venerdì 8 agosto 2014

7 agosto: La cgil, in testa, "preoccupata" della crisi delle cooperative bolognesi, quando sono loro che firmano accordi per far sfruttare come schiavi i facchini delle logistiche

Imola, crisi cooperativa 3Elle. Cgil: “Dopo caso Cesi, Poletti intervenga anche qui”
A poche settimane dal crac della conterranea Cesi, un'altra situazione preoccupa la provincia di Bologna. A rischio circa la metà dei 262 lavoratori. La Cgil fa un appello al ministro del lavoro


Dopo il crac della coop Cesi di Imola, alle porte di Bologna, ecco la crisi della consorella e conterranea 3 Elle. L’effetto domino per le coop cresciute ed affermatesi nell’area territoriale da dove proviene, e dove è stato leader del movimento cooperativo, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, sembra essere appena iniziato. La cooperativa 3Elle, leader dai primi del Novecento in serramenti ed infissi, 262 dipendenti e 149 soci subito dietro alla Cesi come quantità di personale nell’area imolese, ha confermato ai sindacati la “ristrutturazione” aziendale che prevede un forte ridimensionamento dell’organico entro settembre prossimo. E se nel caso del crac del recente crac della coop imolese il titolare del dicastero del lavoro (negli anni ’90 presidente Legacoop di Imola e dal 2002 al 2013 presidente nazionale Legacoop) è intervenuto in modo tempestivo, ora i sindacati chiedono che non dimentichi la nuova situazione: “Poletti ha già dialogato di persona con i lavoratori della Cesi”, dice la Cgil, “un incontro con quelli della coop 3 Elle avrebbe un grosso significato e affronterebbe il problema in modo diretto”. Già il 60% dei lavoratori della 3Elle è da maggio 2014 sotto contratto di solidarietà, provvedimento d’urgenza che scadrà ad ottobre prossimo. “L’obiettivo è di salvare e mantenere la continuità della 3Elle”, ha affermato il vicepresidente della coop imolese, Floriano Galeotti, “e di conseguenza di preservare il maggior numero di posti di lavoro”. “Quanti siano i posti in esubero non ci è ancora stato detto con precisione”, spiega al fattoquotidiano.it Sonia Bracone della Cgil Fillea di Imola, “deduciamo comunque dalla situazione in essere dalla primavera scorsa che ci sarà probabilmente un taglio sopra il 50% dei 262 dipendenti”. Cifre da capogiro che però non dovrebbero interessare i 149 soci della coop 3 Elle, i primi a dover rilanciare reinvestendo 4-5mila euro nella ricapitalizzazione di settembre prossimo per quello che sarà il nuovo soggetto industriale evoluzione della 3 Elle: la 5 Elle, ovvero una nuova compagnia amministrativa e commerciale che rileverà o affitterà possibili rami produttivi della vecchia azienda. “Siamo molto preoccupati da questo smembramento dell’azienda”, prosegue la Bracone che assieme a Filca Cisl e Fenea Uil ha incontrato i vertici aziendali 3 Elle, “per noi è cruciale trovare soluzioni tese a dare massima copertura alla totalità dei lavoratori, attraverso l’utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali possibili e a disposizione, di natura conservativa”. Cgil, Cisl e Uil lamentano oltretutto il fatto di non essere state avvisate per tempo della trasformazione aziendale in atto, ma solo a giochi fatti. Tanto che la crisi nera della 3 Elle, e il progetto di rilancio con una newco, erano stati anticipati prima dell’incontro tra sindacati e azienda dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle: “Imola non può permettersi di perdere ancora posti di lavoro e a rischio, tra Cesi, 3 Elle e aggiungiamo noi Coop Ceramica, ce ne sono altri 700. Una cifra che restituisce alla nostra città il poco invidiabile record di disoccupazione degli ultimi 50 anni”. Un settore, quello in cui è inserita la 3 Elle che si occupa di fabbricare porte e serramenti, e che è legato a doppio filo con quello edilizio mai come oggi sprofondato in un abisso nerissimo. Per la coop di via Togliatti le cifre legate alla fatturazione sono impietose: dai quasi 75 milioni di fatturato attorno al 2010 ai 30 milioni del 2013: “Il problema è oramai strutturale. Come Cgil lo abbiamo rilevato fin dal 2008 cercando di evitare un impatto frontale in termini occupazionali come questo. Secondo noi è indispensabile il confronto al tavolo Regionale con oggetto “la crisi delle cooperative edili e della filiera”, con un chiaro impegno del movimento cooperativo che si traduca in un progetto industriale del comparto di medio-lungo termine”. 

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