sabato 22 novembre 2014

22 novembre: La "buona scuola" di Renzi significa più tasse ed esclusione

Contributi e tasse scolastiche: quando la povertà si paga con l'esclusione

La famiglia di un ragazzo non paga le tasse scolastiche come la retta annuale e il contributo volontario, causa reddito basso. Lo studente viene escluso dalle lezioni.

Questo fatto increscioso è avvenuto nell’ Istituto Primo Levi di Parma, una scuola che si definisce “pubblica”.
Dopo qualche giorno di assenza il ragazzo si presenta a scuola senza libretto delle giustificazioni, il quale gli sarebbe stato consegnato solo dopo il versamento dei 130 euro della retta scolastica annuale e, non essendone in possesso, è stato lasciato fuori dall’ aula per le cinque ore mattutine durante le quali i suoi compagni di classe hanno svolto regolarmente le lezioni.
In risposta a questo scandalo il dirigente scolastico ha affermato che i vari versamenti di denaro richiesti alle famiglie servirebbero a creare un’ assicurazione agli studenti che frequentano laboratori e officine per esperienza lavorativa e a garantire il buon funzionamento dell’ istituto, lamentandosi inoltre di non aver potuto colloquiare con la madre del ragazzo prima che la cosa venisse resa pubblica. La donna ammette di aver dovuto scegliere tra i 130 euro di retta scolastica e i libri di testo, preferendo la seconda opzione e riuscendo ad arrivare a spendere, facendo qualche sacrificio, una somma superiore a 200 euro.
Il costo della Scuola sta aumentando di anno in anno: i trasporti, sempre più costosi e scadenti, il prezzo sempre più alto dei libri, delle tasse di iscrizione e dei contributi “volontari”, fanno si che molte famiglie si ritrovino a non riuscire più a sostenere gli studi dei propri figli. Lo Stato dovrebbe garantire una scuola accessibile a tutti, ma i fatti avvenuti all’ Istituto Primo Levi di Parma ci danno l’ ennesima conferma che ciò non avviene in alcun modo. La scuola detta pubblica è sempre di più un privilegio per pochi, che invece di formare un futuro cittadino va solo ad incrementare i problemi economici degli studenti e delle loro famiglie: non può essere definita ”scuola pubblica” una scuola dove ad un ragazzo viene impedito di entrare in classe perchè la famiglia di quest’ ultimo non può permettersi di pagare la retta scolastica, come non può essere definita ”pubblica” una scuola dove il denaro conta più dell’istruzione dei ragazzi che la frequentano.

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