva. D’altronde anche magistrati esperti del tema come Gianfranco Amendola, uno dei padri dell’ambientalismo italiano, e Raffaele Guariniello lasciano intendere che il lavoro del Parlamento non sia stato così accurato come ci si aspetterebbe per una normativa attesa da vent’anni almeno. Nella nuova legge compare l’avverbio ‘abusivamente’ riferito al delitto di inquinamento ambientale e di disastro ambientale; questo avverbio subordina la punibilità di una condotta che provoca anche migliaia di vittime alla mancanza di un’autorizzazione: questo significa limitare in modo quasi irragionevole le condotte delittuose punibili, con le ovvie ripercussioni del caso sulle obbligazioni risarcitorie a carico del reo”
Inoltre, “Il nuovo delitto di inquinamento ambientale prevede che le condotte atte a cagionarlo sono punibili solo nel caso in cui la compromissione e il deterioramento siano ‘significativi’ e ‘misurabili’, e che siano state interessate ‘porzioni estese o significative’ del suolo o del sottosuolo. Senza tuttavia indicare sulla base di quali parametri il giudice sarà chiamato ad effettuare tale valutazione, e con il serio rischio di una pronuncia di incostituzionalità della Consulta".
Pubblicato da tarantocontro

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