mercoledì 11 settembre 2013


la mobilitazione dello slai cobas per il sindacato di classe continua con
un volantinaggio al centro di taranto nei pressi del ponte alle 18
un presidio per il lavoro giovedi alle 15 alla port.a con una delegazione
solidale di precari e disoccupati


Subject: presidio concluso


Lorenzo Semeraro Conclusosi il presidio sui tetti dell'Ilva, continuano le
iniziative di lotta per i lavoratori della Emmerre e per Marco. Nel bilancio
di queste due terribili giornate vogliamo sottolineare l'assenza dello
Stato, della politica locale e nazionale, di quei parlamentari pugliesi che
ancora servono un sistema corrotto avendo avallato decreti salva-Ilva e
nomina di Bondi, capo della struttura parallela dei fiduciari dei Riva.
Abbiamo assaporato il gusto della verità in questi due giorni: Fim-Fiom e
Uilm, così come ha fatto la direzione Ilva, non si sono presentati ad un
confronto con i lavoratori. Le tre segreterie, ricordiamo qualora fosse
necessario, dedicano il loro tempo al "vaccarella", ai permessi sindacali,
alla conta dei soldi che il padrone e i lavoratori regalano a vario titolo.
L'USB è qui...non molla e difende i diritti, quelli che Fim-Fiom e Uilm
hanno barattato per un piatto di lenticchie


OccupyILVAQuel che sta succedendo a Taranto riguarda tutti noi.
L'ILVA licenzia Marco Zanframundo, un lavoratore che aveva denunciato la
mancanza di sicurezza DENTRO la fabbrica.
L'ILVA con la complicità della politica nazionale e locale ignora il grido
di chi denuncia la mancanza di sicurezza FUORI dalla fabbrica.
La vita stessa di CITTADINI e LAVORATORI è ancora una volta messa a rischio
in nome del profitto. Sui tetti degli stabilimenti, nella piazza del Comune
di Taranto, LAVORATORI e CITTADINI ancora una volta si mobilitano per
protestare occupando i palazzi e le palazzine che rappresentano il blocco di
potere che l'ILVA si è costruita attorno.
Se volevano dividerci, ci stanno unendo. Tutta la nostra solidarietà dentro
e fuori la fabbrica, da dentro e da fuori Taranto. Uniamoci a chi resiste.
Occupy ILVA.


Marco ZanframundoIl presidio si è concluso ma la protesta continuerà... Sono
inutili tutti i miei commenti a riguardo. I miei commenti li dedico a tutti
gli Amici che hanno dimostrato nel momento del bisogno tutto il loro
aiuto... Non faccio i nomi perché ho paura di dimenticare qualcuno ma ognuno
di voi sa !!! Non mi interessa il numero ma la qualità degli Amici... Che
dire tornare a casa stasera e trovare mia moglie e il mio
angioletto/diavoletto che mi corrono incotro dicendomi ti amiamo non ha
prezzo!! Guardare in faccia le persone che ami e amarle davvero è una
sensazione fantastica... TARANTO RIVOLTATI TI PREGO !!!



lettera aperta a Papa Francesco
Guerra è sconfitta umanità
Santità,
Lei ha pronunciato queste parole da Piazza San Pietro ed io, Marco
Zanframundo, con i miei compagni, Lavoratori della Ditta Emmerre, non
possiamo che unirci al Suo pensiero.
Credo e crediamo che i conflitti bellici abbiano volti diversi e la perdita
del posto di lavoro, ingiustamente, fa vittime così come ne fanno le guerre.
Siamo sui tetti della direzione Ilva di Taranto, azienda che non perdona chi
osa chiedere regole, tutela della vita e sicurezza sul lavoro.
L’azienda che ha provveduto prima ad estromettere 50 lavoratori della ditta
Emmerre e nei giorni scorsi la mia persona, licenziandomi in tronco.
La mia famiglia come quelle dei miei compagni, oggi, guarda al futuro come
al baratro. Io e i miei compagni ci sentiamo sconfitti in una guerra che non
farà Storia perché è già segnata dal silenzio assordante di chi può e deve
intervenire per scongiurare anche il pericolo di gesti estremi dettati dalla
disperazione.
Un mio collega, da questa mattina minaccia di lanciarsi nel vuoto perché
stanco di aspettare che qualcuno si degni di ascoltare le sue rivendicazioni
e quelle dei suoi compagni di lavoro.
La direzione aziendale, in atteggiamento di chiusura totale non sembrerebbe
intenzionata a dare alcuna speranza, proseguendo nel suo, ormai, consueto
modello di società, la cui cristianità è lontana anni luce da quella che Sua
Santità vorrebbe insegnare nel nome di colui il quale fu crocifisso per mano
dei potenti e nella vile presa di posizione del Pilato.
Sua Santità, io e i miei compagni siamo qui. Siamo sui tetti di questa
fabbrica che rappresenta il potere incontrastato, così come allora era
quello di Cesare.
Una fabbrica la cui proprietà non riconosce il diritto e lo annienta
portandosi via la dignità.
E’ questa la guerra che uccide noi Lavoratori.
Sconfigge l’essere neutralizzando le coscienze, sapendo di poterlo fare con
il silenzio-assenso delle istituzioni, della politica e dei sindacati. Siamo
soli. Abbandonati al nostro destino in una guerra senza possibilità di
scampo proprio perché ad armi impari. Siamo stremati e pronti anche a gesti
insani, poiché provati e annullati nell’anima. Non solo le guerre, Santità,
uccidono e sconfiggono.
Noi siamo un pezzo di questa grande famiglia, detta umanità. Noi siamo la
Siria; siamo quei popoli martoriati dall’uso infame delle armi; siamo quelli
che vengono uccisi e sconfitti diversamente, sconfitti dal folle uso di
“armi improprie”.
Santità, nessuno sta alzando la cornetta per intercedere con i vertici della
nostra, ormai ex, azienda.
So e sappiamo che Lei non perderà neanche un minuto per farlo, avendo
dimostrato di non formalizzarsi più di tanto in altre, tante, occasioni in
cui ha creduto di dover esserci.
Io e i miei compagni, qui sui tetti dell’Ilva, siamo fiduciosi e sappiamo
che non ci deluderà e che utilizzerà la Sua autorevolezza per aprire le
menti e il cuore di chi deve restituire serenità alle nostre famiglie.
Io, Marco Zanframundo e i miei compagni della EMMERRE in lotta aspettiamo
fiduciosi fino a quando l’ultimo barlume di speranza non ci darà forza.
Grazie per quello che vorrà e potrà fare per noi!
Taranto, 10 settembre 2013
Marco e i lavoratori della Emmerre









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