lunedì 27 maggio 2013

all'ilva la lotta per il lavoro e la salute si fa bloccando fabbrica e città


il resto sono balle da arruffapopoli

pc 26 maggio - L'ILVA NON E' UNA "COPERTA" CHE RACCOGLIE TUTTI, SERVE
CHIAREZZA
tarantocontro
Ilva, non è una "coperta" che raccoglie tutti: serve chiarezza e obiettivi
concreti
Dopo i provvedimenti giudiziari e il collasso finanziario che ha colpito la
famiglia Riva, dopo le dimissioni di Ferrante e Bondi, il governo è
costretto ad intervenire, e domani, lunedì il Min. Zanonato, con la presenza
quasi certa di Letta, incontra i dimissionari e anche Vendola, poi nei
giorni successivi gli altri.
Questo intervento del Governo è un dato di fatto.
Ma per cosa deve intervenire e cosa deve fare il governo e lo Stato, questo
deve essere altrettanto chiaro.
Oggi tanti parlano di nazionalizzazione, della gestione diretta da parte del
governo/Stato dell'Ilva, dalla Fiom/Cgil, a Palombella della Uilm, dai
parlamentari jonici del PdL a Vendola e Sel, da Usb agli ambientalisti Ma
non è questione solo di chi deve dirigere l'azienda nè basta che ora tutti,
da destra a sinistra, da partiti a sindacati, dicano genericamente che
bisogna tutelare lavoro e salute.

Il problema è che, sia che direttamente lo Stato si assuma la gestione
dell'Ilva, sia che vi sia una fase di amministrazione straordinaria per poi
affidarla ad altri padroni, italiani o esteri - come le ipotesi che in
queste ore stanno circolando - tutti devono rispondere PRIMA con piani e
dati concreti, non a parole ma con atti, verbali scritti, a queste domande:

- c'è il massimo impegno per tutelare da subito il salario e tutti i posti
di lavoro dell'Ilva e dell'indotto e perchè la soluzione non sia di nuovi
ammortizzatori sociali, di cui i governi, e anche questo, sono diventati
esperti?
- Quali fondi, in entità e durata, vengono messi per il raggiungimento
dell'obiettivo di messa a norma e salvaguardia dello stabilimento?
- Quali e quanti soldi e piano per la bonifica della città, a partire dai
quartieri più colpiti, visto che quelli attuali sono assolutamente
insufficienti e più annunciati che reali?

In questo senso anche l'andare a Roma, per cosa? Non deve essere per dire
semplicemente al governo: occupati tu dell'Ilva, senza dire come e cosa deve
fare; nè tantomeno per chiedere l'elemosina e tornarsene a Taranto con
ammortizzatori sociali e di ridimensionamento della fabbrica.
RIPETIAMO, SU QUESTO SI DEVE PRETENDERE CHIAREZZA PRIMA!

L'USB in questi giorni rivendica il merito di aver sempre parlato di
nazionalizzazione dell'Ilva. Ma parlare di una delle soluzione che sta nelle
cose -  il governo Monti stesso nel famigerato decreto salva-Riva indicando
la possibilità dell' amministrazione controllata dell'Ilva, aveva già posto
la possibilità di questo percorso -
non può essere fatta passare per una rivendicazione della lotta operaia, che
devono pretendere, sia dai privati che dallo Stato, lavoro, salute, diritti.
E la nazionalizzazione in sè non assicura affatto nè difesa della salute, nè
difesa del lavoro, nè controllo operaio - e sono proprio gli anni
dell'Italsider che lo dicono!

L'altro grosso problema, su cui non ci possono essere ambiguità, anche tra
gli stessi operai dell'Ilva, è il ruolo nella grave situazione attuale dei
lavoratori. Anche su questo bisogna essere chiari, dire in questi giorni
parole esatte.
Dato che i sindacati confederali sono corresponsabili del passato e del
punto a cui si è arrivati, devono essere solo le assemblee dei lavoratori e
una nuova rappresentanza espressa dalle assemblee ad avere potere
decisionale. Gli operai più coscienti e combattivi devono unirsi e darsi
organizzazione in fabbrica.


Altrimenti, potremo sentire per altre 100 volte "No ai ricatti" - come
ripete il Comitato Liberi e pensanti - senza che cambi nulla.
Gli operai non possono "mangiare" notizie e stare a sapere che succede dai
telefonini. Gli operai Ilva non hanno un sindacato, non hanno un piano di
gestione della mobilitazione, le stesse masse dei quartieri non hanno
proprie strutture organizzate in cui poter decidere.
O si lavora per costruire strumenti di organizzazione in fabbrica e fuori,
di esercizio effettivo di potere operaio, o tutto il resto è noia e parole
che lasciano i lavoratori comunque alla mercè dei sindacati confederali e le
masse dei politici.
Così torniamo a sentire dire dai Liberi e pensanti che la città non deve
essere toccata dalla lotta dell'Ilva. Quando, come per la salute, la città
sarebbe la prima ad essere colpita dal crollo dell'Ilva.  Ma cosa si vuole
dire? Che gli operai devono lottare da soli nel loro recinto e i cittadini
devono andare ai concerti? Oggi più che mai, invece, serve e servirà l'unità
nella lotta tra gli operai e gli abitanti di Taranto.

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