venerdì 9 marzo 2012

L'Ilva di padron Riva il lavoro lo toglie..

con la complicità dei sindacati confederali 

“L’Ilva da lavoro per questo non va chiusa, per questo dobbiamo accettare l’inquinamento e la devastazione aziendale”. 
Questo è il leit motiv dell’azienda, dei sindacati confederali, di opinionisti embedded. 
Tranne il fatto che anche noi non vogliamo la chiusura dell’Ilva, noi diciamo chiaro che l’Ilva il lavoro lo toglie non lo dà.
Si sono persi in questo ultimo biennio migliaia di posti di lavoro nell’indotto Ilva, 1.800 all’interno dell’Ilva; e per finire la questione degli interinali, prima licenziati, poi decimati e poi riassunti in piccola parte e sempre in forme precarie. 
Tutto questo avviene col pieno accordo delle direzioni sindacali confederali, con il silenzio complice delle Istituzioni, con la mancanza di lotta degli operai colpiti, vittime di rassegnazione, ricorsi legali, fiducia nelle promesse sindacali e politiche.
Chi ha reagito a questa situazione con un’azione sacrificata, sono stati un gruppo di interinali, saliti sul ponte, e scesi poi con promesse tuttora non mantenuti da Ilva, sindacati, Vendola.
Il lavoro all’Ilva e nel’indotto si perde e anche all’interno di questa fabbrica la lotta per il lavoro ha una priorità, che non ha niente a che fare col ricatto occupazionale più volte agitato. 

Lo Slai cobas per il sindacato di classe rivendica all’interno dell’Ilva un esame dettagliato per reparti e aree di condizioni, orari e organici, perché si lavora di più con meno operai. Questo riduce il valore del salario, la salute e i diritti; rivendica l’assunzione di tutti gli interinali a Tempo Indeterminato; rivendica l’apertura di una vertenza indotto fondata su il rientro di tutti i cassintegrati, la stabilizzazione a Tempo Indeterminato, condizioni di parità salariali, normative e di sicurezza, il contratto unico nell’appalto, divisi ora in edili e metalmeccanici, la possibilità di trattare con un soggetto unico le tematiche dell’appalto, come avviene nell’indotto Fiat con la creazione di un consorzio tra le imprese operanti.

Queste rivendicazioni sono giuste, necessari e richiedono la lotta vera, scioperi veri e non di propaganda – quali sono quelli attualmente della Fiom; mentre gli altri sindacati non scioperano più perché agiscono come “agenzia” dell’impresa -, la presenza dello Slai cobas nelle Ditte dell’appalto e il suo riconoscimento da parte delle aziende, con pari diritti e pari dignità. 

Slai cobas per il sindacato di classe ilva-appalto

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