lunedì 29 aprile 2024

30 aprile - 1° MAGGIO: MANIFESTO DELLO SLAI COBAS sc

 


30 aprile - Un nuovo appello carico di sangue e dolore. Lanciato dai sindacati dei lavoratori e delle professioni a Gaza

 

Cari compagni nei sindacati dei lavoratori in Europa,

Con il cuore pieno di dolore e di sangue, nei campi profughi, tra le macerie e sulle rovine delle nostre officine, fabbriche e negozi completamente distrutti dall'aggressione "israeliana" con armi di fabbricazione statunitense ed europea, proibite a livello internazionale, rivolgiamo questo nuovo e urgente appello a voi.

Invece di festeggiare insieme il giorno internazionale dei lavoratori, viviamo questo giorno mentre siamo occupati a seppellire decine di coloro che cadono martiri ogni ora, in mezzo a una guerra di sterminio contro il nostro popolo, in cui ogni cosa nel territorio è devastata, dagli ospedali e strutture sanitarie, alle scuole, università, strade, infrastrutture e fabbriche. Neanche i bambini non ancora nati sono risparmiati dai bombardamenti israeliani. Viviamo il crimine del secolo perpetrato contro di noi, e questa guerra distruttiva e le sue catastrofiche conseguenze sul campo, economiche e di vita quotidiana, ci costringono, come sindacati dei lavoratori e delle professioni a Gaza, ad assumerci grandi responsabilità nel raccogliere le macerie del nostro popolo, medicare le sue ferite e dolori, e il nostro ruolo nel trasmettere l'immagine di questa sofferenza senza precedenti e della catastrofe umanitaria e ambientale. Noi, del nostro popolo, non abbiamo potuto e non possiamo più dissociarci da questa realtà. Abbiamo perso migliaia di lavoratori. Nonostante i nostri sforzi nell'aiutare il nostro popolo con il limitato supporto che riceviamo e nel far sentire alta la voce del nostro popolo nelle sedi internazionali, ci siamo scontrati con silenzio e indifferenza da parte dei sindacati internazionali. A onor del vero va riconosciuto il ruolo importante di alcuni sindacati esteri che hanno guidato localmente le proteste contro la guerra di sterminio sionista su Gaza.

Cari compagni dei sindacati e delle federazioni dei lavoratori, una serie di temi emersi durante l'aggressione vanno sottolineati. In particolare:

1) La gravità del crimine e dello sterminio commesso contro il nostro popolo e la vera posizione degli Stati Uniti e dell'Europa, favorevoli all'aggressione, devono essere esposti e denunciati dai sindacati e dalle federazioni, così da affrontarli e contrastarli. E' necessario continuare la protesta, diffonderla e esercitare pressioni per porre fine all'esportazione di armi statunitensi verso l'entità sionista, e per spingere i governi capitalisti ad abbandonare queste posizioni ostili al popolo palestinese.

2) Vanno denunciate le decisioni di licenziare o terminare i contratti di migliaia di dipendenti e lavoratori a Gaza da parte di alcune istituzioni locali, arabe e internazionali, legate alla guerra di sterminio o finalizzata a privare i lavoratori dei loro diritti e indennità, invece di rafforzare il sostegno a questi dipendenti e lavoratori e attuare pacchetti di supporto al posto del licenziamento. Questo argomento deve essere al centro delle vostre preoccupazioni e lotte.

3) Va denunciato l'atteggiamento remissivo dei sindacati internazionali, inclusa l'Internazionale dei Lavoratori, che si è distinta per posizioni leggere e dichiarazioni di facciata, senza azioni concrete sul campo mirate a pressare i decisori politici e a fermare la guerra di sterminio. Le attività sindacali si sono limitate alle conferenze e alle dichiarazioni, senza approfondire la questione del soccorso o influenzare l'opinione pubblica internazionale per denunciare la vera natura criminale del sionismo e le pratiche dei paesi alleati. Questo problema deve essere affrontato con l'adozione di una posizione efficace e decisa, che si imponga a livello internazionale. Tra le azioni necessarie c'è la lotta per vietare ai sindacati dei lavoratori di tutto il mondo di collaborare con l'entità sionista, considerandola complice nella guerra di sterminio.

In particolare, chiediamo ai sindacati di tutto il mondo, e specialmente a quelli attivi in Europa e negli Stati Uniti, di prendere la decisione di boicottare i l'attività economica in protesta contro il loro ruolo nella guerra di sterminio. L' impatto che i sindacati possono avere negli Stati Uniti e in Europa è significativo, e dovrebbe essere tradotto in un forte supporto sul fronte umanitario per centinaia di migliaia di famiglie di lavoratori, che hanno perso le loro case o le loro fonti di sostentamento, contribuendo a progetti e fondi di assistenza per i lavoratori e assicurando loro sicurezza finanziaria temporanea, in coordinamento con i sindacati palestinesi e l'Internazionale dei Lavoratori, per alleviare la sofferenza di centinaia di migliaia di nostri cittadini.

Cari compagni, vi esortiamo ad essere la nostra voce, la nostra arma e le nostre voci in tutte le capitali del mondo. Ciò che il nostro popolo e i lavoratori, in particolare, subiscono è la peggiore catastrofe conosciuta dall'umanità nel XXI secolo. Questo vi addossa la responsabilità di far sentire la nostra voce e la voce dei nostri operai affamati a tutti, non solo ai vostri popoli e governi, ma al mondo intero. C'è una nazione sotto il fuoco di ogni tipo di munizioni, ma è determinata a vivere e a resistere, e a ricostruire la desolazione che si è creata con la sua pelle, il suo sangue e i suoi sacrifici.

Grazie per i vostri sforzi e buona Festa del Lavoro.

Sicuramente, porteremo il vessillo della vittoria nonostante il massacro e la distruzione.

Dai vostri compagni, i sindacati dei lavoratori e delle professioni nella Striscia di Gaza,

Bashir Al-Sisi, Membro della Segreteria Generale dell'Unione Generale dei Lavoratori Palestinesi - Città di Gaza


domenica 28 aprile 2024

28 aprile - da Palermo: Fogli di via per attivisti Ultima generazione per protesta/denuncia sulla siccità in Sicilia . Piena solidarietà

 

SOLIDARETA' AGLI ATTIVISTI DI ULTIMA GENERAZIONE COLPITI INGIUSTAMENTE DALLA REPRESSIONE con fogli di via, per avere protestato con un'azione simbolica e giusta per mettere in evidenza il grave problema della siccità in Sicilia: ci sono città come Agrigento e comprensorio in cui da anni la popolazione soffre il razionamento pesante dell'acqua anche per le necessità più basilari, o Palermo dove in alcuni quartieri l'acqua potabile ora nuovamente è già razionata e potremmo continuare.

Il tutto nel più totale disinteresse dei governi regionali che si sono succeduti fino a quello attuale Schifani che a fronte di più che ipocriti lanci di allarme, e soprattutto in tempi elettorali, sul problema emergenza acqua e cambiamenti climatici, non hanno invece mai messo in atto politiche serie di manutenzione, di prevenzione per porre soluzioni per l'emergenza idrica, visto che in Sicilia e in particolare in alcune zone non piove da mesi e mesi, continuando ad arricchirsi sulle loro poltrone d’oro a danno delle masse popolari.

La rete idrica siciliana è un vero colabrodo, oltre il 50% dell’acqua immessa nelle tubature va persa. Secondo recenti stime del report dell’Istat sulle infrastrutture idriche in Italia, a Siracusa si disperde il 67 per cento dell’acqua immessa nella rete. Segue Messina con il 52 per cento e poi Catania con il 51 per finire a Palermo con una perdita stimata del 42 per cento.

Non vi è mai una seria opera di manutenzione verso le dighe, diverse dighe sono insicure e riversano in mare l’acqua, o la disperdono nei campi incolti, mentre seminativi e allevamenti affrontano una lunga emergenza, in Sicilia ci sono 26 dighe, molte non collaudate, quasi tutte incompiute. A Licata per esempio la diga Gibbesi è inutilizzata, alla Regione hanno ben due progetti pronti per metterla in funzione, ma servono 22 milioni di euro. A Caltanissetta, la diga Comunelli è piena di fango e non può invasare acqua, inutilizzata anche la diga Pasquasia…

Gridano ora all’allarme i padroni siciliani del settore alberghiero “non possiamo rischiare di avvicinarci all'estate e chiedere ai turisti di razionare l'acqua. Sarebbe una follia”, che andrebbe naturalmente ad intaccare i loro lauti profitti…mentre il Presidente della Regione Schifani, che difende schifosamente il piano del governo Meloni/Lega del ponte sullo stretto contro popolazioni e di devastazione dell’ ambiente, chiede aiuto al governo Meloni con l’intervento delle navi cisterna alle Forze armate, a proposito di militarizzazione dei territori…

Il tutto mentre le popolazioni dovrebbero plaudire alle ridicole ordinanze che arrivano da parte di alcuni Sindaci alla Lagalla maniera, Sindaco di Palermo, che ha emesso in questi giorni un’ordinanza, sulla quale ci sarebbe da ridere a crepapelle se il problema non fosse serissimo, che stabilisce il divieto per gli abitanti di Palermo di innaffiare le piante nelle case dalle ore 5 alle ore 23 di ogni giorno, pena multe di centinaia di euro da parte dei vigili urbani … meno male però che il Comune di affretta a specificare che “i controlli saranno impossibili”.

Ribellarsi e lottare è l’unica via per i proletari, i lavoratori, la popolazione, organizziamoci per farlo!

La repressione di questo Stato non può fermare le giuste lotte per la garanzia di beni primari per le masse popolari - Ritiro immediato dei provvedimenti repressivi verso gli attivisti di Ultima Generazione.


Slai Cobas per il sc Palermo

sabato 27 aprile 2024

27 aprile - dal blog tarantocontro: na nota/commento sul processo Ilva pervenutaci dall'Avv. Enzo Pellegrin Torino - legale di parti civili organizzate dallo Slai Cobas sc Taranto

 

INIZIATO L’APPELLO DEL PROCESSO “AMBIENTE SVENDUTO”

Da Avv. Enzo Pellegrin Torino - legale di parti civili organizzate dallo Slai Cobas sc Taranto

Nei piccoli ed inadeguati locali dell’aula bunker del Tribunale di Taranto e’ iniziato oggi (il 19/4) il giudizio di appello del processo “Ambiente svenduto” avanti alla Corte d’Assise d’Appello di Taranto.

Gli imputati, tra i quali ci sono amministratori e dirigenti di ILVA Spa dello Stabilimento di Taranto, erano stati condannati a pene pesantissime per i reati i associazione per delinquere finalizzata al compimento di reati di disastro doloso, rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, nonché delitti contro l’amministrazione pubblica, quali fatti di corruzione e concussione. In sostanza sono stati ritenuti responsabili dalla Corte di Primo Grado per il grave inquinamento provocato nell’area di Taranto dal 1995 sino al 6.9.2013.

La prima udienza si e’ tenuta programmando la calendarizzazione dei prossimi lavori del processo. Esso si svolgerà per ora in cinque udienze (17 e 24 maggio, 7, 14, 28 giugno) nelle quali saranno affrontate le questioni preliminari proposte dagli avvocati degli imputati negli atti di appello e le richieste di rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale. In una successiva udienza il 12 luglio, la Corte conta di ritirarsi e decidere tutte le questioni preliminari del processo.

La sentenza di primo grado ha segnato un passo storico nella lotta di lunga durata dei lavoratori e dei cittadini tarantini contro l’uso criminale e dannoso dei mezzi di produzione a scopo di profitto.

Privatizzare le perdite e socializzare i profitti e’ la cifra del sistema di produzione capitalista.

Dimostrare scientificamente, in un processo penale, che questa pratica ha cagionato danni enormi alla salute, all’ambiente ed alle vite dei lavoratori tarantini ha costituito un passo di importanza sociale enorme.

Come nei processi Thyssen Krupp ed Eternit, il processo ILVA ha squarciato un velo sulle pratiche criminali dello sfruttamento capitalista.

mercoledì 24 aprile 2024

24 aprile - dal blog tarantocontro: Report - nota sull'articolata giornata del 19 aprile

La giornata di lotta del 19 aprile a Taranto, indetta dallo Slai Cobas per il sindacato di classe e dalle parti civili operai, lavoratori, abitanti dei quartieri inquinati, familiari degli operai morti sul lavoro, è stata una importante indicazione per la classe operaia e le masse popolari di Taranto e ha dato un solido punto di riferimento alla battaglia nazionale contro le morti sul lavoro e da inquinamento, interna alla lotta innanzitutto nelle fabbriche sul fronte salute e sicurezza. 

La giornata di lotta è partita con un presidio alle portinerie dell’appalto Acciaierie, dove permane la profonda crisi dello stabilimento che vede attualmente nell’amministrazione straordinaria gestita da governo e Commissari un rimedio peggiore del male; con operai a casa in larga parte e con piani di cassintegrazione permanente, anticamera degli esuberi, con sindacati confederali e Usb che sono sostanzialmente cogestori della situazione attuale.

Nel presidio l’appello fondamentale è stato allo sciopero sulla base dell’autonomia operaia da padroni, governo e sindacati confederali, su una piattaforma operaia approvata dalle assemblee che risponda agli interessi immediati degli operai e dei lavoratori, insieme a rivendicazioni generali che attraversano tutta la fase attuale di Acciaierie/Appalto, che permettano ai lavoratori di difendere realmente lavoro, condizioni di lavoro, salari, salute e sicurezza, e di porsi alla testa del movimento necessario nella città, affinchè da questa fase si esca con una fabbrica ambientalizzata, migliori condizioni di sicurezza, riduzione del peso delle fonti inquinanti.

Nel presidio, chiaramente, è stato detto che l’attuale condizione discende dal modo di produzione capitalista, in cui padroni privati e padroni pubblici sono ugualmente nemici di classe e l’unico futuro possibile per la fabbrica e la città è quello che può essere imposto dalla lotta di classe di operai e masse popolari in fabbrica e in città.

L’esigenza dello sciopero proposta dallo Slai Cobas per il sindacato di classe è e resta l’aspetto principale. Per questo sono fermenti positivi lo sciopero nel reparto man-bin per venerdì 26 aprile e il presidio sotto la Direzione degli operai della Semat senza stipendio di febbraio e marzo. Noi vogliamo che questi scioperi si estendano a tutti i reparti e a tutte le ditte dell’indotto. Così come va respinta al mettente la decisione aziendale di mandare a casa il maggior numero di operai, facendogli consumare l’intero pacchetto di ferie e permessi.

Invece che la lotta generale, le direzioni sindacali confederali e l’Usb non fanno che elemosinare incontri a Roma – un altro ci sarà il 29 aprile – e torneranno ad incontrare i Commissari il 7 maggio in cui nella sostanza l’azienda presenterà il piano massiccio di estensione della cassintegrazione.

Intanto, gli operai devono apprendere dao giornali ciò che il governo realmente sta facendo, che è quello di pianificare solo ammortizzatori sociali per i lavoratori, mentre si adopera per svendere le Acciaierie a futuri nuovi padroni, ripercorrendo la strada di sempre che portò prima l’Italsider a partecipazione statale ad essere consegnata nelle mani di padron Riva e poi, a fronte della nuova crisi, ad essere consegnata nelle mani di Mittal. Ora i nuovi padroni all’orizzonte sembrano essere gli oligarchi ucraini di Metinvest, uniti ad Arvedi, oppure ancora padroni indiani legati alla famiglia Jindal, concorrente di ArcelorMittal e la new entry Steel Mont.

Proprio per questo nella giornata di lotta del 19 aprile, è stato distribuito un dossier di ORE 12 Controinformazione rossoperaia, che fornisce agli operai approfondimenti su questi elementi.

La giornata di lotta è proseguita con il presidio al Tribunale/Aula bunker di Paolo VI, in occasione della riapertura per l’appello del processo “Ambiente svenduto”. Il presidio è servito a spiegare il significato del processo, che è il più importante, con una fabbrica aperta, che ci sia mai stato in Italia e in Europa.

All’apertura del processo una rappresentanza delle parti civili e dello Slai Cobas sc ha partecipato all’udienza, insieme agli propri avvocati di Torino e Taranto.

Questa presenza, unica tra le varie parti civili, ha voluto significare la nostra chiara intenzione di fare del processo un terreno non solo giudiziario ma di scontro di classe, perché vengano mantenute le condanne dei padroni e dei loro complici e siano risarcite le parti civili. Questo scontro è quanto mai necessario a fronte dell’aperto tentativo dei padroni condannati e dei loro complici di ostacolare in tutti i modi il processo e di mettere in dubbio l’assunto chiave del rapporto tra la produzione della fabbrica in mano alla famiglia Riva e le morti sul lavoro e soprattutto la drammatica gestione che ha portato all’inquinamento dei quartieri proletari contigui alla fabbrica con migliaia di tumori e gli aspetti di disastro ambientale che hanno colpito il territorio.

Infine, la giornata di lotta si è chiusa con un Convegno che ha chiamato a raccolta rappresentanze operaie, ambientalisti disponibili al legame con la classe operaia e alla sua organizzazione di classe, Marescotti/Peace link, e realtà lavorative anche fuori dalla fabbrica.

Il Convegno ha approfondito tutto, il processo “Ambiente svenduto”, la situazione della fabbrica, la dimensione strategica della vicenda Taranto nel quadro della crisi di sovrapproduzione della siderurgia mondiale e nazionale e il rapporto di questa crisi con gli sviluppi della tendenza alla guerra dall’Ucraina, al Medio Oriente/Palestina.

Tutto il Convegno si è schierato saldamente per un nuovo protagonismo della classe operaia. Era lo scopo di fondo da affermare in questo Convegno perché a base della nuova fase della lotta sindacale, sociale e politica in Acciaierie, nella città e su scala nazionale. In questa chiamata a raccolta importante e qualitativa è la presenza di una rappresentanza di lavoratori della Palazzina Laf – oggi parti civili nel processo “Ambiente svenduto” grazie all’azione dello Slai cobas - che hanno riportato in seno al Convegno elementi di chiarezza/verità sulla vicenda che vanno ben oltre il pur utile film che sta girando nelle sale italiane.

Su tutta la giornata esiste ampio materiale, documenti, audio, video, interventi, che escono in questi giorni sul blog tarantocontro. E’ disponibile per tutti i lavoratori, attivisti sindacali, associazioni politiche e sociali.

Al Convegno erano presenti anche operai della Tenaris/Dalmine di Bergamo in rappresentanza della lotta e del lavoro che stiamo facendo rivolto a tutte le fabbriche siderurgiche in Italia e rappresentanti della Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e territori, pronta ad essere il referente nazionale di questa battaglia da Taranto ai luoghi delle stragi sul lavoro e delle realtà impegnate nella lotta proletaria e popolare contro i disastri ambientali.

Questa giornata di lotta non è che la prima iniziativa di questo nuovo ciclo. Già una nuova giornata sarà il 17 maggio – nuova udienza del processo “Ambiente svenduto” - con nuove iniziative alla fabbrica e in città, e con assemblee a Bergamo/Milano e Palermo.


martedì 23 aprile 2024

23 aprile - L’imprenditore accusa i cavatori “deficienti” degli incidenti sul lavoro, la sua azienda vola in Borsa: +7%. IL VERO VOLTO DEI PADRONI, ASSASSINI DI OPERAI, ASSETATI DEL PROFITTO

 

di Maurizio Bologni e Ernesto Ferrara

L’imprenditore dice che la colpa degli incidenti sul lavoro è colpa degli operai che sono “deficienti”, la sparata si guadagna l’indignazione generale e l’immediata proclamazione di uno sciopero, ma in Borsa il titolo vola: oltre +7% nel giorno dell’ignominia, durante la seduta di Piazza Affari del 22 aprile.


 dall'osservatorio di C. Soricelli

Tra i 10 morti morti sui luoghi di lavoro quelli che hanno meno di 25 anni sono 5 su 10, altri 4 di questi hanno dai 63 anni in su. Un imprenditore dà dei deficienti a quelli che si fanno male sul lavoro, in special modo quelli delle cave

Una strage di giovani e vecchi sul lavoro, tutti vittime del sistema che la politica ha creato in questi ultimi 20 anni anni a spese di chi lavoro: tutti complici, senza distinzione partitica aver reso il lavoro un inferno. Davvero raccapricciante vedere la composizione dei morti sul lavoro in questi ultimi 4 giorni: 5 di questi hanno 25, 23, 22, 22, 22 quattro dei dici hanno 76, 64, 64,63 solo uno ha 57 anni . Poi vedi che un imprenditore scrive che quelli che si fanno male si fanno male (aggiungo io e che muoiono) nelle cave sono dei deficienti. La dice lunga su cosa pensano queste belle persone

23 aprile - info solidale: CHIEDIAMO LAVORO CI DANNO FETENZIA MEGA PROCESSO CONTRO CHI LOTTA A NAPOLI 43 INDAGATI.

 

E di questa mattina la notifica della Procura di conclusione di indagini preliminari ed inizio del processo che vede ben 43 indagati tra disoccupati/e organizzati con il Movimento 7 Novembre, Cantiere 167 Scampia e compagni/e del SiCobas e di Iskra.

Un megaprocesso che mette in accusa la lotta per il lavoro ed il salario in città, in particolar modo i mesi si Dicembre 2022 e Marzo 23, quando le istituzioni nazionali e locali facevano saltare i tavoli di trattativa di questa vertenza storica sottraendosi al rispetto degli impegni assunti su formazione ed inserimento al lavoro.

Da quanto emerge dalle carte è evidente il tentativo di costruire un castello giudiziario finalizzato a narrare di un disegno criminoso trasformando la lotta dei disoccupati in un problema di ordine pubblico e non politico/sociale.

La storia di questo movimento, come tutta la tradizione del movimento operaio, insegna che solo la lotta paga.

Ci impegneremo nelle prossime ore a convocare una conferenza stampa ed ad articolare un comunicato più complessivo che chiederà a tutte le forze di esprimersi e rompere l'isolamento di questa lotta, scendendo in piazza insieme al movimento di lotta.

Iniziando da domattina ed il 1° Maggio h 10:00 a Piazza del Gesù.


lunedì 22 aprile 2024

22 aprile - dal blog tarantocontro: Acciaierie e appalto - Chiusura collettiva confermata: o cassintegrazione o ferie - un brutto segnale ma che conferma ciò che lo Slai Cobas aveva detto fin dall'inizio

 

Eppure noi l'avevamo detto immediatamente: "Noi consideriamo l’amministrazione straordinaria un rimedio peggiore del male",

nonostante che tutti i sindacati, compreso Usb, avevano appoggiato la decisione del governo, soddisfatti perchè era stato mandato via Mittal e la famigerata AD Morselli. Di fatto confermando tra gli operai l’idea, già molto propagandata, che se governance e management cambiavano i problemi di questa fabbrica si risolvono. E’ una illusione profonda. Come se è un manager che decide la politica e non i padroni dell’azienda nel loro insieme, non le leggi del capitale, la crisi economica mondiale, le leggi dei governi, ecc. 

Ora si lamentano… ma lo Slai Cobas avevamo messo in guardia subito:

"L'Amministrazione straordinaria porterà più cassa integrazione permanente; non vi sarà ritorno al lavoro degli operai di tante ditte dell'appalto, e in alcune vi saranno licenziamenti nel prossimo futuro; in Acciaierie sono già annunciati migliaia di esuberi. Al di là delle soluzioni post Amministrazione straordinaria del governo, vi saranno peggioramenti delle condizioni salariali/ lavorative/ contrattuali; e per ambientalizzazione, bonifiche, decarbonizzazione, bene che vada, passeranno anni e anni. Le casse integrazioni, semipermanenti, unilaterali, dopo essere state accettate le prime, poi sono state contestate. L'amministrazione straordinaria assolve queste casse integrazioni, anzi, ne prevederà molto di più in maniera sistematica. E la cassa integrazione ha distrutto il salario dei lavoratori, ha portato ai lavoratori da 300 a 500 € in meno al mese in generale. Nell'appalto ha prodotto già dei licenziamenti. Per quanto riguarda la sicurezza, non c’è alcun tipo di garanzia che ci sarà un recupero delle manutenzioni".

Ora i Commissari fanno anche peggio, mettono fuori dalla fabbrica la maggior parte degli operai e il grosso degli operai dell'appalto non rientra.

Per questo il 19 aprile scorso avevamo indetto una giornata di lotta e chiamato alla necessità di un vero sciopero e lotta prolungata autonoma da padroni, governo.


domenica 21 aprile 2024

21 aprile - SUL 19 APRILE A TARANTO: La giornata di lotta del 19 aprile - Resoconti, interventi, video - Nuovo dossier Acciaierie d'Italia

Il 19 aprile è stata una ricca e articolata giornata. Iniziata al mattino alle 6 alla portineria imprese ex Ilva, proseguita nella mattinata con presidio esterno davanti al Tribunale d'appello Paolo VI e folta presenza di lavoratori/parti civili insieme agli avvocati di Torino e Taranto all'interno del processo.

La parte centrale è stata il Convegno serale con buona partecipazione e soprattutto rappresentativa di operai ex Ilva, lavoratori di altri posti di lavoro, realtà sociali, ambientaliste/democratiche, tanti interventi, a partire dall'informazione e valutazione degli avvocati sul processo del mattino, e prospettive per il prossimo futuro.

Per riconsegnare la ricchezza di questa giornata, pubblicheremo via via interventi, video e altro.

Al Convegno è stato ampiamente diffuso un Dossier - per richiederlo WA 3519575628


 

21 aprile - IN MEMORIA DI DARIO.....un saluto a pugno chiuso dai lavoratori/lavoratrici Slai Cobas sc Milano - "che la terra ti sia lieve"

Operai Contro 2

Ne diamo la notizia scarna, senza fronzoli, così come più volte ci ha raccomandato.
E’ morto Dario, Dario Comotti, oggi 21 aprile. Un brutto male se l’è preso. Sessantacinque anni. Operaio tornitore alla INNSE per più di quaranta.
Non si può concentrare in una pagina quello che è stato, chiunque lo abbia conosciuto ha sicuramente da ricordare qualche gesto, qualche azione, qualche parola che non può essere dimenticata, ci è rimasta impressa nella memoria.
Perché? Semplicemente perché dichiarò guerra al padrone fin da giovane e la condusse per tutta la vita, semplicemente perché era un operaio predisposto all’assalto al cielo ed ogni sua azione doveva manifestarsi alla luce del sole, senza timore, senza ripensamenti. Semplicemente perché aveva un cuore grande.
Scioperi, picchetti, occupazioni e manifestazioni non lo hanno mai visto nelle retrovie.
Ha sostenuto la costituzione di un partito operaio, ha scritto articoli per Operai Contro, faceva parte della redazione e si è anche impegnato in discussioni con tutti per affermare il marxismo come teoria degli operai anche in mezzo alla strada, giocando a carte, ovunque.
Gente come Dario non scende dal cielo e se gli operai hanno prodotto un tipo del genere non disperiamo per la sua morte, se ne produrranno tanti ed ancora tanti finché la causa per la quale ha speso una vita vincerà definitivamente.
Un saluto in mezzo alle bandiere rosse che tante volte ha sventolato.

La redazione di Operai Contro.