martedì 26 maggio 2015

24 maggio - L'importante contributo di M. Spezia x la battaglia su: SICUREZZA SUL LAVORO! KNOW YOUR RIGHTS "LETTERE DAL FRONTE" DEL 22/05/15



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INDICE

IL CEMENTO CON LE SCORIE DEGLI INCENERITORI: UN’ALTRA IDEA NON BUONA

Roberto Monfredini robertomonfredini@gmail.com
29 MAGGIO A VIGNOLA DI MODENA: SANI IN UN MONDO MALATO: POSSIAMO ANCORA ILLUDERCI?

Basta morte sul lavoro bastamortesullavoro@domeus.it
BAGNOLI COME L’ETERNIT

Basta morte sul lavoro bastamortesullavoro@domeus.it
GRAVE INFORTUNIO ALLA FIAT CNH MODENA

Pandora TV admin@pandoratv.it
PANDORA TV SPECIALE: TTIP IL TRATTATO TOP SECRET

Carlo Soricelli soricarlo49@gmail.com
ALTRI 3 AGRICOLTORI SCHIACCIATI DAL TRATTORE: LA DEMOCRAZIA E L’ATTENZIONE VALE SOLO PER I POTENTI?

Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
I VOSTRI COMPAGNI UCCISI DALL’AMIANTO! I NOSTRI FAMILIARI BRUCIATI DAL FUOCO!

PROPOSTE DEL COORDINAMENTO NAZIONALE AMIANTO

CONFERENZA NAZIONALE DECRESCITA, SOSTENIBILITA’ E SALUTE

AIUTA MEDICINA DEMOCRATICA ONLUS CON IL TUO 5 PER MILLE

Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
REGISTRAZIONE INCONTRI DI “UNA MONTAGNA DI LIBRI CONTRO IL TAV”

Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
A PROPOSITO DI SENTENZE VERGOGNOSE…

Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
VOCI DELLA MEMORIA A BOLOGNA A “UNA MONTAGNA DI LIBRI CONTRO IL TAV”

Spezia Polis info@speziapolis.org
INCENERITORE DI SCARLINO, ANALISI-CHOC: CONTAMINATI LE ACQUE E I TERRENI

Carlo Soricelli soricarlo49@gmail.com
LA TRISTA CLASSIFICA DELLE MORTI SUL LAVORO E DA QUANDO GOVERNA RENZI LE MORTI SUL LAVORO SONO AUMENTATE

Posta Resistenze posta@resistenze.org
JOBS ACT: DA LAVORATORE A SERVO

Lavoratori Autoconvocati assemblealavoratori@libero.it
LE FORTUNATE DI MELFI

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From: Medicina Democratica segreteria@medicinademocratica.org
To:
Sent: Monday, May 11, 2015 11:37 AM
Subject: IL CEMENTO CON LE SCORIE DEGLI INCENERITORI: UN’ALTRA IDEA NON BUONA

7 maggio 2015
Abbiamo segnalato che l’uso massiccio di rifiuti di diverso genere per sostituire parte delle materie prime per la produzione del clinker e quindi del cemento è, a nostro avviso, impropriamente escluso dagli obblighi sulle sostanze chimiche (REACH) in quanto il clinker/cemento viene comunque considerato come un prodotto “naturale” senza modifiche chimiche.
Il regolamento REACH sulla gestione europea della produzione e utilizzo delle sostanze chimiche prevede una serie di obblighi a carico, in particolare, dei produttori di sostanze per poter continuare la loro produzione e la commercializzazione. Tra questi obblighi vi è quello della “registrazione”, è un atto a carico dei produttori fondato su un dossier da presentare alla Agenzia Europea della Chimica (ECHA) comprensivo dei dati utili per conoscere (e quindi rendere pubblica) la pericolosità della singola sostanza.
In termini sintetici quello che chiedeva Giulio Maccacaro : che “l’onere della prova sia sulle cose non sulle persone” ovvero che non sono gli esposti a sostanze pericolose che devono dimostrare la pericolosità delle sostanze cui sono stati esposti, ma le sostanze devono dimostrare di non essere pericolose o dichiarare pubblicamente quanto sono pericolose e per quali aspetti.
Il regolamento REACH contiene alcune esclusioni (ottenute dalle lobbies durante la preparazione della norma), una di queste esclusioni dagli obblighi di registrazione (e conoscenza pubblica connessa) è prevista per le sostanze di origine naturale non chimicamente modificate nei processi di produzioni. Tra queste vi sono molti minerali e sostanze presenti in natura.
Il clinker, da cui si ottiene il cemento, può essere costituito da sostanze prelevate dalla natura (come ossidi di calcio, di silicio, alluminio e ferro), è prassi consolidata sostituire parte di queste sostanze con rifiuti di varia provenienza, tra questi le scorie di acciaieria e, più recentemente, scorie da incenerimento di rifiuti (per non parlare dell’utilizzo di rifiuti quali combustibili nei forni di cottura).
Una “santa alleanza” tra inceneritori e cementifici che viene fatta passare come dimostrazione della sostenibilità dell’incenerimento dei rifiuti da un lato, e dall’altro del ruolo positivo di recupero di rifiuti da parte dei cementifici.
E’ noto che l’utilizzo di rifiuti del genere, in particolare le scorie da incenerimento, determina un incremento di metalli pesanti nel cemento prodotto anche se (secondo i cementieri) al di sotto delle soglie previste dalle norme standardizzate per la qualificazione chimico-tecnica dei diversi tipi di cemento.
I consumatori però non possono sapere se il cemento (e tutti gli altri prodotti derivati) utilizzato per le molteplici applicazioni edilizie a cui saranno in contatto per anni nelle proprie case sono stati realizzati con cemento realizzato con materiali naturali o anche con dosi più o meno elevate di scorie da inceneritori o altri rifiuti contenenti sostanze pericolose che nulla hanno a che fare con il cemento.
Per noi è un diritto identico a quello di poter conoscere, per esempio, se un alimento è stato realizzato con o senza OGM. Questo diritto viene negato perché tutti i clinker, qualunque sia la loro composizione e la provenienza delle componenti, sono considerati esentati dagli obblighi del REACH in quanto ritenuti comunque costituiti da sostanze presenti in natura e senza modifiche chimiche in caso di aggiunte di sostanze non presenti in natura come i rifiuti.
Medicina Democratica Onlus, ISDE e l’Associazione Corretta Gestione dei Rifiuti di Parma sollevano dei dubbi all’autorità REACH italiana (il Ministero della Salute) e agli organi di controllo (Regioni e ASL in primo luogo) sulla correttezza di esentare il clinker anche quando la entità e la tipologia dei rifiuti utilizzati rende il prodotto finale solo in parte prodotto con componenti naturali e soprattutto solleva dei dubbi sul contributo che i rifiuti hanno per modificare chimicamente il clinker “da rifiuto” rispetto a quello “non da rifiuto”.
Chiediamo che venga approfondita la questione e si esamini, caso per caso, produttore per produttore, la effettiva applicazione dell’esenzione al REACH, dimostrando che non si determinano modificazione chimiche in caso di utilizzo di rifiuti (in particolare quelli ricchi di metalli pesanti come le scorie da incenerimento) e, in caso si riscontrino modifiche, di obbligare alla registrazione REACH (e quindi a evidenziare anche sulle confezioni di cemento l’utilizzo nel processo di rifiuti)
In tale ambito un aspetto particolare della questione è l’uso di scorie provenienti da impianti di incenerimento.
La composizione e la reattività di queste scorie (unitamente agli altri rifiuti come pure l’uso di combustibili di rifiuto nei cementifici) sono tali da poter fondatamente ipotizzare che il cemento prodotto (e quindi gli altri prodotti derivati) non abbia le stesse caratteristiche di quello prodotto senza scorie da incenerimento.
Sia per la presenza di contaminanti non (o poco) presenti nei materiali naturali che le scorie sostituiscono e quindi incrementandone la pericolosità sia per la presenza di sostanze particolari che possono modificare il comportamento fisico-meccanico.
Per questo Medicina Democratica Onlus assieme a ISDE e alla Associazione Gestione Corretta Rifiuti di Parma hanno presentato una nota alle Autorità interessate (Ministeri, Regioni, Provincie, ASL, ARPA, ecc.) in cui si richiede, alle autorità preposte, una iniziativa di approfondimento tecnico-normativo e di non prendere più per oro colato quanto affermano i singoli cementieri e la loro associazione (AITEC) sull’argomento.
Il testo della nota è scaricabile al seguente indirizzo:

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From: Roberto Monfredini robertomonfredini@gmail.com
To:
Sent: Tuesday, May 12, 2015 7:13 PM
Subject: 29 MAGGIO A VIGNOLA DI MODENA: SANI IN UN MONDO MALATO: POSSIAMO ANCORA ILLUDERCI?

Sono felice di comunicarvi che il 29 Maggio a Vignola (Modena) parleremo di salute con il patrocinio di Medicina Democratica e del Comune di Vignola alla presenza del suo Sindaco.
Relatori: Patrizia Gentilini, Valerio Gennaro, Uliano Moranti.
Chi è interessato a partecipare mi può contattare.
Roberto Monfredini
Medicina Democratica Modena
Presidente AIF
cellulare 338 45 66 388
Saluti Roberto
A seguire la locandina dell’evento.

INCONTRO APERTO AL PUBBLICO
AmbientInFormA
SANI IN UN MONDO MALATO: POSSIAMO ANCORA ILLUDERCI?
Parliamone insieme il 29 maggio 2015
A Vignola, Sala Consiliare
Via Bellucci 1, ore 20:30
Introduce:
Mauro Smeraldi - Sindaco di Vignola
Interverranno:
Patrizia Gentilini - Medico oncologo ed ematologo, Medicina Democratica Associazione Medici per l’Ambiente
Uliano Morandi - Direttore di Chirurgia toracica Policlinico di Modena
Valerio Gennaro - Registro Nazionale Mesoteliomi (RENAM), Unità Operativa Epidemiologia Clinica (IST Nord - CBA), IRCCS Azienda Ospedale Università San Martino, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST)
Medicina Democratica con il patrocinio della Città di Vignola

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From: Basta morte sul lavoro bastamortesullavoro@domeus.it
To:
Sent: Wednesday, May 13, 2015 4:51 PM
Subject: BAGNOLI COME L’ETERNIT

OLTRE L’ETERNIT DI CASALE MONFERRATO E CAVAGNOLO VI SONO TANTE ALTRE STRAGI COMMESSE DAI PADRONI DELL’ETERNIT
Le fibre di amianto dei padroni hanno tolto la vita a 466 operai, mentre altre 148 sono costrette ancora oggi a convivere con tumori e malattie legate all’esposizione all’asbesto.
Ma si sono ammalate troppo presto e il diritto al risarcimento è stato prescritto. In sede processuale non è servito citare i dati medici allarmanti di Bagnoli, con tassi di malattie tumorali decine di volte più alti della media.
Come nel caso del mesotelioma, “una malattia che in condizioni di normalità colpisce una persona ogni centomila, e che invece qui ha ammazzato otto operai su cento”, dice Massimo Menegozzo,
Né ha aiutato ricordare che il picco di malattie tumorali a Bagnoli è previsto per il 2020. E non solo per colpa della Eternit.
Nell’area classificata dal Ministero dell’Ambiente tra i siti di interesse nazionale a causa dell’inquinamento, c’è quel che resta dell’Italsider e della Cementir, altre due bombe ecologiche che hanno lasciato sul territorio morte e desolazione. E i cui terreni, come quelli della fabbrica di tubi di amianto, non sono ancora stati del tutto bonificati.
Mancano i soldi, e non arriveranno neppure quelli che sarebbero spettati come risarcimento alla Regione Campania, parte civile al processo di Torino.

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From: Basta morte sul lavoro bastamortesullavoro@domeus.it
To:
Sent: Wednesday, May 13, 2015 4:56 PM
Subject: GRAVE INFORTUNIO ALLA FIAT CNH MODENA

COMUNICATO SINDACALE RSA FIOM FIAT CNH MODENA
Nella giornata di giovedì 28 aprile all’interno dello stabilimento è accaduto un grave incidente: un operaio della manutenzione, mentre lavorava all’interno di una macchina nell’ex reparto A, è caduto dalla scala su cui era salito per eseguire l’intervento. La caduta gli ha procurato l’incrinazione di una costola e perforazione del pleure polmonare. Il lavoratore non essendo coadiuvato da un collega ha dovuto raggiungere, trascinandosi a fatica da solo, l’infermeria per essere soccorso e attendere l’arrivo dell’ambulanza.
Dalle testimonianze raccolte abbiamo appurato due elementi nella vicenda a nostro avviso gravissimi:
-         risulta prassi consolidata che un manutentore svolga interventi che comportano grandi rischi in completa solitudine: questo a nostro avviso rappresenta un fatto grave; l’evento in particolare è avvenuto sfortunatamente nell’orario in cui gli operai del reparto erano in sala mensa ( quindi intorno alle ore 21).
-         il responsabile della squadra della manutenzione permette ed autorizza l’intervento nelle suddette condizioni senza preoccuparsi minimamente del rischio; l’unica cosa di cui si è preoccupato è che l’intervento finisse presto per far riprendere quanto prima la produzione, che come sempre viene anteposta alla salute e alla sicurezza degli operai.
Attribuiamo le responsabilità a tutto l’ente sicurezza che negli ultimi anni si è dimostrato inadeguato ed assente nelle numerose e serie problematiche dello stabilimento. Inoltre il programma World Class Manufacturing (WCM) ha prodotto solo una grande mole di scartoffie che non servono a niente, solo a ritardare gli interventi relativi alla sicurezza e a garantire un buon posticino lontano dalla fatica a qualche soggetto privilegiato.
Pertanto invitiamo l’azienda ad una riflessione e a una tempestiva correzione di gestione della squadra di manutenzione viste le falle in ambito di sicurezza, individuando un nuovo soggetto competente che assuma la responsabilità degli interventi disposti in tutti i settori.
Modena
11/05/15

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From: Pandora TV admin@pandoratv.it
To:
Sent: Wednesday, May 13, 2015 5:25 PM
Subject: PANDORA TV SPECIALE: TTIP IL TRATTATO TOP SECRET

Tiziana Beghin, europarlamentare del Movimento cinque stelle, spiega come il TTIP sia tenuto segreto.
A Bruxelles rigide regole di consultazione e accesso parziale a un trattato che rischia di modificare per sempre le nostre vite quotidiane.
Intervista di Nicola Alberi, Supervisione editoriale di Adolfo Marino, Editing di Santiago Martinez de Aguirre, Musica di “Eighty’s Skyline”.
Public domain su licenza Creative Commons.

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From: Carlo Soricelli soricarlo49@gmail.com
To:
Sent: Friday, May 15, 2015 9:35 AM
Subject: ALTRI 3 AGRICOLTORI SCHIACCIATI DAL TRATTORE: LA DEMOCRAZIA E L’ATTENZIONE VALE SOLO PER I POTENTI?

Apprendiamo della morti di altri 3 agricoltori schiacciati dal trattore che diventano così 15 a maggio, Uno al giorno.
Assistere indifferenti a questa strage non è umano e mina la democrazia e la rappresentanza popolare e gravissima anche la responsabilità dei media che non se ne occupano.
Piangiamo la morte in Provincia di Pordenone di Flavio Pippo che è morto a soli 30 anni con questo mezzo.
Piangiamo la morte di Primo Piazzi di cui non conosciamo l’età, morto in provincia di Pavia.
Piangiamo la morte di Emilio Begalin di 83 anni anche lui schiacciato da questo mezzo.
Un quarto lavoratore è morto a causa dello scoppio nella fabbrica di fuochi d’artificio.
Scusate il disturbo, ma la mia coscienza non mi permette di stare in silenzio.
Ieri sono morti sei lavoratori. Un silenzio mediatico e politico “vomitevole”.
Dei tre operai napoletani che sono morti nella fabbrica di fuochi d’artificio praticamente non ne ha parlato nessun TG. Neppure il TG3 delle 19 diretto dalla Belinguer.
Si sono tutti adeguati al nuovo corso renziano dove l’ottimismo, pur avendo risultati disastrosi in tutti i campi, deve regnare sovrano.
Già l’anno scorso si era arrivati a un picco di morti sul lavoro incredibile col suo +12.5% sui luoghi di lavoro rispetto al 2013: addirittura praticamente gli stessi morti del 2008 e questo nonostante la perdita di milioni di posti di lavoro.
In agricoltura c’è una strage giornaliera di agricoltori, schiacciati dal trattore: ben 15 dall’inizio del mese e 45 dall’inizio dell’anno. Una vergogna che il Ministro Martina che ha la competenza delle Politiche Agricole non se ne occupi, sempre in giro a inaugurazioni, ma per la vita di chi lavora sui campi non spende neppure una parola.
Eppure era stato avvertito, lui, il Ministro Poletti e il Primo Ministro Renzi che “cinguetta” su tutto a febbraio sull’imminente strage. Come del resto avevo fatto a Febbraio 2014, anno che ha visto morire ben 152 agricoltori schiacciati dal trattore.
Ma la politica tutta è complice, ci sono delle Commissioni al Senato, ma cosa fanno?

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From: Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
To:
Sent: Friday, May 15, 2015 12:35 PM
Subject: I VOSTRI COMPAGNI UCCISI DALL’AMIANTO! I NOSTRI FAMILIARI BRUCIATI DAL FUOCO!

RIPORTIAMO IL TESTO DEL VOLANTINO DIFFUSO QUESTA MATTINA ALLA BREDA DI PISTOIA ALL’INCONTRO CON TUTTE LE RSU DELL’AZIENDA
Sono passati 6 anni dal disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009. Una strage che ha provocato 32 vittime, feriti gravi e gravissimi e la distruzione di case ed edifici situati in via Amilcare Ponchielli, la piccola strada che costeggia la ferrovia.
Siamo familiari delle Vittime, ferrovieri, cittadini di Viareggio. Siamo qui per invitarvi alla manifestazione del 29 giugno a Viareggio. La manifestazione del 29 luglio 2009, a un mese dalla strage, si apriva con lo striscione “Organizzarsi e mobilitarsi per la sicurezza e la salute”.
Non abbiamo cambiato idea: senza lotta per i lavoratori e le lavoratrici non c’è alcuna possibilità di avanzamento. E’ questo l’insegnamento che viene dal movimento operaio e popolare di ogni parte del mondo. E’ anche l’insegnamento che abbiamo tratto dalla nostra esperienza in questi 6 anni.
La strage di Viareggio si è scatenata in 38 secondi, producendo morte, ustioni indelebili e distruzione. Per noi il killer è stato il fuoco.
Il killer che uccide nella vostra fabbrica si chiama amianto e uccide anche a distanza di anni.
Si può, inoltre, morire in altri modi e in tempi diversi, immediatamente o dopo giorni o mesi d’agonia.
Ma per tutti il mandante è unico. E’ questo sistema i cui profitti, evidentemente, valgono più di 100, 1.000, 10.000 persone e delle loro famiglie. Questo confermano le sentenze di assoluzione o prescrizione per padroni e manager della Thyssen, dell’Eternit, della Marlane, e quelle che riguardano la Breda.
Questa “giustizia” rasserena molto chi, come il presidente della Thyssen-Krupp, all’indomani della sentenza storica di 1° grado che condannava per omicidio volontario l’Amministratore Delegato Espenhahn, si chiedeva quale sarebbe stata la conseguente giurisprudenza in tema di sicurezza sul lavoro: “Noi restiamo in Italia, ma dopo la situazione venutasi a creare con il verdetto di Torino, sarà difficile lavorare da voi”.
Ma non basta. Vogliono e ottengono una protezione a 360 gradi, quella che serve sul mercato globale.
Come la protezione assicurata all’ex Amministratore Delegato di Ferrovie Moretti, primo imputato nella strage ferroviaria di Viareggio, rinominato Amministratore Delegato dal governo Berlusconi a un anno dalla strage, rinominato dal governo Letta a pochi giorni dal rinvio a giudizio, promosso Amministratore Delegato di Finmeccanica dal governo Renzi. Lo stesso che definì la strage ferroviaria di Viareggio uno “spiacevole episodio” e che minacciò di andarsene se il governo gli avesse ridotto lo stipendio. Ed è stato assecondato, dagli 873.000 mila euro in FS è passato ad un milione e 400 mila in Finmeccanica. E al suo posto ha preteso che fosse nominato il suo braccio destro, Michele Elia, pure lui rinviato a giudizio.
Perché lo Stato li assolve e li protegge?
Moretti è arrivato a Finmeccanica sull’onda, a 300 all’ora, del Frecciarossa. I morti non contano. De Gennaro (altro che dimissioni!) era capo della polizia e responsabile durante il G8 a Genova. E’ la sua lunga carriera che lo fa stimare all’estero. La “macelleria messicana” alla Diaz conta, eccome. Fare a meno di loro significa rischiare di uscire dalla scena economico-politica internazionale. Questo è il mercato, dove si compra e si vende.
Nel vostro caso, della Breda, siete stati venduti per rafforzare i settori di business di Finmeccanica legati all’Hi-Tech Aerospaziale, Difesa e Sicurezza. Settori stimati in salita da 445 miliardi di dollari del 2014 a 550 nel 2019 e a 630 nel 2023.
Per i lavoratori, fra l’acquisto di un padrone e la vendita a un altro, c’è sempre sfruttamento, repressione, esuberi, licenziamenti, malattie, incidenti sul lavoro.
In questi anni, e continueremo a farlo, abbiamo ricordato a tutti cosa è accaduto a Viareggio e come e perché è accaduto.
Non per chiuderci nella nostra particolare tragedia ma per aprirci e unirci.
Anche a voi.
Cominciando dal prossimo 29 giugno.

12 maggio 2015
Associazione “Il mondo che vorrei” info@ilmondochevorreiviareggio.it
Assemblea 29 giugno assemblea29giugno@gmail.com

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To:
Sent: Friday, May 15, 2015 7:57 PM
Subject: PROPOSTE DEL COORDINAMENTO NAZIONALE AMIANTO

A seguire trasmetto le proposte del Coordinamento Nazionale Amianto che sono state elaborate a seguito del Convegno di Roma del 29 aprile in occasione della X giornata internazionale delle vittime dell’amianto.
Qui sotto il link per accedere agli interventi video del Convegno di Roma:

29 APRILE 2015 ROMA SENATO DELLA REPUBBLICA
CELEBRAZIONE DELLA X GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE VITTIME DELL’AMIANTO

PROPOSTE DEL COORDINAMENTO NAZIONALE AMIANTO
Il Coordinamento ha fatto il punto: sulla situazione dei progetti e delle proposte presentate, sullo stato di attuazione delle varie leggi e sulle iniziative da prendersi per realizzare ciò che non è stato ottenuto.
In particolare, si è discusso della Proposta di Legge 1645, presentato il 22/10/14 dal senatore Casson e altri, del Piano Nazionale Amianto (PNA), dei processi giuridici sull’amianto, del problema ambientale (mappatura, bonifiche, smaltimento e sue alternative) e sulla ricerca per la cura delle più gravi patologie asbesto correlate.
Le proposte scaturite dal dibattito sono le seguenti.
Si deve riprendere l’idea della petizione popolare (su un breve testo) e raccogliere un elevato numero di firme da presentare ai Presidenti di Camera e Senato per sollecitare la completa discussione della Proposta di Legge 1645 in Commissione Lavoro del Senato e il suo passaggio alla Camera dei Deputati per l’approvazione finale.
Si deve chiedere alla Conferenza Stato Regioni di approvare il PNA con il relativo finanziamento.
Occorre creare un gruppo di lavoro misto di deputati e senatori coadiuvati da responsabili di associazioni di ex esposti, da funzionari sindacali nonché da esperti, finalizzato a sollecitare l’approvazione delle proposte e monitorare la corretta attuazione delle stesse.
Si deve costituire un ulteriore gruppo di lavoro di consiglieri regionali, membri delle associazioni e dei sindacati nonché di esperti per monitorare quanto già stabilito dalla legislazione in termini di sorveglianza sanitaria degli ex esposti, mappatura dei siti contaminati da amianto, modalità di smaltimento dell’amianto (in merito alle disposizioni della Legge 257/92 per la quale le Regioni hanno ricevuto un mandato preciso in materia sanitaria, sulla prevenzione e sulla tutela dell’ambiente).
In tema di sorveglianza sanitaria, il Coordinamento ritiene opportuno partire dalle conoscenze maturate e da quanto già raggiunto e consolidato, ad esempio il documento di Helsinky 2, le linee guide messe in atto dalla regione Veneto, l’esperienza della Basilicata.
Per quanto riguarda la mappatura dell’amianto, si chiede che venga fatta su larga scala con l’utilizzo di nuovi, ma comprovati metodi (droni, mappature aeree, censimenti, ecc.) e si prevedano sanzioni e commissariamenti per gli inadempienti.
Poiché allo stato attuale non sono ancora stati sufficientemente sperimentati metodi alternativi, si deve continuare a smaltire in discarica secondo le norme di legge stabilite. Il recente metodo di smaltimento dell’amianto compatto (come l’Eternit) con il siero del latte, oltre che essere ancora sperimentale, non è sufficientemente fondato sul piano scientifico.
Attualmente l’unico metodo industriale di smaltimento alternativo per l’amianto friabile è il metodo francese che comporta l’effettiva modificazione strutturale dell’amianto, ma presenta costi notevoli. Si conviene che tutti i nuovi metodi devono essere omologati dal ministro dell’Ambiente.
In linea di massima, per quello che riguarda gli atti amministrativi del riconoscimento delle malattie professionali e per le eventuali condanne per il non rispetto delle leggi sul lavoro, non ci deve essere alcuna prescrizione.
Per quanto riguarda le azioni giudiziarie penali e civili per l’inosservanza delle leggi sul lavoro e per i reati ambientali, si chiede che la prescrizione venga a cessare nel momento in cui si parte col primo giudizio davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) o davanti al Giudice del dibattimento.
Occorre verificare dove inserire la modifica. Tale compito può essere inserito nella seconda proposta affidandolo, per il suo studio e la sua attuazione al gruppo di lavoro stabilito.
Il TTIP (Trasnational Trade Investiment Partnership) e TISA.
Quanto previsto dagli articoli 3, 32, e 41 della Costituzione Italiana, dalla Legge 257/92 e successive modifiche ed integrazioni, deve essere tassativamente previsto in tale trattato.
Questa nostra proposta, di massima importanza, deve essere sempre tenuta presente da tutte le istituzioni ed i movimenti.
Si deve chiedere a tutte le istituzioni ed i movimenti di tenere sempre presente questa nostra indispensabile richiesta.
Per quanto riguarda il fondo per le vittime dell’amianto non professionali colpite da mesotelioma, l’articolo 116 della Legge 190/2014 prevede l’estensione del fondo per le vittime dell’amianto anche per i malati di mesotelioma “che abbiano contratto la patologia o per esposizione familiare a lavoratori impiegati nella lavorazione dell’amianto, oppure per esposizione ambientale comprovata” senza alcuna regolamentazione e decreto attuativo.
Da ciò segue la proposta che tale norma deve essere immediatamente applicabile. Tutti coloro che si trovano in queste condizioni, od i loro eredi, devono presentare regolari domande all’INAIL corredate da prove, referti e certificazioni mediche comprovanti la patologia.
L’INAIL, quale ente certificatore delle malattie ed ente erogatore delle rendite, respinge l’85% delle richieste di malattie professionali “compreso il mesotelioma”. Ciò costringe gli aventi diritto ad una tanto lunga quanto dispendiosa trafila giudiziaria che porta la gran parte di questi a rinunciarvi.
Si propone pertanto di selezionare i casi più eclatanti e presentarli alle Procure della Repubblica di riferimento per verificare se l’ente assicuratore non è incorso nel reato di omissione di atti d’ufficio e/o in conflitto di interesse.
Si ritiene necessario che la competenza del riconoscimento degli infortuni e delle malattie professionali sia attribuita alle USL (ora AUSL), come era stata stabilita dalla Legge 833/1978.
Le sentenze, come quella relativa all’Eternit, emanata dalla Suprema Corte di Cassazione nel novembre 2014, hanno determinato una ingiustizia nei confronti dei lavoratori e dei cittadini deceduti a causa dell’esposizione all’amianto, perché non hanno percepito alcun risarcimento per la prescrizione del reato.
Il professor Balduzzi, membro del Consiglio Superiore della Magistratura e già Ministro della salute, si chiede se sia corretto supplire a detta ingiustizia richiamando l’esperienza degli USA dove l’incombenza risarcitoria, in casi simili, è assunta da organizzazioni degli industriali.
Poiché è difficile che ciò possa accadere in Italia, si propone che l’INAIL costituisca un Fondo particolare finalizzato a risarcire tutti coloro, eredi compresi, che sono stati esclusi ingiustamente per intervenuta prescrizione, con le risorse provenienti dalle Aziende a seguito di condanne giudiziarie per causa di morte o per contrazione di patologie amianto-correlate.
Tale fondo, se insufficiente, potrebbe essere integrato con somme di denaro provenienti dal grande patrimonio dello stesso Ente.
Premesso che la letteratura scientifica evidenzia:
-         che non esiste una soglia limite di concentrazione di amianto nell’aria al di sotto della quale si abbia la certezza della salvaguardia della salute dell’uomo;
-         che non esistono dispositivi di protezione individuali atti a garantire l’assoluta salvaguardia da inalazione di fibre di amianto;
-         è quasi impossibile essere esenti da rischi di esposizione durante qualsiasi attività di bonifica e smaltimento sia per amianto a matrice compatta che friabile.
Si dovrebbe quindi stabilire che tutti i lavoratori a contatto con l’amianto sia di matrice friabile che compatta, non solo debbono essere muniti dei DPI idonei, ma debbono obbligatoriamente essere iscritti nel registro degli esposti tenuto dal datore di lavoro come previsto dall’articolo 243 del D.Lgs.81/08, a prescindere dalle concentrazioni di amianto riscontrate nell’aria dell’ambiente interessato ai lavori ed essere sottoposti a sorveglianza sanitaria periodica.
A questo scopo si propone di modificare il D.Lgs.81/08 inserendo, specificatamente il seguente articolo:
“i lavoratori addetti alle bonifiche, i lavoratori addetti allo smaltimento e coloro che operano per le ditte iscritte all’Albo Gestori Ambientali (Categorie 10A e 10B) devono, obbligatoriamente, essere iscritti nell’apposito registro istituito dal datore di lavoro e sottoposti alla Sorveglianza Sanitaria.
Si è discusso, dibattuto e anche manifestato a favore dell’approvazione immediata e “senza modifiche” del Disegno di Legge sui delitti ambientali, già approvato in un ramo del Parlamento.
Si ritiene necessario, al di là dei presenti limiti, di non indugiare e arrivare a una legge che finalmente punisca chi inquina e stabilisca in modo chiaro ed inequivocabile: condanne, risarcimenti e bonifiche.

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From: Medicina Democratica segreteria@medicinademocratica.org
To:
Sent: Saturday, May 16, 2015 12:38 AM
Subject: CONFERENZA NAZIONALE DECRESCITA, SOSTENIBILITA’ E SALUTE

SECONDA CONFERENZA NAZIONALE DECRESCITA, SOSTENIBILITA’ E SALUTE DALLA CARTA DI BOLOGNA AL TTIP: LA PAROLA AI CITTADINI
SABATO 13 GIUGNO DALLE ORE 10.0 ALLE ORE 18.30
CAVALLERIZZA REALE (VIA GIUSEPPE VERDI 9, TORINO)
La Rete Sostenibilità e Salute, insieme al Circolo per la Decrescita Felice di Torino e in collaborazione con l’Assemblea Cavallerizza 14:45, il Comitato Stop TTIP di Torino, il Segretariato Italiano degli Studenti di Medicina (Torino) e il Collettivo Medici senza Bandiere, organizza a Torino per il 13 Giugno 2015 alla Cavallerizza Reale (via Giuseppe Verdi 9, Torino) dalle ore 10.00 alle ore 18.30 la seconda Conferenza Nazionale Decrescita, Sostenibilità e Salute: dalla Carta di Bologna al TTIP, la parola ai cittadini.
L’iniziativa fa parte del Festival della Complessità.
E’ passato più di un anno dalla Conferenza alla Camera dei Deputati, da cui è partita la costruzione della Rete Sostenibilità e Salute che conta ben 22 associazioni attive nell’ambito di un fare critico nella salute.
La Rete in questo tempo ha continuato a lavorare operosamente.
Ora, per la prima volta, si presenta in pubblico per presentare il suo manifesto (La Carta di Bologna per la Sostenibilità e la Salute) ed alcune riflessioni sul TTIP, il trattato di libero commercio bilaterale attualmente in discussione tra UE e USA che potrebbe cambiare drasticamente le basi da cui dipende la nostra salute.
La salute è per noi non solo un diritto da tutelare, ma anche un bene comune, di cui prendersi cura in modo attivo, attraverso la partecipazione responsabile e diretta delle persone e delle comunità nella definizione e nell’attuazione delle politiche, così come nella costruzione di una società alternativa sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale.
“Noi crediamo ciò sia possibile e sia ora di agire” - afferma Jean-Louis Aillon, portavoce della Rete - “Per questo ne parleremo alla Cavallerizza Reale, bene comune in svendita e liberato dalla cittadinanza, ora laboratorio per una progettazione partecipata e sostenibile della città di Torino”.
L’ingresso è libero e gratuito.
La prenotazione è fortemente consigliata compilando il form di iscrizione al link:
Verrà data priorità alle persone con prenotazione che si presentano 10 minuti prima dell’inizio della Conferenza.

15 maggio 2015
Rete Sostenibilità e Salute

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From: Medicina Democratica segreteria@medicinademocratica.org
To:
Sent: Saturday, May 16, 2015 12:38 AM
Subject: AIUTA MEDICINA DEMOCRATICA ONLUS CON IL TUO 5 PER MILLE

Per devolvere il vostro 5 per mille a favore di Medicina Democratica onlus è sufficiente firmare nel riquadro “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’articolo 10, comma 1, lettera a), del D.Lgs.460/97?, inserendo il codice fiscale 97349700159.
Ricordiamo che è possibile indicare un solo soggetto a cui devolvere il proprio 5 per mille.
Per sapere cosa è e cosa fa Medicina Democratica onlus, andate al link:

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From: Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
To:
Sent: Sunday, May 17, 2015 8:29 PM
Subject: REGISTRAZIONE INCONTRI DI “UNA MONTAGNA DI LIBRI CONTRO IL TAV”

Nell’ambito della tre giorni “Una montagna di libri contro il TAV” tenutasi al VAG61 di Bologna il 15, 16, 17 maggio, segnalo che è possibile vedere la registrazione di alcuni incontri all’indirizzo:
In particolare:
10.30-11.30: Presentazione del libro “I ribelli della montagna. Storia del Movimento No TAV” di Adriano Chiarelli, incontro con l’autore e con il Movimento No Tav;
11.30-12.30 : “Una montagna d’amianto”, incontro con Fulvio Perini sul rischio amianto nella perforazione del tunnel della linea AV in Val di Susa;
12.30-15.00: aperitivo valsusino e pranzo a cura della Brigata Cucinieri del VAG61;
15.00-16.00: presentazione di “Amianto”, di Alberto Prunetti, incontro con l’autore e con l’Associazione Voci della Memoria di Casale Monferrato;
16.00-17.30: “Letteratura, immaginario e cultura d’opposizione”, conversazioni fra Valerio Evangelisti e Serge Quadruppani;
17.30-18.00: presentazione del libro “Compagni di sentiero, ribelli di montagna” di Valerio Monteventi, racconti di personaggi, a vario modo e in varie epoche, partigiani;
18.00-20.00: “Un percorso lungo un secolo” in ricordo di Bianca Guidetti Serra, Sandro Moiso intervista Fabrizio Salmoni e Peter Freeman.

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From: Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
To:
Sent: Tuesday, May 19, 2015 1:50 PM
Subject: A PROPOSITO DI SENTENZE VERGOGNOSE...

Riportiamo il testo del volantino diffuso questa mattina al Tribunale di Lucca in via Galli Tassi.
“L’unica lotta persa è quella che si abbandona”!

* * * * *

SIGNORI GIUDICI, VI ASPETTIAMO IN TRIBUNALE A LUCCA, MERCOLEDÌ 20 MAGGIO, PER LA TESTIMONIANZA DI MARCO PIAGENTINI
Mercoledì 20 maggio, presso il Polo fieristico di Lucca, nel corso dell’udienza per la strage ferroviaria di Viareggio, Marco Piagentini sarà ascoltato come testimone. Una buona occasione ed una sana opportunità per sentire dalla viva voce di Marco cosa accadde quella maledetta notte.
Marco ha invitato pubblicamente il Presidente della Regione Enrico Rossi. Noi invitiamo i giudici del lavoro, Luigi Nannipieri di Lucca e Giovanni Bronzini (presidente), Gaetano Schiavone e Simonetta Liscio di Firenze, per rendersi conto di cosa è stata la strage ferroviaria annunciata del 29 giugno 2009. Costoro sono i giudici che hanno emesso la “sentenza-reato” nei confronti di Riccardo Antonini; una sentenza-inchino a poteri forti come il cavalier Moretti e gli altri imputati-rinviati a giudizio.
Nelle udienze precedenti del processo al Polo fieristico, vi sono state testimonianze che confermano l’assoluto dominio in ferrovia da parte di Moretti e le sue dichiarazioni sul fatto che avrebbe licenziato i ferrovieri impegnati sulla sicurezza (nella gestione Moretti da Amministratore Delegato delle ferrovie, dal 2006 al 2014, sui binari hanno perso la vita 54 lavoratori. Uno ogni 58 giorni! Sarebbe questa la SI-CU-RE-ZZA di Moretti!).
Nelle udienze, attraverso le testimonianze, è stato ricordato che Moretti, il 14 settembre 2009 nella sede regionale, disse di fronte ai numerosi presenti: “quel ferroviere di Viareggio, prima o poi, lo licenzio...”.
Voi, queste cose le sapete bene come sapete benissimo della conferma di ciò anche da parte dell’addetto stampa della Regione presente quel giorno all’incontro di Firenze.
Che tipo di professione avete esercitato se neppure avete compreso che il licenziamento di Riccardo Antonini è stato di natura politica e quindi ha carattere DISCRIMINATORIO?
Avete sancito il licenziamento di Riccardo perché dipendente infedele a Moretti, a Elia, a Soprano...imputati-rinviati a giudizio con accuse pesantissime per la strage ferroviaria di Viareggio.
Se questi signori (gli Amministratori Delegati) avessero avuto la coscienza e la responsabilità di adottare le azioni prudenziali, preventive e protettive, richieste dai ferrovieri dopo innumerevoli incidenti o un numero maggiore di ferrovieri fosse stato infedele a questi Amministratori Delegati, la strage di Viareggio sarebbe stata evitata!
Obbligo di fedeltà, Codice etico, conflitto d’interessi, riservatezza...signori Giudici, di fronte all’immane tragedia del 29 giugno, questo c’è nelle vostre sentenze.
Sentenze con le quali avete mostrato sudditanza nei confronti di poteri forti e disprezzo per le Vittime, dal momento che avete disgustosamente tentato di imporre il silenzio su questioni dirimenti come la vita, la sicurezza, la salute, l’ambiente.
La nostra denuncia e l’informazione su sentenze vergognose sono un atto di giustizia, perché non possiamo e non dobbiamo avere timore né dei Moretti di turno, né di “sentenze-reato”.

19 maggio 2015
Assemblea 29 giugno assemblea29giugno@gmail.com
Associazione dei familiari “Il Mondo che vorrei” info@ilmondochevorreiviareggio.it

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From: Voci della Memoria info@vocidellamemoria.org
To:
Sent: Tuesday, May 19, 2015 5:45 PM
Subject: VOCI DELLA MEMORIA A BOLOGNA A “UNA MONTAGNA DI LIBRI CONTRO IL TAV”

Car* Tutt*,
E’ stata una gran bella esperienza quella di Bologna a “Una montagna di libri contro il TAV”, inoltre è stata utile per rinsaldare legami importanti e programmare quelli futuri (con i ragazzi dello ZIC Bologna si è parlato della partecipazione dello scorso anno al torneo Carlo Giuliani e di quella ai Mondiali Antirazzisti di quest’anno a luglio dove ci ritroveremo).
A questo link le prime foto (poi metteremo le nostre sul sito di Voci):
Qua invece una registrazione video dei dibattiti della giornata di sabato:
E adesso a testa bassa in vista del 5 Giugno che è dietro l’angolo è c’è ancora tantissimo da fare...

Associazione Voci della Memoria

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From: Spezia Polis info@speziapolis.org
To:
Sent: Wednesday, May 20, 2015 7:46 AM
Subject: INCENERITORE DI SCARLINO, ANALISI-CHOC: CONTAMINATI LE ACQUE E I TERRENI

Da La Nazione del 20 maggio 2015.
LA VALLE E’ INQUINATA E TUTTI I VELENI FINISCONO NEL PIATTO
INCENERITORE DI SCARLINO, ANALISI-CHOC: CONTAMINATI LE ACQUE E I TERRENI
di Matteo Alfieri
Scarlino (Grosseto)
Non solo nelle falde idriche, nei canali di scolo e nell’aria. Questa volta la contaminazione da arsenico, mercurio e piombo si è estesa anche ai terreni. Quelli che abbracciano Follonica e Scarlino: ventotto chilometri quadrati di campagna dove ci sono agriturismi, vigneti, frutteti e campi di olivi. E allevamenti di ogni tipo. Veleni che si sono sparsi nella campagna e che adesso vengono alla luce del sole proprio dai dati che sono stati pubblicati dalla Scarlino Energia, l’azienda che gestisce l’inceneritore, chiuso (per due volte nel giro di tre anni) dal Consiglio di Stato a causa della diossina che emetteva nell’atmosfera.
Sono stati proprio i Giudici che hanno chiesto all’azienda un’indagine sulla qualità dell’ambiente, con campionamenti di suolo attraverso lo studio dei recettori sensibili. Studio esteso ai terreni esterni all’area industriale e ai fanghi del canale Solmine, quello che “sputa” in mare i reflui di Tioxide, Nuova Solmine e inceneritore, ovvero gli scarti di tutto quello che viene prodotto nel polo industriale del Casone.
I dati, purtroppo, parlano chiaro: 29 campioni su 44, i due terzi del totale, hanno altissime percentuali di arsenico, piombo e zinco. E non si tratta di siti industriali, ma privati. Strade poderali, campi, piazzali, argini, orti e pascoli. Che hanno nel loro interno un cuore “pericoloso”, fatto di ceneri di pirite, rifiuti tossici, stoccati come inerti da una politica dissennata degli anni ‘80 che trasformò quelle ceneri nere “dove non nasceva neppure l’erba”, in inerti adatti per rinforzare argini, costruire strade e magari, stendere su un terreno prima di coltivarlo. Veleni che adesso, inevitabilmente, dopo anni di mancate bonifiche, si stanno spargendo ovunque, anche per colpa delle falde sotterranee che spostano i metalli pesanti. Anche nei cibi.
Falde già contaminate con arsenico e anche con cromo esavalente, come accertato qualche mese fa, dai campionamenti dei pozzetti che si trovano proprio nell’area industriale. Veleni, inoltre, che arrivano anche al mare, attraverso il canale Solmine: sulle sue sponde e nella foce, i campionamenti fatti dalla stessa azienda e da ARPAT raccontano che quei fanghi sono altamente tossici. Fuori norma anche di dieci volte, per arsenico, piombo, zinco e anche per mercurio, elementi altamente cancerogeni. Senza dimenticare la radioattività, accertata anche quella, nelle strutture del processo produttivo del biossido di titanio della Tioxide, il colosso industriale.
“ARPAT, ASL, enti locali: tutti erano stati messi a conoscenza” – tuona Roberto Barocci, esponente del Forum ambientalista grossetano – “Nel 2000 denunciammo che le ceneri di pirite erano tossiche, ma hanno sempre finto di non sapere. Adesso Scarlino Energia ci vuol far credere che scaricare nel canale Solmine 70 tonnellate l’anno di solidi possa essere una cosa giusta. E’ evidente dai dati che l’impianto non è sostenibile. Nemmeno con un’altra procedura di Via. Non ci fermeremo”.
Un territorio ormai fortemente compromesso, quindi. Con i veleni che, adesso, sono anche finiti nei piatti di tutti.

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From: Carlo Soricelli soricarlo49@gmail.com
To:
Sent: Wednesday, May 20, 2015 7:13 PM
Subject: LA TRISTA CLASSIFICA DELLE MORTI SUL LAVORO E DA QUANDO GOVERNA RENZI LE MORTI SUL LAVORO SONO AUMENTATE

LE MORTI INVISIBILI SUL LAVORO
Altri 3 agricoltori morti schiacciati dal trattore. Nelle province di Ancona, di Genova e di Grosseto che vede un numero incredibile di morti.
La “civile” Toscana di Renzi e del “renzismo” è la prima regione in Italia per numero di morti sul lavoro complessivo. Già 30 sui luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno in questa regione. Un triste primato.
Del resto da quando Renzi guida l’esecutivo i morti sul lavoro sono cresciuti nel 2014 del 12,5% rispetto al 2013 e oggi 20 maggio 2015 registriamo un aumento del 9,1% rispetto allo stesso giorno del 2014 che è stato un anno tragico e mai con tanti morti sul lavoro da quando il 1° gennaio 2008 ho aperto l’Osservatorio per rendere omaggio e ricordare i sette lavoratori della Thyssenkrupp morti poche settimane prima a Torino.
Per curiosità vado a vedere quanti morti avevamo registrato dal 1° gennaio al 20 maggio 2008. erano 208 contro i 234 di oggi. Da piangere: un aumento dell’10,7% anche rispetto a quell’anno.
Noi abbiamo sempre informato tutti di queste tragedie. Ma nessuno si muove per attenuarlo.
Poi un sospetto viene: ma non è che tutte queste leggi fatte contro i lavoratori come la Fornero e la Poletti (Jobs Act) oltre che togliere i diritti tolgono anche la vita a chi lavora?
Ieri sera Travaglio parlava dalla Gruber dei “leccaculisti”. Sono in tantissimi che pur di non disturbare e scrivere cose sgradevoli stanno in silenzio su queste tragedie e tirano fuori la lingua solo quando c’è da elogiare chi ha il potere.
I toscani si ricordino anche di questo tragedie quando andranno alle urne.
Ma Carlo Petrini e Linea Verde non hanno niente da dire sui 18 agricoltori morti schiacciati dal trattore dal giorno dell’inaugurazione dell’EXPO? E i tanti giornalisti che dicono di essere progressisti cosa fanno? Ma anche l’opposizione di sinistra e di destra è mai possibile che anche per loro la vita di chi lavora non conta niente?

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From: Posta Resistenze posta@resistenze.org
To:
Sent: Thursday, May 21, 2015 4:00 AM
Subject: JOBS ACT: DA LAVORATORE A SERVO

Da Unione Sindacale di Base
15/05/15

Cos’è che rende il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti particolare?
Va forse ad incidere solo su quella parte, sempre più ristretta, di lavoratori che “godevano” delle tutele dell’articolo 18?
Cosa cambia in realtà, per la totalità dei lavoratori?
Tutte le forme di contratto di lavoro introdotte nell’ordinamento giuridico italiano, dal Pacchetto Treu, alla legge Biagi, sino alla deregolamentazione dei contratti a termine, sono sempre state considerate forme atipiche di contratto di lavoro.
Cioè sono state introdotte in deroga della forma tipica del contratto di lavoro: il contratto di lavoro a tempo indeterminato full time.
Questo fatto non è una questione meramente terminologica.
L’unico contratto che non necessita di una forma scritta è il contratto a tempo indeterminato full time e, in assenza di una forma scritta, o per quanto non regolato dal contratto sottoscritto, trova applicazione il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di categoria.
Se tra un datore di lavoro e un lavoratore si è instaurato un rapporto di lavoro di fatto (in nero), quel rapporto di lavoro è, a prescindere da quello che possono aver concordato verbalmente datore di lavoro e lavoratore, un rapporto di lavoro a tempo indeterminato full time con tutte le relative obbligazioni.
Se tra un datore di lavoro e un lavoratore è stato sottoscritto un contratto “atipico” ma l’effettiva prestazione del lavoratore non rientra nella fattispecie di quella tipologia di contratto, il disconoscimento del contratto sottoscritto comporta la sua trasformazione in contratto di lavoro a tempo indeterminato full time.
In sostanza tutte le forme “atipiche” di contratto di lavoro sono in deroga al normale contratto di lavoro che è il contratto di lavoro a tempo indeterminato full time.
Il Decreto Legislativo 4 marzo 2015 n. 23, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 54 del 6 marzo 2015, e quindi entrato in vigore dal 7 marzo 2015, non introduce una nuova forma atipica di contratto di lavoro, ma va a modificare la natura stessa del contratto di lavoro “tipico”.
In sostanza, dopo che vent’anni di interventi hanno trasformato i diritti in capo ai lavoratori in quanto tali in privilegi di una parte di essi, viene messa mano al concetto stesso di contratto di lavoro.
E come si mette mano al contratto di lavoro? A questo proposito è necessaria una premessa.
Leggi tutto al link:

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From: Lavoratori Autoconvocati assemblealavoratori@libero.it
To:
Sent: Thursday, May 21, 2015 6:42 AM
Subject: LE FORTUNATE DI MELFI

Da FIOM CGIL
11/05/015

Da qualche settimana è iniziata la sperimentazione dei nuovi turni alla FCA di Melfi ed è già possibile descrivere una situazione tutt’altro che felice per noi donne.
Si lavora 6 mattine, dalle 6 alle 14, da lunedì a sabato; poi si riattacca domenica sera alle 22, per 4 notti di seguito; poi due giorni di riposo, 3 pomeriggi di lavoro (compresa una domenica), due giorni di riposo, 3 notti di lavoro, due riposi e altri 4 pomeriggi di lavoro. Finalmente una domenica di sosta, ma lunedì alle 6 si ricomincia daccapo. E’ come vivere in un continuo cambio di fuso orario.
Già i primi 10 giorni ci hanno sfinite, le ore in fabbrica si trascorrono in piedi davanti a una catena sempre più veloce perché, grazie al “sistema migliorativo ERGO UAS”, tutto il materiale ci arriva direttamente in postazione su carrellini trainati dai robot automatizzati che spesso perdono pezzi per strada o si fermano e non vogliono saperne di ripartire. Loro non sentono le minacce dei capi, decidono di non lavorare più e così è se vi pare.
Le operazioni sono tutte cronometrate e le postazioni saturate; in teoria dovremmo star ferme ad assemblare comodamente tutto ciò che ci arriva ma in realtà si cammina, anzi, si insegue la linea e ci si “imbarca”, ossia ci si allontana sempre di più dai confini della postazione disegnati sul pavimento. Basta un qualunque imprevisto, una vite sfilettata o un semplice starnuto, per rendere spasmodica la risalita. A volte ci paragoniamo ai salmoni e speriamo che non ci attenda la stessa sorte.
Quando si avvicina la pausa c’è il conto alla rovescia dei minuti e scherzando ci chiediamo cosa riusciremo a fare in quei 10 minuti: andiamo al bagno, fumiamo o mangiamo qualcosa? Magari potremmo fare la fila davanti al bagno mangiando il panino, nella peggiore delle ipotesi almeno una cosa l’avremo fatta!
I bagni sono pochi rispetto al numero delle persone, così anche i distributori di caffè e merende circondati da sei o sette sedie (pochissime) a creare una piccola area relax; le file sono lunghe e il caffè conviene dividerlo con uno o due colleghi. Abbiamo chiesto più bagni o qualche minuto in più di pausa: qualche capo spiritoso ci ha suggerito di non bere per ridurre le esigenze fisiologiche. Chi trascorre la pausa in postazione si appoggia ai cassoni o si siede su una cassettina vuota e, anche se non si potrebbe fare, mangia qualcosa.
I primi dieci giorni consecutivi di lavoro sono stati devastanti, avevamo i polsi, i polpastrelli e tutti i muscoli indolenziti. I due giorni di riposo li avremmo dedicati alle faccende di casa, in teoria, ma la stanchezza era tanta e non siamo riuscite a fare tutto. Al rientro in fabbrica avevamo la sensazione di non esserne mai uscite, nessuna di noi è riuscita a realizzare tutti i propositi in quei due giorni e qualche capo, sempre più spiritoso, ha suggerito di mettere “un aiuto in casa”... Magari che si occupi anche dei nostri affetti? No grazie!
Seguire i bambini e aiutarli nei compiti è un’altra impresa: durante il turno di pomeriggio non riusciamo quasi a vederli, mentre con i turni di mattina e notte cerchiamo di recuperare e di dare il massimo. A volte tentiamo di colmare l’assenza facendo loro dei regali, oppure siamo eccessivamente tolleranti, altre volte invece ci si arrabbia per poco o niente a causa del nervosismo e della stanchezza. Sono molti i casi di coniugi che si sono separati e lavorano in squadre diverse per far sì che uno dei due sia a casa in assenza dell’altro, ma con la nuova turnazione ci ritroviamo a fare anche due turni diversi nella stessa settimana e se uno dei coniugi è stato posizionato sulla linea di produzione della Grande Punto, dove si lavora una settimana di mattina e una di pomeriggio, capita di ritrovarsi nello stesso turno per cui bisogna cercare una persona affidabile che accudisca i bambini in nostra assenza e che abbia la possibilità seguire questi nuovi orari.
Intanto sono arrivati i nuovi assunti, tanti ragazzi e ragazze che potrebbero avere l’età dei nostri figli; alcuni hanno iniziato con entusiasmo, altri con rassegnazione: tutti hanno portato una ventata di freschezza e di novità. I loro giovani volti sono già segnati dalle occhiaie, spesso l’auto dell’infermeria passa per soccorrerli, qualcuno ha già mollato, qualcun altro è stato più fortunato e si trova a svolgere un lavoro meno faticoso. Lavorare con questi ragazzi in difficoltà mette una grande tristezza e la voglia di aiutarli in qualche modo, ma non poterlo fare ci da un senso di impotenza.
E’ opinione comune che noi topolini di questo grande laboratorio siamo fortunati: a Melfi si lavora! E in effetti ci sentiamo stanche e indolenzite ma anche fortunate. Viene da chiedersi se non sarebbe più giusto ripartire questa “grande fortuna” con altri operai, diminuendo le ore di lavoro e aggiungendo altri turni come hanno fatto i nostri colleghi tedeschi in passato, con ottimi risultati.
Siamo come i salmoni che risalgono la corrente quando cerchiamo di recuperare la postazione; siamo i robot instancabili che non devono conoscere le festività; siamo i topolini di un nuovo esperimento.
Siamo le fortunate operaie di Melfi.


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