domenica 14 settembre 2014

10 settembre: Landini-Fiom ministro del lavoro?

Landini alla Dalmine si candida ministro del lavoro del governo Renzi e lascia campo libero al fascismo sindacale in fabbrica

La Fiom con la venuta di Landini alla Dalmine, si candida a diventare il sindacato amico del governo Renzi, e tentare di mobilitare gli operai metalmeccanici nel sostenere l'economia del paese (ossia dei padroni), non è un caso che il segretario Fiom nel suo intervento ha dato ampia enfasi ai vari punti del programma del suo sindacato per il lavoro, tutti propositivi e nessuna mobilitazione contro il governo Renzi e PADRONI, anzi ha annunciato che lunedì a Milano la Fiom nazionale ha promosso un convegno (vedi allegato di seguito) per spiegare la sua strategia per uscire dalla crisi, con la presenza di rappresentati di padroni e governo, nella prospettiva di un sistema di cogestione con le imprese sul modello tedesco più volte citato (in particolare con l'esempio del settore auto "dove i padroni investono in innovazione... non come la Fiat di Marchionne...").
Un programma articolato in cui la Fiom si pone il problema di dare risposte a tutti i problemi che frenano l'economia, che servirà a smantellare punto per punto in quanto svia gli operai dalla lotta contro la politica di padroni e governo e li illude sulla possibilità di riformare il sistema capitalistico (intervento pubblico nella siderurgia, aumenti contrattuali detasssati, senza investimenti niente occupazione, diritti graduali nei contratti di lavoro, crisi rischio concreto che alcuni settori produttivi chiudano.....).
Infatti bisogna sfatare il mito della Fiom che appare mediaticamente come sindacato di opposizione, in quanto non è Landini che sta resistendo alla linea della Camusso, ma è Landini che sta riportando l'anomalia Fiom nelle piene compatibilità della Cgil, e quindi di CSL/UIL e quindi di padroni e governo.

Anche sul terreno della democrazia e della rappresentanza Landini praticamente non si oppone all'applicazione nelle fabbriche dell'accordo fascista del 10 gennaio che impedisce la libertà sindacale, fregandosene del mandato del 90% dei metalmeccanici che hanno votato contro questo accordo nel referendum indetto dalla stessa Fiom a livello nazionale. 
Nelle assemblee alla Dalmine incalzato su questa questione Landini afferma che la Fiom partecipa al rinnovo delle elezioni con questo accordo e si riserva nel corso della trattativa del contratto di modificare i punti sbagliati...... la Fiom non tiene fuori nessuno.
E' proprio un sindacalista, che gira attorno alle parole. 
La sua tattica è stare zitto, non prendere posizione e lasciare fare il lavoro sporco a fim e uilm nella commissione elettorale per respingere a maggioranza la presentazione di altri sindacati, infatti come prevede l'accordo tra cgil-cisl-uil e padroni avere delegati sui posti di lavoro spetta solo a chi sottoscrive formalmente l'intesa e rinuncia ad essere un sindacato dei lavoratori (vedi scheda volantino allegato). 
Una posizione perdente per tutti i lavoratori che nei prossimi mesi a livello nazionale produrrà l'applicazione di fatto dello sciagurato accordo fascista attraverso l'applicazione nei rinnovi delle Rsu..... ahi voglia Landini a chiedere al governo una legge democratica sulla rappresentanza, sui contratti etc., dato che se una legge ci sarà, in queste condizioni non potrà che recepire i peggioramenti che si stanno applicando nella normale dialettica sindacale.
In più Landini enfatizza alcuni elementi della legge sulla rappresentanza per difendere la propria esistenza come organizzazione e quindi sbaglia per principio, caricando i lavoratori sulla duplice importanza del voto per le Rsu in queste nuove condizioni (PEGGIORI), in quanto esso è un criterio che entra a far parte della certificazione degli iscritti e del peso di ogni organizzazione sindacale nelle trattative.
Povero illuso, pensa di difendere il proprio orticello mentre è in atto una inondazione...

Volantino diffuso alle assemblee operai Dalmine di giovedì 11 settembre sul rinnovo della RSU:
La linea della Fiom (di fatto una difesa di se stessa nei tribunali) si è dimostrata inadeguata per rispondere al fascismo padronale iniziato da Marchionne-Fiat. Fine delle regole, deroghe al CCNL, flessibilità estrema, taglio dei diritti, ricatti per lavorare, precarietà, sono alla base ormai dei contratti aziendali.
L'accordo del 10 gennaio 2014 impone a chi aderisce il divieto di contestare gli accordi firmati, limita il diritto di sciopero durante le trattative... impedisce agli operai di scegliere liberamente il proprio sindacato...
Impone sanzioni, anche economiche a chi non rispetta queste regole.
Non prevede il voto degli operai, gli accordi valgono con il si del 51% della Rsu.

Il delegato che si oppone, può essere rimosso dal segretario e perde la carica di delegato!
Chi firma può sedersi al tavolo con l'azienda e raccogliere le tessere in busta paga.
Chi non sottoscrive questo accordo viene escluso dalle elezioni delle Rsu.

SE PASSA VIENE ELIMINATA LA LIBERTÀ SINDACALE.
CHI SOTTOSCRIVE QUESTO ACCORDO RINUNCIA AD ESSERE UN SINDACATO! DOBBIAMO CANCELLARE QUESTO ACCORDO,
E LOTTARE PER LIBERE ELEZIONI.

Ora in queste elezioni dei nuovi delegati farà entrare in fabbrica anche il fascismo sindacale. La democrazia si era già persa con il blocco delle elezioni per 4 anni. Delegati scaduti si sono imposti sugli operai per firmare nuovi accordi a vantaggio dell'azienda.


Operai, questo rinnovo dei delegati offre la possibilità di aprire una nuova pagina, se e solo se, lottiamo per difendere il diritto per elezioni libere e democratiche!

Ipocritamente la Fiom ha convocato le elezioni separatamente da Fim e Uilm. Ma dietro questa falsa facciata, sono pronti, a braccetto con Fim e Uilm, come già fatto in altre fabbriche, per eliminare la nostra lista, usando la Commissione Elettorale per cambiare le regole, applicando l'accordo fascista del 10 gennaio 2014 'sulla rappresentanza', firmato senza consenso dei lavoratori da Cgil Cisl Uil Confindustria.

MA 
L'ACCORDO DEL 10 GENNAIO 2014 - ANCHE ALLA DALMINE, GLI OPERAI FIOM, CON IL 90% DEI NO, AD APRILE LO HANNO GIÀ BOCCIATO - NON DEVE ENTRARE!!! L'accordo del 10 gennaio 2014, prevede che solo chi lo firma, rinunciando formalmente a difendere i lavoratori, può partecipare alle elezioni dei delegati.
Dietro ai loro slogan 'diritti, salario, democrazia', come si è visto bene anche in fabbrica, ci sono le loro firme agli accordi peggiorativi e ricattatori, alla flessibilità, alla riduzione continua del numero di operai anche alla Dalmine. Ci sono la repressione e i licenziamenti intimidatori senza risposta.
E qui lo ripetiamo: contro il licenziamento ingiustificato e repressivo di F.A. in acciaieria, le firme proposte dalla Fiom sono totalmente inadeguate e ipocrite. Serve lo sciopero che nei prossimi giorni andremo a costruirlo anche autonomamente!
Avanti con coraggio, lottiamo
per elezioni libere e democratiche per un sindacato nelle mani degli operai

NO all'esclusione della lista COBAS/FLMU

SLAI Cobas per il sindacato di classe
via Marconi 1 Dalmine 335 5244902 
sindacatodiclasse@gmail.com
FLMU/CUB coordinamento di bergamo
via Donizetti 10 Dalmine 339 7313300 
flmu.cub.bg@email.it

Comunicato 
 inviato al sito della rete28aprile:
Landini in assemblea ieri alla Tenaris Dalmine ribadisce la linea Fiom. Ipocrisia di facciata, ma uguali a Fim e Uilm nei fatti: il rinnovo delle RSU si farà con l'accordo del 10 gennaio 2014, 'anche se noi non lo condividiamo...' e la lista/SlaiCobas/FLmu o lo firma o è fuori.
A tutti gli oppositori dell'accordo 10 gennaio 2014, che riporta il fascismo in fabbrica, che si fa?
slai/cobas per il sindacato di classe, flmu/cub bergamo
 



Mercoledì 10 Settembre 2014 07:15
Leggendo i quotidiani il giorno dopo la direzione Fiom di Lunedi che ha dato via libera alle proposte di Landini per l'autunno parrebbe che la Fiom si appresti a tornare finalmente al conflitto. In realtà così non è per due ragioni. In primo luogo Landini ha escluso categoricamente l'opposizione al governo Renzi. Il pacchetto di otto ore di sciopero sarà a gestione territoriale, dedicato soprattutto alle imprese in crisi, per rivendicare tavoli di settore ed una nuova politica industriale. La stessa manifestazione del 25 ottobre non solo non si pone nessun obbiettivo di costruire un rapporto con tutte le soggettività e le realtà sociali che nel paese stanno, giustamente, tentando l'unificazione delle lotte, ma è stata presentata quasi a sostegno del cambiamento (...)
 che sarebbe incarnato da Renzi o di cui quantomeno lo stesso sarebbe espressione (sigh). Sino al punto che nulla deve mettere a rischio, in questo percorso, l'interlocuzione con il presidente del consiglio. In secondo luogo la Fiom ha accettato l'invito di Federmeccanica a sedersi ad un tavolo sulla competitività delle imprese, del sistema industriale. Invito rivolto ufficialmente e sostenuto da un documento analitico in totale sintonia con quello confindustriale su deroghe economiche, flessibilità, demansionamento ecc ecc. In sostanza a quel tavolo si parlerà solo di come peggiorare la condizione dei lavoratori e delle lavoratrici. Un problema non da poco mentre proponi agli stessi di scioperare nei territori... La vera notizia è quindi il ritorno al pieno riconoscimento della Fiom da parte dei padroni di Federmeccanica, sino ad oggi negato per la mancata sottoscrizione del ccnl separato del 2009 e del 2012 poi.  Non è un caso evidentemente che questo tavolo si apra a pochi mesi dal rinnovo del contratto nazionale separato. Abbiamo espresso la nostra netta contrarietà a questo percorso. Mentre ci sarebbe un bisogno assoluto del ritorno al conflitto sociale, della ricostruzione di un opposizione radicale, netta che parli alla condizione del paese, dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati di fronte al pesantissimo attacco che Renzi sostiene contro il mondo del lavoro si costruiscono iniziative di accompagnamento alle scelte del governo, di “proposta”, come se i nostri governanti non sapessero qual'è la condizione del paese e avessero bisogno di nostri consigli. E in tutto questo ci si siede al tavolo con Federmeccanica inducendo ulteriore confusione e rassegnazione tra i lavoratori.  Noi continuiamo a lavorare per lo sciopero generale e lo sciopero sociale , lo chiederemo anche il 17 al direttivo nazionale della Cgil. Landini lo chiederà lo sciopero contro le politiche di un Renzi che blocca i contratti dei lavoratori pubblici e vuole manomettere lo statuto dei diritti dei lavoratori? Con le pensioni e l'art.18 è accaduto esattamente così, nessuno ha voluto lottare davvero, ci si è limitati a dire che non si era d'accordo, e non abbiamo dubbio alcuno che la piattaforma Fiom conterrà tutti i no alle scelte del governo. Tuttavia nel 2012, anziché contestare la Fornero sulla sua “riforma”, l'abbiamo invitata in una fabbrica a dialogare con i lavoratori, gli stessi che, nonostante la “preziosa” interlocuzione, dovranno lavorare qualche anno di più per pensioni più basse. Sbagliare potrebbe essere umano, perseverare è più che diabolico.
Sergio Bellavita
portavoce nazionale Il sindacato è un'altra cosa- opposizione Cgil


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