sabato 14 settembre 2013

ilva -info e slai cobas


Ilva - il governo va verso un nuovo decreto - ancora per salvare Riva dalla 
magistratura e dalle sue responsabilità- utilizzando il ricatto attivato da
Riva con la chiusura degli impianti
Zanonato fa propria la tesi di  Riva , che con il sequestro legittimo e
dovuto della magistratura non sarebbe in grado di proseguire l'attività
produttiva - cosa assolutamente non dimostrata - la richiesta di landini del
commissariamento  non ci dice come essa tuteli lavoro e continuità
dell'inchiesta giudiziaria- sequestro dei beni compreso
i sindacati confederali indicono una mobilitazione per lunedì alle 9.30
lo slai cobas per il sindacato di classe non aderisce a questa mobilitazione
e per quanto riguarda taranto organizza tre giorni di mobilitazione e contro
informazione per il 18-19-20
slai cobas per il sindacato di classe taranto
347-5301704


ROMA - Subito la cassa integrazione. Poi l'ipotesi di un commissariamento o
di un sequestro dei beni che però non impedisca il proseguo delle attività
produttive. Sono diverse le ipotesi sul tavolo del ministro dello Sviluppo
economico, Flavio Zanonato, per tutelare i 1400 lavoratori lasciati a casa
dopo la chiusura, in tutta Italia, degli stabilimenti Riva Ilva. Dopo aver
incontrato i sindacati in mattinata, lunedì prossimo, secondo quanto si
apprende, il ministro incontrerà il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante per
discutere proprio della decisione della famiglia Riva di chiudere sette
aziende dopo il sequestro di beni per circa 8 miliardi relativo alla vicenda
Ilva avvenuto a luglio scorso. Ferrante, le cui funzioni di presidente
dell'Ilva sono sostanzialmente 'congelate' a causa del commissariamento
dell'azienda, incontrerà tra l'altro il ministro nella veste di
rappresentante di Riva Forni elettrici.
"Si ragiona su cento cose e ho valutato anche un'ipotesi di commissariamento
ma con la legge Ilva mi pare impossibile perché queste acciaierie non hanno
una situazione di disastro ambientale" ha spiegato il ministro "l'ipotesi
sulla quale sto lavorando è quella di verificare nei tribunali se sia
possibile un sequestro che non blocca le attività produttive", ha aggiunto.

Durante il vertice a Palazzo Chigi sulla questione del Gruppo Riva "non è
stata presa una decisione di merito - ha poi chiarito Zanonato - abbiamo
deciso di ritrovarci lunedì dopo aver studiato a fondo la questione che ha
aspetti complessi per vedere se è possibile gestire l'azienda
indipendentemente dal sequestro. In alternativa, ha spiegato, si dovrà
verificare se sarà necessario "adottare una norma che non blocchi l'attività
produttiva, salvaguardando la volontà dei giudici di tutelare il patrimonio
che va messo a disposizione per il danno che eventualmente è stato fatto".
Quest'ultima ipotesi, secondo il ministro potrebbe lasciare margini anche il
percorso del commissariamento ma "dobbiamo studiarla perché è una cosa
complessa sotto il profilo giuridico", ha sottolineato. Poi Zanonato twitta
una foto del tavolo di discussione.

"Faremo tutto quanto in nostro potere, naturalmente nel rispetto delle
regole, per assicurare un futuro a questi lavoratori", ha assicurato il
ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ribadendo che è già stato "convocato
un tavolo per discutere di cassa integrazione. Noi siamo pronti a fare tutto
il necessario per assicurare reddito e futuro a queste persone in grave
difficoltà".

Una richiesta di commissariamento arriva da Maurizio Landini, segretario
generale della Fiom-Cgil: "Il governo convochi un tavolo e avvii il
commissariamento, al fine di garantire occupazione e continuità produttiva",
ha detto incontrando oggi i lavoratori Riva dello stabilimento di Lesegno,
in provincia di Cuneo. "La scelta di Riva di mettere in libertà più di 1.400
lavoratori è un atto di drammatizzazione inaccettabile, perché scarica sui
dipendenti responsabilità non loro".

Da parte sua la società ha dichiarato in una nota che lo stop degli impianti
è "un atto dovuto dopo il provvedimento del gip" e "non una scelta
aziendale". Una "tempestiva esecuzione del provvedimento che "ordinando il
sequestro, ha sottratto alla proprietà la libera disponibilità degli
impianti e dei saldi attivi di conto corrente. In ottemperanza a tale
provvedimento - spiega - l'azienda ha pertanto dovuto procedere con
immediatezza alla messa in sicurezza degli impianti" prosegue Riva acciaio
che "consapevole dell'impatto sociale provocato dalla disposizione
impostale, ribadisce il proprio massimo impegno a collaborare con tutte le
istituzioni per ricercare le migliori soluzioni a salvaguardia dei propri
lavoratori e del patrimonio aziendale".

Giovedì i sindacati metalmeccanici si incontreranno con i vertici del
ministero del Lavoro per aprire la procedura di cassa integrazione per gli
stabilimenti del Gruppo Riva. Ai sindacati, infatti, è stato assicurato che
Riva chiederà di avere ammortizzatori sociali per i lavoratori. Le
segreterie di Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto al governo un "intervento
urgente e deciso. E' necessario - hanno sottolineato - che gli impianti
vengano riavviati al più presto per impedire che un lungo stand-by
produttivo degli stabilimenti faccia perdere ordinativi e clienti in un
momento in cui molti paesi concorrenti non aspettano altro. Nel frattempo,
va previsto l'intervento della cassa integrazione per evitare che a pagare
siano i lavoratori. Non lasceremo che l'azienda possa impunemente scaricare
sui lavoratori, che non hanno nessuna colpa, il costo delle sue
inadempienze. Non assisteremo passivamente alla distruzione del settore
siderurgico in italia. Per queste ragioni, lunedì prossimo alle 9,30 i
lavoratori di tutti gli stabilimenti Ilva si mobiliteranno in difesa del
proprio posto di lavoro e contro "l'inaccettabile ricatto" messo in atto
dall'azienda.


Un altro appello al governo è quello del segretario Cgil Susanna Camusso:
"Il governo utilizzi queste ore per dirci lunedì quale norma ha predisposto
e manda in Parlamento. Una norma che deve precedere altri dibattiti. La
produzione dell'acciaio in questo Paese - ha proseguito davanti al presidio
dei lavoratori organizzato a Cerveno - è troppo importante perché non si
continui a produrla. Non mi interessa come si può fare", purché un
provvedimento possa trovare una soluzione al più presto. L'iter
giudiziario - ha aggiunto il segretario - non può intaccare l'attività
produttiva e il lavoro".

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