domenica 30 novembre 2014

25 novembre: A che punto siamo alla Fiat di Termini - Fiat Termini Imerese e Grifa: causa contro la banca brasiliana e ancora mancate garanzie

Nemmeno la riunione presso il ministero dello Sviluppo economico di ieri è riuscita a dare garanzie agli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese sul loro futuro, anzi.
La cosa più importante, per la cessione di ramo d'azienda, era la solidità finanziaria della Grifa che non è ancora stata garantita.
Forse al ministero fanno finta di niente o stanno procedendo per dare una risposta qualsiasi agli operai, come la prosecuzione in qualsiasi modo della cassa integrazione in deroga anche per il prossimo anno.
Forse al ministero fanno finta di non sapere, come ci ricorda il Sole 24 Ore del 14 novembre, che "Il Banco Brj, citato dalla cordata italiana Grifa come principale finanziatore dell'offerta per la fabbrica Fiat di Termini Imerese, ha una causa civile pendente in Italia." E la cosa sembra piuttosto complicata. Nella sostanza "La banca brasiliana è stata citata per danni, nell'ottobre del 2013, da un gruppo di piccoli azionisti della Centrale Finanziaria Generale (Cfg); il Brj si era offerto a fine 2012 di acquistare le loro azioni ma aveva poi fatto marcia indietro all'ultimo momento, lasciandoli a bocca asciutta." Il quotidiano dei padroni entra poi nel merito e chi ha voglia di andare a vedere  si colleghi a questo indirizzo [http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-11-20/quella-causa-contro-brasiliani-termini-063844.shtml?uuid=ABg1m0FC] e chiude con il "Risultato: cinque dei soci di minoranza hanno depositato un anno fa presso il Tribunale delle imprese di Milano una richiesta di risarcimento citando per danni la Sigi, il Banco Brj e la stessa Centrale Finanziaria Generale (i soci di minoranza hanno poi ceduto le loro azioni al gruppo Toti per una somma nettamente inferiore)", e poi con l'interrogativo "Brj torna adesso alla carica, a Termini Imerese, con un'operazione dal valore in teoria molto superiore: secondo la cordata Grifa i brasiliani dovrebbero contribuire con un investimento di 75 milioni di euro. Stavolta i fondi arriveranno davvero?"

I sindacati, soprattutto la Fiom, adesso continuano a dire che non si fidano e che non firmeranno accordi senza garanzie, ma intanto fino a questo momento si sono fidati delle rassicurazioni del ministero e del governo, e soprattutto, visto la fine dell'anno è molto vicina non si vede la mobilitazione necessaria che possa dare una vera risposta alla vertenza che dura anni!
Per noi è sempre più chiaro che la questione cambierà davvero aspetto se gli  operai entreranno in campo con tutta la loro forza e determinazione non lasciando nelle mani altrui il loro destino!

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Dopo-Fiat, parte la cessione a Grifa
Sindacati scettici: "Non ci fidiamo"

Nonostante i dubbi sulla solidità economica di Grifa siano tutt'altro che sciolti, la Fiat avvia il procedimento di cessione di ramo d'azienda che, da qui a un mese, trasferirà lo stabilimento e i suoi 760 operai nelle mani della start-up nata meno di un anno fa. La comunicazione è giunta durante un vertice al ministero dello Sviluppo economico tra i dirigenti Fiat e i sindacati, riuniti per discutere degli incentivi alla mobilità à volontaria che riguarderà le duecento tute blu che sceglieranno di andare via in cambio di un contributo economico.
Un percorso che, a oggi, sembra un salto nel vuoto. La società non ha ancora fornito rassicurazioni sulla propria capacità finanziaria, in particolare sui 25 milioni di euro richiesti da Invitalia per avviare la produzione e dare il via libera ai 75 milioni che dovrebbero arrivare dal Banco di Rio de Janeiro, il fondo d'investimenti brasiliano partner di Grifa, e soprattutto ai 240 milioni di finanziamenti pubblici. Soldi che Grifa sostiene di avere, ma solo come capktale derivante dal valore di lacune proprietà, e non come denaro liquido.
Così, mentre il ministero assicura che la tabella di marcia è rispettata, i sindacati restano perplessi. "La cessione di ramo d'azienda _ sostiene Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom siciliana – è un'arma a doppio taglio: può essere un segnale di garanzia sullo stato finanziario di Grifa, ma potrebbe anche rivelarsi il modo con cui Fiat si libera definitivamente della questione Termini Imerese".
Gli operai temono di ritrovarsi il 1° gennaio licenziati dalla Fiat e dentro un nuovo percorso produttivo che è un'incognita. "Non usciremo dal circuito Fiat – avverte Mastrosimone – senza avere la certezza che Grifa abbia le gambe per camminare". "Senza l'ok di Invitalia alla solidità finanziaria di Grifa e al piano del gruppo per Termini Imerese – concorda il segretario provinciale Uilm, Vincenzo Comella – non firmiamo alcun intesa". Mentre il segretario nazionale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, sottolinea che "è indispensabile nel mese di dicembre operare per una conclusione positiva di tutta l'operazione di reindustrializzazione".

La Repubblica Palermo

25/11/04


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