martedì 19 marzo 2024

19 marzo - dal blog tarantocontro: Ex Ilva, i sindacati tornano a Roma info - costruire una giornata di lotta unitaria degli operai Acciaierie/Appalto/ operai in cigs as - la proposta dello Slai Cobas è per il 19 aprile

 

da corriere di Taranto

Il Governo ha convocato i sindacati metalmeccanici per lunedì 25 marzo alle ore 19 a Palazzo Chigi. L’incontro, annunciato da fonti sindacali, si svolgerà presso la Sala Verde di Palazzo Chigi e servirà per fare un nuovo punto sulla situazione dell’ex Ilva, dopo la procedura di amministrazione straordinaria della società Acciaierie d’Italia e delle sue associate.

Le organizzazioni sindacali attendono di ricevere chiarimenti in merito alle risorse che il governo intenderà destinare al rilancio produttivo del siderurgico, a cui certamente non basteranno i 320 milioni di euro destinati con l’ultimo decreto approvato in ordine di tempo, che dovranno comunque ottenere il via libera da parte della Commissione Europea, in quanto si tratterà di un prestito ponte da elargire in una o più trance entro dicembre 2024. Né certamente l’eventuale implementazione di altri 150 milioni di euro, che dovrebbero arrivare dall’amministrazione straordinaria di Ilva in AS, che “al fine di assicurare la continuità operativa degli stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale e la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei lavoratori trasferisce fino a 150 milioni ai commissari di Acciaierie Italia” come prevede l’articolo 39, su misure urgenti per l’ex Ilva, della bozza del decreto Pnrr post Consiglio dei Ministri dello scorso febbraio e che non è certo sarà poi approvato. Per far ripartire l’azienda serviranno molte più risorse, pari a non meno di un miliardo di euro, tra l’acquisto delle materie prime, la manutenzione ordinarie e straordinaria degli impianti, il pagamento delle bollette scadute del gas ad Eni e Snam tramite i pianai di rientro sottoscritti con le due società, senza dimenticare quella corretta gestione della cassa integrazione (che si attesta intorno al 30%) che i sindacati chiedono da tempo e che al momento non è cambiata dopo l’estromissione del socio privato ArcelorMittal. Oltre a porre sul tavolo la questione inerente il bando di gara internazionale con cui si cercheranno nuovi gestori del siderurgico, che difficilmente vedrà la luce prima della fine dell’anno (vista la complessità di una procedura del genere e l’esperienza recente con ArcelorMittal) nonostante le intenzioni del ministro delle Imprese Adolfo Urso che vorrebbe anticipare i tempi all’estate.

Così come saranno chiesti chiarimenti all’esecutivo in merito alla deliberazione di due linee di factoring, destinate a sostenere la liquidità e la continuità di Acciaierie d’Italia in As (Adi) e della filiera di fornitori, da parte di SACE. In particolare, la prima linea spiega il comunicato, riguarda la cessione dei crediti che Adi vanta nei confronti dei propri clienti (c.d. ciclo attivo) per un importo complessivo di 100 milioni di euro. “Sace anticiperà i pagamenti ad Adi, che potrà così disporre di risorse immediate per le esigenze più urgenti”. La seconda linea riguarda il sostegno alla filiera di fornitori di Acciaierie d’Italia (c.d. ciclo passivo), per un importo fino a 120 milioni di euro. Sace potrà acquistare i crediti che i fornitori vantano nei confronti di Acciaierie d’Italia, “per cercare di venire incontro alle esigenze di liquidità”. Anche perché bisognerà poi capire se effettivamente la strada scelta dall’esecutivo sia quella più utile per garantire le aziende dell’indotto o meno, visto che quest’ultime inizialmente erano poco propense a tale soluzione.


19 marzo - RICEVIAMO CONDIVIDIAMO/PUBBLICHIAMO QUESTA PRESA DI POSIZIONE DI OPERATORI SANITARI DI FIRENZE E CI ADOPERIAMO PER DIFFONDERLO E FAR SCHIERARE ALTRI OPERATORI A MILANO. Slai Cobas sc Istituto Tumori Milano

 


lunedì 18 marzo 2024

18 marzo - PALERMO: FORUM DELLA PACE?

Contro il reclutamento alla guerra imperialista di studenti, studentesse e giovani

Contro il “Forum Internazionale per la Pace, la Sicurezza e la Prosperità” 

organizzato a Palermo dal 17 al 20 marzo 2024, rivolto principalmente a studenti e studentesse delle scuole superiori e dell’università, che ha in programma tante e variegate manifestazioni che hanno come oggetto la guerra ma che sono coperte dal nome accattivante di “pace”.

L’uso di nomi “accattivanti”, “neutrali” è ormai la norma: i paesi imperialisti con a capo gli Stati Uniti (sempre affiancati dall’imperialismo italiano) hanno chiamato le guerre “missioni di pace”, “operazioni di polizia internazionale”, “guerra umanitaria”! “Libertà duratura” (Enduring freedom)…

A smentire le loro parole sono gli stessi organizzatori del Forum quando dichiarano che mirano a coinvolgere “rappresentanti del sistema giudiziario, dell'ordine pubblico e della professione delle armi” che vogliono esplorare “in modo collaborativo il ruolo delle forze armate, delle istituzioni dell'ordine pubblico e della giustizia nel creare le basi per una fiorente comunità globale basata sulla pace e sulla prosperità”.

Altro che “pace e prosperità”! questa iniziativa si inserisce in un contesto che già vede studenti impegnati, anche attraverso la cosiddetta alternanza scuola-lavoro, nell’“alzabandiera”, negli incontri nelle scuole con le “forze dell’ordine”, nelle visite guidate nelle caserme, nelle basi come Sigonella, negli aeroporti militari per imparare a pilotare aerei da guerra… e ha di fatto lo scopo di spingere studenti, studentesse e giovani ad arruolarsi nei vari corpi dell’esercito.

Un “Forum” per l’indottrinamento, quindi, di “conquista dei cuori e delle menti” dei giovani, come da manuale di guerra, proprio per rendere la guerra imperialista un fatto accettabile non più solo la “guerra mondiale a pezzi” come la chiama il papa, ma anche la guerra totale e perfino esplicitamente nucleare.

Il governo italiano ha di fatto già trascinato il Paese nella guerra in corso con soldi e armi come quella combattuta in Ucraina, tra i diversi imperialismi, per interposta persona! o nella guerra contro il popolo palestinese con il suo sostegno allo Stato nazisionista di Israele che sta portando avanti un genocidio; ma anche con l’invio di navi da guerra nel Mar Rosso contro lo Yemen, o della portaerei Cavour insieme ad altre 5 navi militari nel Mar cinese meridionale… e i morti, i feriti e la distruzione che tutto questo causa è sotto gli occhi di tutti quotidianamente!

È un caso che queste iniziative si tengano in Sicilia? che è già una “portaerei al centro del Mediterraneo” piena zeppa di basi militari; questo “Forum” guerrafondaio, al quale hanno dato il loro sostegno tante istituzioni, come la Regione Sicilia e l’Ufficio scolastico regionale, deve essere innanzi tutto smascherato come aperta propaganda per la guerra, anche perché fa carta straccia ancora una volta dell’articolo 11 della Costituzione che è chiarissimo: “L’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, e con l’art.11 si fa carta straccia di tutto il diritto che disciplina i rapporti internazionali fra Stati.

La necessità dello smascheramento delle iniziative del governo e dell’esercito va di pari passo con le mobilitazioni contro la guerra imperialista che vanno continuate, allargate e rafforzate.

Slai Cobas per il sindacato di classe

Via M. Cipolla, 93 Palermo


domenica 17 marzo 2024

17 marzo - Le insidie della casa. spesso drammi della solitudine.. Gli infortuni domestici sono tra le prime cause di morti per infortuni nelle case: tanti anche quest'anno i morti provocati da incendi

 da Osservatorio C. Soricelli

 Tre bambini e la madre morta. Si rimane impressionati nella mia Bologna una delle città più ricche d'Europa sentire che in una strada della nostra città, che ha diversi primati in Italia,  sono morti tre bambini e la madre per il fumo provocato di notte da una stufetta elettrica, Conosco bene via Bertocchi dove si è verificata la tragedia, è anche una strada decorosa, ben servita. ma ovviamente anche qui si annidano forti povertà, perchè era accesa la stufetta di notte, il riscaldamento funzionava o era spento per l'impossibilità di pagare le bollette, gli impianti erano a norma, si poteva affittare se non lo erano? La bella e giovane mamma rumena faceva le pulizie e si era separata dal marito, anche se erano rimasti in buoni rapporti. Ecco i drammi della solitudine. Ecco alcuni casi. Il 4 gennaio muore anziano per asfissia in casa, sempre in provincia di Bologna il 6 gennaio muore un' anziana bruciata per aver voluto accendere il camino con l'alcol, Itala mazzetti aveva 87 anni, sempre il 6 gennaio a Paternò in Sicilia una donna sola di 52 anni ha battuto la testa cadendo in casa, sempre in Sicilia Antonino Facella muore per un incendio in casa, Giuliano Lazzari aveva solo 56 anni, ma anche lui è morto intossicato dai fumi a Trento. l'8 gennaio Rocco De Nuzzo muore fulminato sotto la doccia a Lecce, a Imperia il giorno dopo una coppia muore intossicata dal monossido di carbonio. Anche a Firenze un morto per il monossido di carbonio di una stufetta il 15 gennaio, il 17 gennaio a Perugia, una donna prende fuoco si era avvicinata troppo al camino, aveva 78 anni. Ana Maria Rodigrues peruviana di 58 anni, stesso giorno a Trieste uno straniero  muore bruciato nell'appartamento il 24 gennaio. Il 28 gennaio a Bologna Roma e Novara altri 3 infortuni domestici mortali, ustionato da un fornello, corto circuito bollitore elettrico e esalazioni di una stufa. Ombretta Castellani aveva solo 50 anni rimase travolta da un carico di legname di un camion. Giovanni Crimi a Sassari è morto il 4 febbraio per un' esplosione di una bombola. Mi fermo qui ma la casistica e la registrazione di questi morti è infinita: c'è chi si improvvisa antennista e cade dal tetto, chi infila la testa in un tombino , chi si improvvisa imbianchino e cade dalla scala, chi si mette a lavare i vetri delle finestre e cade sulle strade, chi diventa montatore di tende e tapparelle e cade all'interno e all'estero. chi si recide le arterie in garage con "frullini" di vario genere,  chi si mette a potare gli alberi del giardino e ne rimane travolto, ecc...  potrei continuare all'infinito. Insomma la casa è piena di pericoli e mettersi a fare lavori che richiedono cautela è molto, molto pericoloso



17 marzo - dal blog tarantocontro: Come già denunciato dallo Slai Cobas: si tratta di una vera e propria RESTAURAZIONE

I condannati, chi ha fatto parte delle azioni criminali ai tempi di Riva e successivamente, non possono ora dirigere Acciaierie!

19 aprile - giornata di sciopero e lotta - presidio al Tribunale di Paolo VI dove comincerà l'appello del 

processo "Ambiente svenduto".

Da Il fatto quotidiano

L’Ilva di Stato sembra quella dei Riva: tornano l’ex direttore condannato a 17 anni e il manager ritenuto colpevole della morte di un operaio

di Andrea Tundo | 14 Marzo 2024

Il cuore produttivo dell’Ilva di Taranto è di nuovo nelle mani di due condannati per gli episodi più gravi avvenuti nell’acciaieria. Nel silenzio generale, riappaiono tra i manager dell’impianto Salvatore De Felice e Ruggero Cola per volontà dei neo-commissari governativi Gianluca Quaranta, anche lui con una condanna per vicende avvenute nel siderurgico, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli. De Felice e Cola, scelti per supportare il nuovo dg Giuseppe Cavalli, il primo aiuterà il direttore generale nella gestione dell’area a caldo, quella che comprende altiforni e acciaierie, mentre il secondo si occuperà di laminazione e tubifici. Faranno consulenza, sostanzialmente, su zone che conoscono benissimo, avendole già dirette anche nell’era Riva. E non sempre nel migliore dei modi, secondo i giudici.. De Felice – pensionato dal 2021 – è stato condannato per l’avvelenamento di acque e sostanze destinate alla alimentazione in primo grado nel maxi-processo Ambiente Svenduto, il cui appello inizierà tra poche settimane. In qualità di capo area altiforni, diretta tra il 2002 e il luglio 2012, e di direttore dello stabilimento nel periodo seguente, i giudici della Corte d’Assise di Taranto gli hanno inflitto 17 anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, sentenziando che era “senza dubbio” a conoscenza che “l’impianto di sinterizzazione” dell’Ilva “fosse una fonte di diossine”. L’ingegnere – assai vicino ad ambienti del Pd locale e già consigliere comunale a San Giorgio Jonico – ritorna quindi in sella nonostante, si legge nelle motivazioni della condanna, fosse uno dei “più stretti collaboratori” dei Riva e avesse un “pieno coinvolgimento” nelle “politiche industriali” degli allora proprietari dell’acciaieria. Ragioni per cui è stato considerato responsabile dello “sversamento di sostanze nocive” e della “contaminazione” del mare e dei terreni dove c’erano diverse aziende agricole locali. Quello che, sostengono i giudici, sotto i Riva trasformò l’Ilva in qualcosa di simile a un “deposito di esplosivi gestito dai nostri imputati come fochisti”. La Corte non gli ha concesso neanche le attenuanti generiche perché De Felice aveva patteggiato in altri procedimenti, risalenti al 1999 e al 2007, per un omicidio colposo e lesioni. Precedenti che, scrivono i giudici, ne descrivono la “capacità a delinquere”. Cola, una carriera iniziata in Ilva nel lontano 1984 e interrottasi nel 2021, è invece stato condannato da così poco tempo che le motivazioni non sono ancora note. Lo scorso 29 febbraio, la giudice del tribunale di Taranto Federica Furio gli ha inflitto 6 anni di carcere per la morte dell’operaio Alessandro Morricella, deceduto il 12 giugno 2015 a causa di un incidente nel reparto Afo2 avvenuto quattro giorni prima. Aveva 35 anni. Il giovane lavoratore si era avvicinato al foro di colata dell’altoforno 2 per effettuare i prelievi finalizzati al controllo della temperatura della ghisa, ma invece della lenta fuoriuscita del materiale che scorre in un canale apposito, venne improvvisamente colpito da una fiammata di materiale liquido. Dopo un’agonia durata quattro giorni, Morricella si spense a causa delle ustioni di secondo e terzo grado sul 90% del corpo. Si va quindi componendo con nuovi ritorni eccellenti la squadra che dovrà operativamente gestire il tentativo di tenere in vita l’Ilva in attesa che parta la nuova gara europea per assegnarla ai privati. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha più volte assicurato che il rilancio ci sarà e grazie all’amministrazione straordinaria è stato sventato il rischio di un blocco degli impianti. Non solo. Il ministro ha anche sottolineato come i commissari scelti sono stati “giudicati da tutti in maniera eccellente” e “hanno rimesso in moto i processi produttivi a cominciare dalla messa in sicurezza degli impianti, che ovviamente ci preoccupava per l’ambiente e la salute dei cittadini”. Ilfattoquotidiano.it ha chiesto al ministero se fosse a conoscenza dei procedimenti giudiziari che coinvolgono De Felice e Cola ma al momento della pubblicazione non ha ancora ricevuto alcuna risposta.


sabato 16 marzo 2024

16 marzo - "Ampliato il servizio negli asili nido comunali" - Ma per le lavoratrici di ausiliariato e pulizia restano poche ore e bassissimi salari

 


Alle lavoratrici/lavoratori dell'ausiliariato e pulizie che garantiscono servizi, igiene degli ambienti, tutela della salute dei bambini, la risposta dell'Ass. Petrosillo e dei dirigenti del Comune, a fine febbraio, è stata invece che nessun reale aumento dell'orario di lavoro, e quindi del salario, ci sarà neanche in futuro, - al massimo l'orario giornaliero di 3 ore e 30, sarà aumentato di un'altra mezzora - questo nonostante questi lavoratori sono diminuiti, passando da 82 agli attuali 68, mentre i servizi, carichi di lavoro sono aumentati e le lavoratrici sono costrette a fare le attività come 50 anni fa, senza le attrezzature idonee, pagando tutto questo anche con la salute.

Lo Slai cobas da tempo chiede: 

l'internalizzazione del servizio e quindi dei lavoratori; si tratta di un servizio permanente, strutturale, senza il quale gli asili non possono funzionare:

aumento delle ore lavorative, portandole almeno a 5 ore al giorno e 30 settimanali; aumento delle retribuzioni;

fine di ogni periodo di sospensione;

attrezzature meccaniche ed elettriche per le pulizie, ai fini della sicurezza/salute per le lavoratrici e garanzia di effettiva igiene per i bambini.

Su questo vi è stata una mobilitazione, presidio al Comune nella giornata dell'8 marzo, perchè è sulle donne - che negli asili sono il 99% del personale - che si scarica questo sfruttamento. E per le donne questa condizione è alla base della condizione generale di doppio sfruttamento, oppressione, violenza.

E nessuna illusione! Ora le lavoratrici, i lavoratori riprenderanno la mobilitazione.

16 marzo - info: CONTRO L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA OGGI A NAPOLI

 


venerdì 15 marzo 2024

15 marzo - Contro le morti sul lavoro per il profitto dei padroni assassini, quale lotta è necessaria?

da Controinformazione rossoperaia del 14/03 

L'orribile strage dei lavoratori continua ininterrotta. Ieri altri 5 morti sul lavoro, 5 vite operaie, giovani, anziani, migranti, spezzate per il profitto dei padroni, per il sistema che produce morte dei lavoratori, per il governo che sulla sicurezza sul lavoro dimostra fino in fondo di essere un’agenzia, un Ufficio consulenza dei padroni. Non si era ancora spento l'eco e né si spegnerà l'eco della strage di Firenze, dove gli operai sono stati seppelliti vivi dal crollo delle strutture atte alla costruzione di un nuovo grande centro commerciale dell'ESSELUNGA. Abbiamo già detto molto su questo, denunciato, sostenuto le proteste sul territorio, sostenuto anche lo sciopero - banale e limitato - indetto dai sindacati confederali di 2 ore. Abbiamo denunciato le responsabilità del governo, del sistema, dei padroni assassini. Ma queste nuove morti ci dicono che la denuncia che facciamo - giusta e necessaria – è insufficiente e che bisogna andare dentro le vicende che producono questi morti operai. In fabbrica innanzitutto, perché è facile descrivere le condizioni di lavoro che vi sono in edilizia o vi sono nei luoghi in cui più facilmente la vita degli operai è a rischio, ma in fabbrica in generale è nascosta, è meno evidente che il lavoro è nocivo, che il lavoro è mortale e che i profitti dei padroni sono esattamente l'altra faccia del pianeta dello sfruttamento sul lavoro. A Caserta è morto Giuseppe Borrelli, 26 anni, un ragazzo di Volla, nel Napoletano, stritolato e morto in una pressa della laminazione sottile, nella fabbrica del gruppo Moschini che ha sede a San Marco Evangelista, in provincia di Caserta. Era da solo quando si è verificato l'incidente. Il gruppo Moschini non è una fabbrichetta. Il gruppo Moschini ha stabilimenti in Italia, Inghilterra, Turchia, Canada, Corea del Sud. Quella di San Marco non è una fabbrichetta, lavorano 400 operai. Trasformano in pellicole di alluminio per alimenti i profilati t 30/40 m. Borrelli lavorava lì da tre o quattro anni, non è nemmeno chiaro. Ma il suo datore di lavoro non era il gruppo Moschini, per cui lavorava. Il gruppo Moschini è stato insignito da Mattarella, alcuni anni fa, della onorificenza dei cavalieri del lavoro per meriti speciali della Repubblica. Il contratto che aveva Giuseppe Borrelli era con la Gi Group, un'agenzia interinale. Era quest'ultima che lo aveva assunto a tempo indeterminato e poteva spostarlo da un cliente all'altro sulla base delle richieste ed era Gi Group che gli pagava lo stipendio sulla base dell'inquadramento contrattuale dei metalmeccanici. La figura di questo giovane operaio è di staff leasing, cioè in affitto, operaio in affitto. All'azienda questo andava benissimo perché aveva personale qualificato ma, nello stesso tempo, nessun vincolo diretto contrattuale con esse. Con il contratto staff leasing l'operaio si sente perennemente in bilico, vive una condizione di eterna precarietà in ciascuna delle fabbriche in cui lavora. Si tratta di un giovane operaio eternamente in ricatto e quindi obiettivamente disponibile ad accettare le richieste aziendali del suo uso.

giovedì 14 marzo 2024

14 marzo - da Osservatorio di C. Soricelli: Non 4 morti sul lavoro ieri ma ben 8, ovvero le "cifre ufficiali" e quelle reali che mostrano la guerra di classe di questo sistema ai lavoratori

 

 Ieri 13 marzo i morti sul lavoro non sono stati 3 o 4 come riportala la cronaca ma ben 8, il giorno prima altri 3. Tutti hanno parlato del povero giovane Giuseppe Borrelli di 25 anni, morto il giorno 12 travolto da un macchinario, ma nessuno o quasi scrive che era un moderno schiavo, quelli senza diritti, cioè che sono precari da anni, si tengono così per anni per impedire loro di rivendicare i loro diritti, di iscriversi a un sindacato, di non rifiutarsi a svolgere un lavoro pericoloso, pena il mancato rinnovo del contratto. Anche se col Jobs act renziano tutti i nuovi assunti sono precari, anche se hanno ragione sono licenziati ugualmente con poco denaro. La strage all'Esselunga ha messo in luce, ma per me non ce n'era bisogno in quali condizioni vivono in subppalto, che viene utilizzato largamente dalle grandi industrie  e anche dallo Stato, SILENZIO se no a casa.  Chi sono gli otto morti di ieri? A Brindisi è morto Gianfranco Conte di 43 anni schiacciato da una bobina, travolto da un muletto Bogdan Redzinc è un polacco che viveva nel nostro paese da molto tempo, aveva 59 anni, è stato travolto da un muletto. In provincia di Frosinone è morto Bruno Di Norcia, un operaotee ecologico che è caduto dal camion di rifiuti aveva 43 anni, in provincia di Cosenza è morto cadendo da un tetto di un capannone Elio Benvenuto, di anni ne aveva 62 e ancora faceva lavori pericolosi, Due sono morti di fatica sono due stranieri: uno è morto alla Fincantieri è un sirlankese di 43 anni di cui non si conosce ancora l'identità (se mai lo diranno e se la cronaca è già passato ad altro) e l'altro in provincia di Treviso si chiamava Bolde Samme è morto di fatica mentre scaricava un camion di un magazzino di una grande azienda. altri due tra cui un vent'enne hanno perso la vita in itinere. ma attenzione ci sono tantissimi agenti di commercio che perdono la vita lavorando sulle strade, ma passano  tutti conme "incidenti" ma che invece stavano spostandosi per lavoro, 


mercoledì 13 marzo 2024

13 marzo - L'AQUILA IN LOTTA

 


13 marzo - L'incontro su Acciaierie ex-Ilva di Taranto organizzato a Torino - ne seguiranno nuovi in altre città

 

                                                     Ascolta la registrazione

  

 

13 marzo - info GKN: GLI OPERAI SULL'IMPALCATURA

 

Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

Liberare Gkn dal ricatto

Liberare Firenze e Campi dalla speculazione

Più voi siete melma, più noi cerchiamo il cielo. Volete farci male con un muro di gomma, di giochini psicologici, di calunnie? Volete mettere a rischio i nostri corpi, la nostra tenuta psicolgica? Vi piace? Scegliamo noi allora come rischiare. La vittoria sarebbe storia, la caduta non sarà mai banale.

Commissariate Qf, pagate gli stipendi, intervento pubblico con un consorzio industriale. #insorgiamo