giovedì 24 maggio 2012

roma 26 maggio

ai compagni operai, lavoratori, precari disoccupati presenti all'assemblea 
di Roma
i rappresentanti del coordinamento nazionale dello slai cobas presenti 
all'assemblea

per il sindacato di classe esprimono appoggio e sostegno all'assemblea 
nazionale e sono pronti a fare proprie le decisioni di essa in materia di 
organizzazione e lotta

slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
cobasta@libero.it
24 maggio 2012


Appello

Siamo lavoratrici e lavoratori, delegati e delegate, precari e disoccupati,
militanti di diverse storie, esperienze, organizzazioni e movimenti. E
riteniamo nostro dovere oggi lanciare un appello per discutere e decidere
tutti insieme come agire, perché non possiamo più continuare così.

Negli ultimi mesi e ancora oggi assistiamo a una devastazione sociale senza
precedenti. Con la copertura dello spread e con il sostegno delle banche e
della Confindustria, il governo ha divorato anni e anni di conquiste e
diritti..........


La pensione a 70 anni, la tassazione iniqua sul lavoro e sulle pensioni, la
disastrosa situazione che si abbatte su tutti i lavoratori, sui giovani,
sulle donne, sui disoccupati e sui migranti, la precarietà a la
disoccupazione sempre più estese, le privatizzazioni, una condizione di
lavoro e di vita sempre più esposta al ricatto, all'autoritarismo, 
all'incertezza
e alla povertà. E ora, a tutto questo si aggiunge la controriforma del
lavoro, con la cancellazione sostanziale della tutela dell'articolo 18
contro i licenziamenti, mentre, anche nel pubblico impiego e nella scuola,
si moltiplicano le minacce esplicite di espulsioni di massa. Si tratta di
una serie di colpi violenti che si vuole assestare a ciò che resta del
potere contrattuale, dei diritti e della capacità di lotta del mondo del
lavoro. La libertà di licenziamento significa la precarizzazione finale di
tutto il mondo del lavoro e il via libera alle discriminazioni (da quelle
politiche e sindacali a quelle contro le donne o per orientamento sessuale);
è il ricatto più grave nei confronti di chi dissente e lotta in ogni luogo
di lavoro.

Tutto questo finora è potuto avvenire anche per la debolezza, la complicità
e i cedimenti del sindacalismo confederale (non ultimo con la firma di Cgil,
Cisl e Uil sul patto per la gestione degli esuberi nel pubblico impiego).
All'aggressione padronale e governativa non è stata contrapposta alcuna
piattaforma unificante, che sia in grado, tra l'altro, di ricomporre,
attorno al mondo del lavoro anche le lotte sui beni comuni, le lotte degli
studenti e dei migranti. I lavoratori sono stati privati di ogni possibilità
di discutere e decidere. La democrazia e le libertà sindacali sono ridotte
ormai a un ricordo del passato. Le reazioni generose ma parziali di
categorie, organizzazioni, rsu e delegati di numerose aziende private e
realtà del pubblico impiego, nell'ambito sia del sindacalismo confederale,
sia di quello di base, non sono riuscite a invertire la tendenza negativa.

Per tutte queste ragioni e per ripartire unitariamente ma dal basso
riteniamo necessario costruire un'assemblea del mondo del lavoro, più o meno
precario che sia, aperta a tutte e tutti coloro che, senza mettere in
discussione le proprie collocazioni e le proprie appartenenze, vogliono oggi
liberamente discutere su come mobilitarsi per costruire una risposta 
all'offensiva
che stiamo subendo, fino ad uno sciopero generale che fermi il paese.

Vogliamo discutere su come difendere ed estendere l'articolo 18 e su come
accompagnare questa lotta con la richiesta di un reddito generalizzato che
tuteli dalla disoccupazione e dalla precarizzazione, contro la mancanza di
lavoro. Vogliamo mettere in campo una risposta alla devastazione sociale sui
diritti, anche più elementari, sulla casa, sulla sanità, sui servizi, sui
beni comuni, sull'occupazione, sulle politiche dei migranti e sulle
pensioni. Diciamo no all'Imu sulla prima casa e a tutto il sistema di
tassazione che oggi colpisce prima di tutto i poveri, il lavoro dipendente,
i pensionati. Chiediamo una radicale revisione delle politiche fiscali che
colpisca quel 10% della popolazione che detiene la maggioranza della
ricchezza del paese. Vogliamo mettere in discussione i vincoli e gli accordi
dettati dalla Bce, che ci legano alla finanza e alla speculazione italiana,
europea e internazionale. Diciamo no al Governo Monti ed alle politiche dei
ministri Passera e Fornero. Vogliamo democrazia e diritti e per questo
dobbiamo rimetterci in movimento.

Invitiamo lavoratrici, lavoratori, delegati, Rsu e Rsa, rappresentanti dei
movimenti dei precari e dei senza lavoro, della difesa del territorio e dei
beni comuni a sottoscrivere questo appello e a ritrovarci tutti e tutte in
una libera assemblea il giorno 26 maggio, alle ore 9,30 a Roma, al Teatro
Ambra Jovinelli.

E invitiamo a fare altrettanto anche quei dirigenti sindacali, di qualunque
sigla essi siano, che condividono queste nostre stesse preoccupazioni.

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