venerdì 28 febbraio 2014

9 febbraio: LA MINACCIA DELL'ELECTROLUX HA RAGGIUNTO LO SCOPO

La Fiom che ieri si era sbilanciata dichiarando "positive intenzioni di Electrolux", ha dovuto velocemente fare qualche passo indietro. Pure la Uilm che aveva detto: "Electrolux dà indicazioni rassicuranti sui punti più delicati della vertenza" poi parla prudentemente di "verifiche". Anche perchè doveva essere imbarazzante che le loro posizioni sulla cosiddetta "retromarcia" di Electrolux sembravano esprimere più soddisfazione di quelle di Zanonato che, essendo della partita dei padroni e conoscendo meglio le loro mosse, ha detto di non voler enfatizzare la lettera del gruppo svedese perchè "i problemi c'erano e ci sono adesso".
Perfino giornalisti come Paolo Bricco del Sole 24 Ore, da sempre scrivani del capitale, ha dovuto tirar fuori un passo de "I Promessi Sposi", lì dove "il Cancelliere Ferrer riesce a fendere la folla con un abile gioco diplomatico. Mostra un volto disponibile e quasi pacioso ai dimostranti in tumulto. Invita il suo cocchiere, Pedro, a muoversi con rapidità, ma anche con prudenza"; per dire che l'attacco pesante ai posti di lavoro e le possibili reazioni sociali richiedono "lo stesso atteggiamento ultrarealistico"; e Bricco continua mettendo sull'avviso il governo: guardate - scrive - l'Electrolux dopo aver "incassato tutto quello che poteva incassare dal Governo centrale e dalle istituzioni locali, riapre la partita con una mossa altrettanto spregiudicata... Ora, l'auspicio è che si chiarisca il quanto, in cambio del cosa... Adesso il pericolo è che, allo shock dell'annunciata chiusura... prenda forma un clima di eccitazione e di gaudio non del tutto motivato. Vedremo che cosa, in concreto, succederà nei prossimi giorni: quanto (la pecunia) e che cosa (il numero dei posti di lavoro salvati). Dunque, con juicio...".
E se lo dice lui...

Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, invece, che non ha problemi di "mediazione" ha manifestato subito la sua soddisfazione per il piano d'investimento annunciato da Electrolux per lo stabilimento friulano di Porcia e per la non delocalizzazione di parte della produzione dal sito veneto di Susegana allo stabilimento ungherese di Jaszbereny. Electrolux come è stato all'inizio, può evidentemente continuare ad essere un modello da seguire per tante altre aziende sul problema centrale del taglio del costo del lavoro.

In realtà l'Electrolux ha preso atto che la minaccia dei giorni scorsi, di chiudere Porcia, ridimensionare fortemente la produzione di Susegana e tagliare di circa il 50% il salario dei lavoratori, ha ottenuto l'effetto voluto. Ha impaurito tutti, ha messo alle strette il governo. E ora si può permettere di passare ai fatti veri. "Sono in via di preparazione vari strumenti che consentiranno di alleggerire il costo del lavoro. Quasi certamente sarà rifinanziata la legge 236/93 che all'articolo 5 prevede che le aziende che riducono l'orario di lavoro di oltre il 20% (Electrolux punta su 6 ore, quindi più del 20%) beneficiano di un taglio della contribuzione previdenziale e assistenziale del 25-30%. Potrebbero però entrare in gioco anche incentivi, interventi di supporto alla riduzione del costo del prodotto, in particolare delle lavabiancheria, oltre ad aiuti europei e il taglio dell'Irap e dell'Irpef regionale promesso dal governatore del Friuli Debora Serracchiani"...
"...Electrolux  punta «soprattutto sulla decontribuzione della solidarietà come via maestra e come misura implementabile efficacemente e velocemente»;

In realtà l'Electrolux, prima di presentare il piano industriale nuovo e limitandosi solo alle parole, ora passa ad un'altra minaccia, pretendendo «che a partire da lunedì 10 febbraio tutte le attività di blocco delle merci e prodotto finito siano interrotte». E da Porcia Walter Zoccolan, dell'Rsu Fiom, riferisce che «da lunedì il blocco si allenterà, ma passerà soltanto la produzione di lavatrici realizzata in giornata. Non di più». Oggi invece a Susegana «abbiamo lasciato passare 15 Tir - sostiene Augustin Breda, della Rsu Fiom - ma da lunedì ne transiteranno di più: passerà la produzione di una giornata, vale a dire 3mila frigoriferi al giorno. Il blocco invece rimane per gli altri elettrodomestici che non produciamo ma che sono stoccati a Susegana». 

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